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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/31/10 in tutte le aree

  1. mi ritrovo questa moneta da 10 lire del 1969 che abbia la varicella o il morbillo mai visto niente del genere qualche supposizioine a riguardo? ciao a presto
    1 punto
  2. Perchè collezionare banconote della padania equivale a collezionare carta igenica, soddisfatto?i dischetti di metallo allo scopo sono un po meno pratici
    1 punto
  3. non credo nemmeno si possa chiamare collezionismo... è pura propaganda politica per i cosiddetti "padani".....
    1 punto
  4. In tutto ciò, cosa c'entra la moneta unica? Assolutamente nulla. Non vedo perchè l'adozione di una moneta comune avrebbe dovuto comportare inflazione, anzi...Tutti gli elementi sopra citati erano ampiamente prevedibili e nulla si è voluto fare, per intervenire. Il fatto che la moneta potesse essere sopravvalutata, poi, era lampante per chiunque, ma chi mastica un po' di economia non poteva ignorare i danni dei tassi eccessivamente bassi, se non compensati da norme stringenti, che avrebbero potuto esaltarne, invece, gli effetti benefici.
    1 punto
  5. Ho già parlato ampiamente delle cause, che condussero all'iperinflazione, quindi non vorrei dilungarmi, ma soltanto riepilogarne le fasi salienti. Esendo soltanto una sintesi, prendetela come spunto di riflessione, non esaustivo ma, per approfondire, è meglio leggere le altre discussioni, presenti in area Euro. 1. Commercianti e piccole imprese avevano la possibilità di aumentare rapidamente i prezzi. 2. La moneta forte è stata ampiamente sopravvalutata, aumentando le importazioni dall'estero (extra-euro). 3. L'aumento di domanda, nei paesi di origine delle importazioni, ha causato un aumento di prezzi anche altrove. 4. Tali aumenti, comunque, non sono stati sufficienti a rendere più competitive le merci di Eurolandia ed hanno avuto, come effetto, quello di "importare inflazione". 5. Tassi di interesse troppo bassi, anzichè contenere l'inflazione, hanno comportato il proliferare di società finanziare, che offrivano prestiti e rateizzazioni a costi limitatissimi, con conseguente aumento smisurato delle vendite al dettaglio. 6. La rateizzazione ha limitato l'effetto psicologico degli aumenti e permesso di incrementare, comunque, i consumi, aumentando la disponibilità di liquidità. 7. le grandi imprese hanno avuto il tempo di adeguare i propri prezzi di vendita e i commericanti hanno potutu sfruttare la maggiore liquidità, per incrementare, ulteriormente, i prezzi. E' evidente, quindi, come la spregiudicatezza dei singoli operatori commerciali e finanziari abbiano giocato un ruolo determinate, d'altronde le reazioni dei singoli sono sempre più efficaci delle attività delle istituzioni, in quanto più rapide. Le responsabilità maggiori, comunque, vanno addossate alle istituzioni politiche nazionali ed europee, che hanno difettato di mancanza di adozione di misure preventive; mancanza di controlli; mancanza di interventi successivi. Il sostanziale menefreghismo (ma sarà, veramente, solo disinteresse...??) e l'azione politico-economica, volta a rafforzare il peso ed il prestigio della moneta unica hanno causato i danni, che sono sotto gli occhi di tutti. Un intervento volto al contenimento dei costi sarebbe stato , probabilmente, bollato come statalista da chi aveva tutto l'interesse al verificarsi di tale situazione (perchè, ovviamente, c'è chi ne ha tratto profitto, eccome). Eppure, soltanto nel 1999 (proprio l'anno di nascita dell'UEM) il governo era intervenuto, con manovre contenitive dell'inflazione, ad esempio, bloccando i premi delle polizze assicurative, ma guardandosi bene dall'agire nei confronti delle banche. Sostanzialmente, come accade nei momenti di difficoltà, si cerca un unico "nemico", cui addossare le colpe, evitando di colpire "qualcuno"....
    1 punto
  6. Aggiungo, per maggior chiarezza, il commento del Marconcini in merito all'emissione degli scudi per il 1878: Ci siamo con le cifre? Chi tira le somme? M.
    1 punto
  7. "Oddio, mi metti in difficoltà...che dico a pagina 397?" Ok, sono andato a prendere la "Bibbia" dalla libreria e ho letto alla pagina indicata. Proviamo a fare un pò di conti, partendo però dall'anno 1874, che fu quello, secondo la Convenzione addizionale del 31.1.1874, a partire dal quale si fissarono i primi limiti all'emissione degli scudi. All.art. 1 della Convenzione addizionale si riporta quanto segue: "Le Alte Parti contraenti si impegnano, per l'anno 1874, a non fabbricare nè lasciar fabbricare monete d'argento da 5 franchi, coniate secondo le condizioni di cui all'art. 3 della Convenzione 23.12.1865, che per un valore non superiore ai limiti seguenti: per il Beglio .................fr. 12.000.000 per la Francia...............fr. 60.000.000 per l'Italia.......................fr. 40.000.000 per la Svizzera..............fr. 8.000.000" A decorrere dal 1875, riporto per brevità una pagina del testo del Marconcini già citato: Aggiungo poi, sempre tratta dal libro del Marconcini, una tabella riassuntiva sulle emissioni delle monete auree e degli scudi dal 1875 al 1878 nei paesi della U.M.L.: Ora proviamo a tirare le somme, perchè mi ci sto perdendo anch'io fra tutti questi numeri................. :) Però, fino al 1878 ci siamo e per il 1879 abbiamo già detto che i pezzi autorizzati erano pari a Lire 20.000.000. Vediamo se i conti tornano........ ;) M.
    1 punto
  8. Ciao a tutti. "c'è da considerare che per gli scudi del 1878 e 79 furono richieste delle proroghe speciali che vennero accordate" Ti chiedo se l'affermazione sopra riportata trovi fondatamento su elementi documentali, perche i testi delle Convenzioni che ho esaminato (e che, spero, dovrebbero essere completi) fanno riferimento alla sola autorizzazione speciale concessa all'Italia per la battitura degli scudi del 1879. (art. 2 della "Dichiarazione 5.11.1878 relativa alla fabbricazione di monete d'argento durante l'anno 1879") Come risulta dai dati riportati dai Cataloghi, il contingnte eccezionalmente accordato all'Italia di 20 milioni di lire in "scudi" (4.000.000 di pezzi) venne interamente "sfruttato" nell'anno 1879. Non ho invece trovato alcuna traccia di proroghe o deroghe al divieto di battere scudi, ulteriori a quella sopra postata e salvo quella concessa dal'U.M.L. all'Italia in vista dell'emissione degli ultimi "scudi" commemorativi del 1911 e quelli del 1914. Altra affermazione che non ho riscontrato è quella secondo le disposizioni della U.M.L. non vennero mai prese in considerazione più di tanto. Sarebbe utile che fornissi, a questo proposito, qualcjhe elemento di valutazione in più. Saluti. Michele
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