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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/01/10 in tutte le aree
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Spero di fare cosa gradita nel postare questo lungo articolo che personalmente ho trovato molto interessante perchè testimonianza di un illustre personaggio dell'epoca direttamente coinvolto nei fatti Saluti Simone PS ci potrebbero essere delle inesattezze dovute alla trascrizione automatica, inoltre mancano le immagini originali allegate invece nel pdf, ho cercato di riproporle mettendo i link al nostro catalogo LE NUOVE MONETE ITALIANE Ho voluto aspettare a parlare delle nostre nuove monete finchè tutte fossero apparse e messe in corso. La serie, incominciata or sono cinque anni con la moneta di nichelio, viene finalmente completata con quella commemorativa del Cinquantenario. Il pubblico ha ormai pronunciato il suo giudizio ; è doveroso anche per la nostra Rivista di occuparsi dell'argomento. Il fatto che chi scrive queste righe appartiene alla Reale Commissione da cui furono approvati i modelli delle nuove monete, non nuocerà punto all'esposizione delle sue impressioni, che andrà dichiarando con tutta sincerità, sia quando sono d'accordo con quelle della Commissione stessa o per lo meno della maggioranza, sia quando ne discordano. CRONACA. Da lungo tempo era risentito il bisogno di una riforma nella monetazione del Regno d' Italia, la quale si presentava assai inadeguata alle tradizioni artistiche del paese. Vi insistevano numismatici, artisti, cultori del bello in genere, e finalmente nel 1905, reggendo il Ministero del Tesoro S. E. Carcano, venne nominata una R. Commissione tecnico-artistica monetaria, la quale, per una nuova serie di monete da sostituire quella in corso, incominciò col bandire un concorso (decreto ministeriale 15 aprile 1905). Vi aderirono 23 concorrenti e nella primavera del 1906 ebbe luogo l'esposizione dei modelli a Roma ; ma sventuratamente l'esito fu affatto negativo. In seguito a che, ad evitare nuovi perditempi e nuove delusioni, la Commissione, abbandonando ogni idea di concorso, adottò il principio di affidare il compito direttamente a quattro artisti di fama riconosciuta, e vennero eletti gli artisti, Bistolfi, Boninsegna, Calandra e Canonica. Per sorteggio poi venne assegnata la moneta d'oro a Boninsegna, quella d'argento a Calandra, quella di bronzo a Canonica e quella di nichelio a Bistolfi. Le norme relative a ciascun metallo vennero brevemente così esposte: 1. Nelle monete d'oro, d'argento e di bronzo il diritto dovrà contenere l'effigie del Re in profilo con la testa o con parte del busto e la leggenda : VITTORIO EMANVELE III RE DI ITALIA. 2. Nel rovescio delle anzidette monete dovrà campeggiare una personificazione dell'Italia e dovranno esservi l'indicazione del valore e l'anno di coniazione. 3. La moneta di nichelio dovrà portare al diritto la testa dell'Italia e nel rovescio un partito ornamentale, in cui sia compreso lo scudo Sabaudo, contenendo al diritto la leggenda ITALIA e l'anno di coniazione, e al rovescio il valore. All'adunanza della Commissione del 13 dicembre 1906 vennero presentati i modelli per i quattro tipi di monete; i quali, con più o meno importanti modificazioni suggerite dalla Commissione e in tutto o in parte eseguite dagli artisti, diedero luogo alle nuove monete, di cui ora parlerò partitamente. Nichelio (1907) http://numismatica-i...moneta/W-VE3/12 La moneta di nichelio rappresenta al diritto la testa ideale dell' Italia (?) con una spiga in mano e la leggenda: ITALIA. Al rovescio la figura della Libertà (?) librata al volo con una fiaccola. Al disotto lo scudo di Savoja e l'indicazione del valore e la data di coniazione (*). (*) A titolo di memoria noterò qui come nel 1902, per sostituire i volgarissimi pezzi di nichelio esistenti, da 20 cent., lo stato facesse un'emissione di pezzi da 25 centesimi portanti da un lato l'aquila sabauda, dall'altro la leggenda " Centesimi 25 , in una corona d'alloro ; i quali però vennero dopo pochissimo tempo, ritirati dalla circolazione, perchè, sia per la loro grandezza, sia per l'aquila impressavi, troppo facilmente venivano confusi colla lira d'argento, e davvero fu assai migliore accorgimento il ritiro che non la creazione di questi pezzi sia sotto il rapporto artistico, che sotto quello della praticità. http://numismatica-i...moneta/W-VE3/15 Nel 1905 il nostro compianto Ambrosoli, in una delle prime adunanze della Commissione monetaria di cui pure faceva parte, a sostituzione del miserabile nichelino in corso, ispirandosi alla numismatica antica, propose un tipo di moneta incusa, la figurazione della quale cioè fosse convessa da un lato e concava dall'altro, onde potesse essere facilmente riconosciuta anche al semplice tatto. Il comm. Johnson mise a disposizione la sua officina e, ad imitazione di un'antica moneta di Metaponto, ne coniò una di nichelio coll'emblema di una spiga, rilevata al diritto e incusa al rovescio. Ambrosoli aveva forse ragione e la sua idea meritava una sorte migliore; ma la nuova moneta presentata alla Commissione non trovò l'aggradimento della maggioranza e venne respinta per ragione d'igiene! Predominò l'idea he la parte incusa sarebbe divenuta nella<BR>circolazione un ricettacolo di microbi ! Così l'evocazione antica non ebbe seguito. (Si parla di questa, come indicato nell'articolo orginale N. d.R ) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3P/14 Era opportuno coniare in Italia una moneta di nichelio ? Avendo in paese il bronzo o per dire più precisamente il rame, che rappresenta anche il tipo classico della monetazione italica, sembrava a taluni poco ragionevole importare dall'estero un metallo che ha il grande inconveniente di confondersi coll'argento. Se si fosse abolito completamente il bronzo, perchè non lo si giudicava abbastanza elegante, si sarebbe risolta una questione di principio ; ma dacché il bronzo veniva conservato, e, dacché, essendo moneta appunto senza valore intrinseco, si potevano liberamente ridurre le proporzioni, meglio sarebbe valso attenersi a questo e abolire o non introdurre il nichelio. Tali considerazioni vennero esposte in una delle prime riunioni della Commissione ed anzi il commendatore Johnson, in quella del 7 dicembre 1906, offerse, coniati nel suo stabilimento, i campioni delle nuove dimensioni che potevano adottarsi pel 20, 10 e 5 centesimi ; ma ad ogni ragionamento, pure trovato giustificato, si oppose l'esistenza di una legge, che ordinava la coniazione di una moneta di nichelio, e ogni altra considerazione dovette cadere. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3P/13 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3P/6 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3P/3[/url] (anche questi esemplari compaiono nell'articolo originale N.d.R) Il nuovo 20 centesimi italiano è certamente il più artisticamente elegante fra tutti i pezzi congeneri di tutte le nazioni. In via generale queste monete divisionali di piccolissimo valore portano al diritto una testa o semplicemente uno stemma e al rovescio la pura indicazione del valore. Il nostro 20 centesimi è ricco di due incisioni fra cui è difficile dire quale sia più importante, se quella del diritto o quella del rovescio. Malgrado ciò non fu senza forti opposizioni che venne accettato. Mentre nessuno della Commissione disconobbe il valore artistico, anzi lo apprezzò in tutta la sua estensione, le osservazioni critiche furono rivolte all'opportunità pratica delle due rappresentazioni. La prima impressione provata da parecchi membri della Commissione quando venne presentato il modello Bistolfi, fu che la testa dell' Italia si presentasse sotto forme eccessivamente arcaiche. Si sarebbe desiderato — e si riteneva che nel programma fosse inteso — un tipo più moderno, più armonizzante alle condizioni dell'Italia nostra, di un significato più comprensibile e più chiaro anche pel popolo, dacché si tratta di una moneta eminentemente popolare. "Ben altro è l' ideale di bellezza (diceva il sen. Monteverde nell'adunanza del . 14 dicembre 1906) con cui l'Italia appariva ai nostri grandi da Dante a Garibaldi, a Mazzini, a Mameli e ben altrimenti bello, sereno e spirante di grazia il simbolo della nostra patria". E con lui concordarono allora quasi tutti i membri della Commissione, i quali sembravano a un certo momento volere tutti una vera Italia formosa e turrita, quale da tutti potesse essere senza esitazione riconosciuta Ma pur troppo quando le Commissioni sono soverchiamente numerose, non è raro il caso che il risultato finale riesca l'opposto dal desiderato della maggioranza; e così, senza che qui mi dilunghi a raccontare lo svolgimento della discussione, avvenne che la Commissione non seppe resistere alle pressioni dell'artista, e alle sue dichiarazioni di sentire la cosa come l'aveva presentata e non altrimenti. E cosi avvenne che, a rappresentare l'Italia nostra, venisse adottata una testa preistorica e priva di qualunque simbolo che valga a identificarla. Se il nome d'Italia non ci fosse scritto, noi ci troveremmo in un imbarazzo paragonabile a quello degli archeologi, che or son due anni, si affannavano a identificare il sesso e le funzioni della bella fanciulla d'Anzio!... I giornali esteri, che ebbero e giudicarono la moneta, prima di avere una spiegazione ufficiale, non ritennero neppure che la parola ITALIA si riferisse alla testa rappresentata e, per l'attributo della spiga, la ritennero piuttosto una Cerere. L'American Journal of Numtsmatics la dice: « a head of the favourite deity of ancient Sicilians, "Ceres". E veniamo al rovescio. La figura volante, per quanto magistralmente modellata, venne accusata, da me in modo speciale e, persisto a credere giustamente, di non rappresentare quello che l'artista ha inteso rappresentare, di non portare cioè gli emblemi della Libertà, o di portarne di tali che ne fanno trasmodare il significato. Volendosi attenere all'allegoria, è necessario seguire le tradizioni. Per un'allegoria nuova, emblemi nuovi, d'accordo ; ma per un'allegoria conosciuta e ripetuta da oltre due millennii, è assolutamente indispensabile conservare quelli che sono consacrati dalla lunghissima tradizione. Ora la fiaccola più incendiaria che illuminatrice, la chioma disciolta e abbandonata al vento, L'atteggiamento convulso e quasi dionisiaco della figura, non accennano che vagamente alla Libertà ; ma assai meglio possono prestarsi a indicare una Furia, una Erinni, o modernamente una petroliera. Difatti parecchi giornali italiani e stranieri, che non avevano assistito al battesimo ufficiale, non ne seppero rintracciare il significato e la chiamarono vagamente "Genio volante". Tutte queste osservazioni vennero largamente sviluppate in seno della Commissione ; ma ben piccolo fu l'effetto ottenuto. Tutta la modificazione, cui l'artista consentì, si ridusse a un piccolo colpo di forbici nella chioma, come si vede dalla prova alla moneta definitiva, il quale non poteva menomamente contribuire, come non contribuì, a mutare o a chiarire il significato dell'allegoria ! Argento (1907) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/19 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/25 La moneta d'argento porta al diritto il busto del Re a destra colla leggenda: VITTORIO EMANVELE III RE D'ITALIA; al rovescio l'Italia col ramo d'ulivo e lo scudo, in quadriga a sinistra, coli' indicazione del valore e dell'anno di coniazione. Nel diritto s'è inteso rievocare il tipo dei testoni italiani del cinquecento, racchiudendo la leggenda fra due cerchi di perline. L'imitazione è felice; ma, secondo il mio modesto parere, sarebbe stato bene, per l'uniformità della nuova monetazione, adottarla per tutti i metalli, oppure abbandonarla anche per l'argento. Le prima emissione della moneta d'argento è del 1907. Il pubblico, mentre l'accolse favorevolmente, fece qualche piccola osservazione al diritto e fu soddisfatto vedendo che nella seconda emissione del 1908 s'era introdotta qualche piccola variante atta a migliorarlo. Il nome dell'artista CALANDRA, che nella prima era scritto orizzontalmente dietro la nuca del Sovrano e assumeva l'apparenza d'una piccola catena,venne opportunamente trasportato vicino al circolo interno di perline. Così pure venne migliorata l'effigie del Re.Il rovescio offre una imitazione greca e, aggiungerò volentieri, una imitazione felice. Il che non toglie però che qualche miglioramento possa introdursi nelle successive emissioni, sia nella figura deiritaha, onde renderla meglio appoggiata sul carro, sia nella posa dei cavalli, che potrebbe forse essere resa più varia e raggiungere così poco a poco quella perfezione che è troppo difficile trovare di primo acchito. Non sono che piccole o piccolissime varianti che si richiedono e che non occorre suggerire all'artista, tanto più che per tali miglioramenti non abbiamo bisogno di rimandarlo ai modelli originarii ellenici o ai romani che ne sono derivati. Ci basta rimandarlo alla superba sua quadriga che corona il monumento di Zanardelli a Brescia, e il cui modello era da tutti ammirato alla penultima esposizione di Venezia. Quella quadriga dimostra che l'autore ha studiato ben profondamente e con molto profitto gli antichi modelli. La quadriga zanardelliana, riprodotta sulle monete d'argento, ne farebbe un vero capolavoro. Offro qui anche la riproduzione del 5 lire, in cui le figurazioni sono meglio apprezzabili, del quale è per ora sospesa la coniazione in ossequio alla convenzione monetaria latina. http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/20 (PS da notare che è proprio questo progetto Johnson quello raffigurato nell'articolo originale N.d.R) Bronzo (1908) http://numismatica-i...moneta/W-VE3P/8 http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/10 http://numismatica-i...moneta/W-VE3P/9 (anche questi esemplari compaiono nell'articolo originale, ordinati da sinistra a destra N.d.R) La moneta di bronzo porta al diritto il busto del Re a destra, colla solita leggenda, al rovescio la figurazione dell'Italia marinara, coll' indicazione del valore e dell'anno di coniazione. Il Canonica aveva originariamente presentati due modelli, uno coll' Italia marinara, l'altro coll' Italia in quadriga ; ma, essendosi già scelto questo secondo tipo per la moneta d'argento, venne destinato per quella di bronzo il primo, rappresentante l'Italia col ramo d'ulivo su di una prora. Oro (1910) http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/30 La moneta d'oro rappresenta al diritto il busto del Re a sinistra colla leggenda: VITTORIO EMANVELE III e al rovescio l'Italia agricola colla leggenda: REGNO D'ITALIA, l'indicazione del valore e l' anno di coniazione. L'allegoria è raffigurata dall'Italia turrita che guida l'aratro, tenendo un fascio di spighe. Il busto del Sovrano nella moneta d'oro è incontestabilmente il migliore dei tre che oggi figurano nelle monete italiane L'espressione nobile e severa, come è nel carattere personale di S. M. per legge atavica di Casa Savoja, è perfettamente indovinata, la modellatura è fatta maestrevolmente e ben poco possono trovare a dire anche i critici più difficili. Il rovescio, per quanto pregevole, non dà tutto quello che il giovane artista avrebbe potuto dare. La sua esuberanza si dimostrò al primo appello colla presentazione di quattro tipi per la moneta d'oro (*), ma la sua pazienza e la perseveranza nel correggere (*) Cibele in quadriga di leoni, imitazione dei medaglioni d'Adriano e d'Antonino Pio pel pezzo da 100 lire http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/32 l'Italia industriale e commerciale pel pezzo da 50 http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/28 oppure l'Italia agricola, http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/29 che in altro modo egli rappresenta pel pezzo da 20 lire http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/26 pel quale, ad abundantiam presentava ancora un ultimo tipo fuori programma. http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/25 e perfezionare i primi abbozzi del tipo prescelto non furono egualmente lodevoli, motivo pel quale vi notiamo ancora qualche difetto che avrebbe potuto esser tolto. Il drappeggiamento, per quanto ridotto, è ancora troppo ampio ed ingombrante, e la testa rimase eccessivamente piccola, la direzione del braccio destro forma una linea troppo continuata con quella dell'aratro e se queste ed altre minori correzioni, suggerite da chi ne era stato incaricato dalla commissione, fossero state accolte ed eseguite, il risultato finale ne sarebbe certamente stato migliore. L'artista, avendo messo forse troppo fuoco nel principio del suo lavoro, se ne sentì stanco e disinteressato alla fine, e fu sordo ai buoni consigli, fors'anco pel motivo che non si era fatto un adeguato concetto dell'alto onore a cui il Governo l'aveva chiamato coll'affidargli la modellatura di una moneta. Egli non comprese quanto grande fosse pel suo nome tale fortuna, e come nulla valga a farlo conoscere quanto una moneta che in un numero grandissimo d'esemplari, circola nelle mani di tutti e in tutto il mondo. "Circumit orbem pecunia totum ». Molti nomi d'artisti greci, per quanto ammirabili fossero le loro opere statuarie, ci sarebbero completamente ignoti, se non ci fossero stati conservati dalle monete. La moneta commemorativa del Cinquantenario. http://numismatica-i...moneta/W-VE3/30 Nella penultima seduta della Commissione venne proposta la coniazione di una moneta Commemorativa del Cinquantennario , da coniarsi col medesimo tipo nei tre metalli. Dopo breve discussione sul tipo d'adottarsi, si decise di non porre alcun legame alla fantasia dell'artista, lasciandolo affatto libero sulla scelta dell'allegoria più opportuna, salvo solo l'accettazione del progetto da parte della Commissione. Quanto all'artista cui affidare l'esecuzione, la Commissione unanime si affermò sul nome di Trentacoste. L' egregio artista era membro della Commissione stessa; perciò si schermì davanti alla nomina; ma poi l'accettò, rassegnando, s'intende, le dimissioni. Dopo pochi mesi il modello era pronto e venne sottoposto alla Commissione, la quale credette d'accettarlo quale veniva presentato, senza nessuna modificazione. L'allegoria si riferisce alla Roma antica che consegna un globo alla Roma moderna. Il gruppo è ben trovato, le pose armoniche, la modellatura squisita e la moneta fa onore all'arte italiana. Oltre gli esemplari in argento e bronzo, verranno stampati 20 mila esemplari da L. 50 in oro, ed è prevedibile che questi ultimi non entreranno punto nella circolazione, perchè verranno facilmente assorbiti prima di tutto dai musei pubblici e dai raccoglitori privati, e in gran numero saranno conservati anche nelle famiglie come ricordo delle feste giubiliari della patria nostra. RIASSUMENDO. V'ha sempre un certo numero di malcontenti, pessimisti per progetto, che non vogliono riconoscere alcun miglioramento nella nuova monetazione italiana, e vanno ripetendo che tanto valeva continuare con quella già in corso; ma credo di non errare asserendo che la maggioranza pensa che un passo si è fatto, e, se non si è raggiunta la perfezione, come non si poteva pretendere, vi ci siamo però incamminati. Certamente difetti ce ne sono ancora e non ho mancato di accennare francamente quelli che a me appajono tali; ma tutto è perfettibile, questione di non accontentarsi del primo risultato ottenuto. Il nome di Pistrucci, che tanto onora l' Italia nostra, trovò in una moneta il suo maggior titolo di gloria. Ma tutti sanno come, dopo d'aver abbozzata la prima idea per la sterlina inglese, la corresse e la mutò molte volte e pei primi conii attese personalmente e non fu se non dopo molte e molte piccole modificazioni che raggiunse la perfezione del suo San Giorgio e ne fece quel piccolo capolavoro che perdura ammirato già da parecchie generazioni. È questo il paziente lavoro, che devono eseguire i nostri artisti, se intendono di legare il loro nome a una moneta nostra come Pistrucci la legò alla moneta nazionale della Gran Brettagna. È ben vero che, per l'esito completo di una monetazione, oltre alla bontà artistica dei modelli, è necessaria anche la perfezione della coniazione. Ora questa è tutt'altro che soddisfacente nel caso nostro ; e, facendo tale affermazione, la quale non può che essere da tutti confermata, non intendo punto attribuirne la colpa alla direzione della zecca di Roma. Bisogna tener presente che l'unica officina monetaria del Regno d'Italia, dopo l'inconsulta abolizione delle altre buone zecche e specialmente di quella buonissima di Milano, è condannata a lavorare con macchine antiquate negli angusti e infelicissimi locali del Vaticano, che appena bastavano per la produzione monetaria dello ex-Stato Pontificio. La nuova zecca sull'Esquilino è quasi pronta e presto vi sarà colà trasportato il lavoro. Tutto fa sperare che si otterranno i migliori risultati e si riuscirà a fare quello che gli altri fanno. Sotto i due aspetti dunque artistico e tecnico si cerchi il miglioramento e la perfezione. Gli artisti che fortunatamente sono tuttora viventi e giovani e la Commissione che dura pure in vita, impieghino tutto il loro buon volere onde trovare e mettere in pratica i provvedimenti che saranno trovati opportuni per raggiungere a poco a poco quella superiorità artistica e quella perfezione tecnica a cui l'Italia da tanto tempo aspira e per raggiungere le quali venne appunto creata la Commissione, che se ne assunse la responsabilità verso il pubblico. F. Gnecchi.1 punto
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In seguito al Concorso per Modelli per Conii della nuova monetazione italiana di Firenze, per iniziativa del Comm. Federico Johnson, un valente Artista milanese vedeva riprodotti al vero i propri modelli, ridotti in acciaio dal Cappuccio, autentico maestro del bulino attivo presso lo stesso Stabilimento Johnson. I modelli poi vennero distribuiti in eleganti astucci ai Signori Deputati del Regno, affinché ne potessero giudicare de visu. Così ne giudicò anche la Società Numismatica Italiana, che dalle colonne della Rivista espresse le sue critiche, che qui riporto: "I modelli che ci si presentano non sono certamente inappuntabili. Un appunto lo faremmo alla moneta di bronzo che offre al rovescio un campo soverchiamente vuoto, e un'altro alla esiguità del rilievo sia sul bronzo sia sull'oro. Se è vero che questo è prova dell'abilità dello scultore, ottenendo l'effetto con un basso rilievo appena visibile e mette maggiori difficoltà alle falsificazioni, non è meno vero che per l'uso della circolazione sarebbe desiderabile un rilievo più forte. Vorremmo di più che, non si economizzasse sui modelli, e, come se n'è fatto uno della testa del Sovrano per l'oro e uno per l'argento, se ne facesse uno anche pel bronzo, e non si utilizzasse quello dell'argento ingrandito." Nell'astuccio non era compresa la moneta del valore di L.5, risultando quindi composto dai seguenti valori: 100, 20, 2 lire e 10 centesimi. Appunti sopra il progetto da L. 100 MCMIII in m.d. D/ VITTORIO circolare a sinistra EMANVELE III a destra. Testa rivolta a destra, dietro EB (Egidio Boninsegna) in monogramma, in incavo. R/ Minerva e l'Agricoltura stanti, a sinistra orizzontalmente REGNO | arma coronata | D'ITALIA | a destra MCMIII | - | L 100 | - | In basso a sinistra, circolarmente JOHNSON A.C. (in monogramma, in incavo. - Angelo Cappuccio) INC contorno: ||||||||||||||| assi: francese (180) CNI I nr.3, pag 493. Lanfranco Tav. VI n.4 (v. anche cap. 34 "Ultima moneta dello Speranza e prima iniziativa dello Stabilimento Johnson di Milano" e 36 "Primi progetti dello Stabilimento Johnson"). Simonetti 2/a. Montenegro R.I. 2. Luppino p. 328, p. 336. saluti, N. - To be continued -1 punto
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Questa settimana è stato pubblicato on line un articolo di Carlo Prota del 1925 http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1925c.pdf su una moneta all'epoca rara e rara ancor oggi: Il terzo di Ducato di Carlo V per Napoli. Moneta rara e mancante in molte collezioni. E' inutile che lo ripeta che si tratta dell'unico articolo scritto su questo tipo di moneta, buona lettura.1 punto
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Mi inquieta un po' il 10 € Aquila. Alfa Romeo e Confindustra?? Noto anche che a quanto pare il 2 € commemorativo è stato stabilmente inserito nelle divisionali.1 punto
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salve continuo ad approfittare della vostra esperienza grazie per l'aiuto la croce mi ricondurrebbe ad ancona e forse anche il cavaliere? il fatto nell'eventualita fosse lo stesso pero anda a sx1 punto
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