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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/11/10 in tutte le aree

  1. "A proposito...chi era questo Luigi Repossi? " Ecco il suo breve profilo, riportato nella prima pagina del libro: M.
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  2. la stella dell' Ordine della Besa
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  3. Buon giorno. Ieri sera ho contattato telefonicamente il nostro Curatore elledi (che farebbe bene a curare la propria salute con la stessa dedizione con cui "cura" il forum................. :D ) per parlargli di un documento che mi aveva lasciato molto perplesso e per chiedergli se ne era a conoscenza. Ottenuta risposta negativa, gliene rimettevo una scansione via mail e subito dopo Domenico mi richiamava manifestandomi (raucedine a parte) tutto il suo stupore. L'argomento è quello delle prove di monete nazionali prodotte dalla Zecca di Roma nel 1954 e la fonte è un testo denominato "La zecca italiana", edito dall'Istituto Poligrafico dello Stato nel 1955 e che si è rivelato essere una vera e propria relazione di circa 30 pagine, molto dettagliata, sull'esercizio dell'Officina monetaria dell'anno precedente (1954). Quello che ha colpito la mia attenzione (ed anche quella di Domenico) è il dato delle "prove" coniate nel 1954 che appare assolutamente esagerato: 576.000 pezzi di prova di monete nazionali (nr. 2 della tabella) per un complesso di 3.592 Kg. di "metalli ordinari". Quantitativi impressionanti.............. ecco la tabella: Ora i Vostri commenti. Saluti. Michele
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  4. Buona sera a tutti. Riesumo questa discussione (che forse troverebbe migliore collocazione nella neonata sezione degli approfondimenti), perchè sono in possesso di un dato che potrebbe confermare, definitivamente, la tesi che ho finora sostenuto ovvero che i quasi 7 milioni di pezzi aurei da Lire 20 con millesimo 1882, siano stati interamente battuti nella zecca di Roma in quell'anno. Fino a questo punto della discussione credo si possano ritenere ragionevolmente acquisite le seguenti certezze: - il contingente battuto con il detto millesimo di quasi 7 milioni di marenghi (che trova rispondenza incrociata attraverso la consultazione di diversi testi consultati e tabelle allegate); - la disponibilità del cospicuo metallo prezioso necessario alla suddetta coniazione (il famoso prestito europeo di 644 milioni di lire, in buona parte somministrato dai finanziatori in verghe e monete auree); - il riferimento al testo della vigente Convenzione della U.M.L., che imponeva di riportare rigorosamente, sulle monete in oro ed in argento, il millesimo di fabbricazione. Premesso quanto sopra, le obiezioni sollevate a questa tesi, sono finora essenzialmente due: - la prima è quella secondo cui molti dei cataloghi attualmente in uso riportano (pur senza documentare l'affermazione) che i marenghi con il millesimo 1882 vennero battuti per molto tempo, addirittura durante il regno di V.E.III; - la seconda, anch'essa però non sostenuta finora da dati concreti ma da semplici supposizioni, in base alla quale la zecca di Roma non sarebbe stata in grado, all'epoca, di produrre una così cospicua quantità di tondelli monetali. Vorrei a questo punto aggiungere che dai cataloghi oggi in commercio, la zecca di Roma nel 1882 non avrebbe coniato soltanto il marengo ma anche altre tipologia monetali, che di seguito riporto nel loro complesso (i dati delle emissioni sono tratti dal Catalogo Gigante 2010): Monete in oro da Lire 100.........................nr. di esemplari 1.229.- Monete in oro da Lire 20...........................nr. di esemplari 6.970,007.- Monete in argento da Lire 2.......................nr. di esemplari 2.859.206.- Totale complessivo: 9.830.442 monete coniate con il millesimo 1882 nella zecca di Roma. Occorre dunque verificare se la zecca romana, nel 1882, fosse tecnicamente in grado di produrre una tale quantità di moneta. La fonte da cui, accidentalmente, ho tratto la risposta, è il testo di Luigi Repossi dal titolo: Milano e la sua zecca, pubblicato dall'editore Loescher nel 1877 e che, a prima vista, non c'entrerebbe nulla con la zecca di Roma. Ma non è così........... B) L'autorevolezza dello scrittore ma sopratutto la data di pubblicazione del libro (avvenuta 5 anni prima della data che ci interessa), dovrebbero rendere le informazioni di questo testo particolarmente attendibili..... Ma veniamo al dunque. Nella parte finale del libro, alla pagina 136, l'Autore si lamenta della probabile prossima chiusura della Zecca meneghina e coglie l'occasione per fare un confronto fra la produttività giornaliera di questa e la potenzialità produttiva di quella romana. Leggete di seguito cosa scrive in proposito il Repossi: Scopriamo dunque che nel 1877 la zecca di Roma è in grado di produrre 30.000 monete al giorno (incredibile la capacità produttiva di quella milanese....con "più di un milione di tondini al giorno"i!!!!). Dunque, se moltiplichiamo 30.000 pezzi al giorno per 310 giorni lavorativi all'anno (ho tolto 52 domeniche e tre festività), la produzione che si ottiene è di 9.300.000 pezzi all'anno, quindi più o meno compatibile con il complesso delle coniazioni dell'anno 1882 riportate dai cataloghi, che abbiamo visto essere indicata in 9.830.442 (mancano all'appello meno di 15 giorni lavorativi, che potrebbero benissimo essere stati recuperati in altrettante domeniche di un anno particolarmente produttivo...). Bene, adesso non potete fare altro che "smontarmi" il Repossi......... B) . Elledi, Tu che sei il più scettico sulle capacità produttive della vecchia zecca romana, che mi dici adesso :lol: ?.................... Saluti. Michele
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  5. e una moneta da 1-2 sterline massimo in FDC , ma forse neanche quello anzi se vai a londra in qualsiasi mercatino non le trovi neanche perche sono stracomuni e chi fa numismatica tratta pezzi piu rari , se no le trovi nei vasconi da 10 pence di solito le compri a sacchi e tanta gente le manda ancora alla zecca a farle cambiare al contrario dell italia dove il mercato si concentra moltissimo su anni recenti e conservazioni alte in inghilterra trattano monete numismaticamente piu interessanti principalmente pre 1920
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