Buona sera a tutti.
La mancanza assoluta di informazioni ufficiali sulla sorte toccata ai 272.515 esemplari del 5 lire 1914, legittima, come è giusto che sia, qualsiasi opinione al riguardo.
Personalmente, dopo uno scambio di idee con Elledi e R-R, devo dire che non mi trovo a condividere la loro posizione ovvero quella secondo cui quel cospicuo contingente di monete sarebbe stato "fagocitato" da pochi speculatori che lo avrebbero tesaurizzato.
Mi trovo invece in linea con il pensiero di coloro (RICKKK, TIBERIVS, sesino974 e piergi00) che ritengono che il grosso della emissione sia stato rifuso.
A sostegno di questa tesi vorrei però portare qualche considerazione.
Vorrei partire da alcuni dati che sono inconfutabili e dunque certi.
Innanzitutto la tiratura: dalla Relazione della Regia Zecca (1°.7.1914-30.6.1939) a pagina 22 ricaviamo una tabella nella quale, sotto la colonna "Scudi" ed a lato del periodo 1914-15 è riportata un'emissione di 272.515 pezzi per un valore di £. 1.362.575.
Il dato deve ritenersi uffiiale in quanto pubblicato su una Relazione proveniente dal Ministero delle Finanze.
Va detto che il dato fornito dal Ministero, pur pubblicato in una Relazione apparsa nel 1939, trova esatta rispondenza in altro testo apparso nel 1929 in mio possesso.
Direi perciò che sull''emissione e sul relativo contingente non possano essere, ragionevolmente, avanzate riserve.
Un altro dato certo di cui Vi voglio dare conto e che traggo dal solito testo del 1929, è il corso dell'argento nel periodo 1914-1920.
Il prezzo in Lire al Kg dell'argento nel suddetto periodo era il seguente:
1914 - £. 90.16
1915 - £. 87,20
1916 - £. 114,24
1917 - £. 149,42
1918 - £. 174,84
1919 - £. 208,50
1920 - £. 224,83.
Va sottolineato che nel periodo da settembre 1916 a settembre 1917 l'argento passava da £/Kg. 118,76 a £/Kg. 185,68 (+£/Kg. 66,92 in un anno) e che in un solo mese (da agosto 1917 a settembre 1917) il prezzo passava da £/Kg. 158,36 a £/Kg. 185,68.
Prima di arrivare alle conclusioni, posterei un commento riportato nel testo da cui ho tratto i dati sopra esposti:
Sulla base di quanto riportato e in considerazione del particolare clima economico del periodo, la mia tesi è che non ci fu tesaurizzazione della moneta in sè ma, semmai, tesaurizzazione del metallo prezioso.
In altre parole, i fenomeni di accaparramento dell'emissione, che indubbiamente ci furono, vista la scarsissima diffusione della moneta, non erano tanto preordinati alla conservazione del nummo bensì alla sua rifusione, per poter così lucrare sul mercato (libero) dell'argento.
Come è riportato nella seconda pagina che ho postato, chi avesse avuto in mano 40 pezzi da 5 scudi avrebbe avuto un potere d'acquisto pari a Lire 200, mentre il valore commerciale dell'intrinseco era in realtà di molto superiore ove quei 40 pezzi fossero stati rifusi e l'argento in essi contenuto fosse stato rivenduto sotto forma di lingotti.
Che ne pensate?
Saluti.
Michele