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Rispondendo alla richiesta di alcuni utenti del forum, vi propongo alcuni brani tratti dalla Relazione della Regia Zecca dove viene trattato il tema della monetazione in nichelio A voi i commenti Al fondo vi allego due tabelle riassuntive Molteplici e gravi difficoltà tecniche di varia indole si dovettero invece affrontare e superare per l'adozione del nichelio puro nella fabbrica- zione di nuove monete da cent. 50, L. 1 e L. 2. Non si trattava, infatti, qui di migliorare, rimo- dernare vecchi tipi di monete cambiandone soltanto le impronte, così come era avvenuto per le vecchie monete da cent. 20 di nichelio misto, già ritirate dalla circolazione e poi riu- tilizzate per attenuare la rarefazione delle monete di bronzo, ma di procedere alla creazione di un originale sistema di monetazione con un metallo la cui lavorazione presupponeva una particolare attrezzatura d'impianto. Il problema della sostituzione delle monete di argento di piccolo taglio si affacciava in quasi tutte le Nazioni, costrette a sospendere il corso legale delle monete stesse, sia per la diminuzione del valore intrinseco delle rispettive unità mone- tarie, sia per il forte aumento del prezzo dell'ar- gento. Il Governo Italiano, come si è avuto occa- sione di accennare, aveva provveduto in un primo momento^ mediante l'emissione dei Buoni di cassa cartacei; ma l'espediente non poteva che avere carattere provvisorio a causa della scarsa praticità e del rapido logorio di questi piccoli biglietti. Soluzioni diverse del problema furono adottate dall'Inghilterra e dalla Francia. L'Inghilterra nel 1920 ridusse il titolo delle sue monete di argento da 925 a 500 millesimi. Questa misura trova la sua causale nel carattere tradizionalista del popolo inglese; è tuttavia da notare, dal punto di vista tecnico, che la lavora- zione e la coniazione dell'argento a basso titolo incontra non lievi difficoltà, e, per di più, che la sot- tilissima pellicola di argento puro, che, mediante l'imbianchimento, si ottiene alla superfìcie dei tondelli si logora molto facilmente, così da dar luogo al rapido annerimento delle monete; viene in tal guisa a mancare il fine che si vuole conseguire, cioè quello di conservare alla mo- neta la apparenza dell'argento ad alto titolo, mentre d'altra parte il costo di essa rimane notevolmente elevato. La Francia, utilizando i risultati delle ricerche di una Commissione scientifica nominata nel 1909 dal Ministro per le Finanze con l'incarico di studiare tutte le questioni riguardanti il pro- getto di sostituire alla moneta di bronzo una moneta di alluminio, adottò per i suoi — jetons mannaie. — da 50 centesimi, da i franco e da 2 franchi il bronzo di alluminio di Sainte-Claire Deville, il quale doveva offrire, insieme ad un bei colore giallo simile a quello dell'oro, una buo- na resistenza alla corrosione, conservando inal- terata la superfìcie. In pratica, oltre ad incontrare gravi difficoltà per la coniazione, si constatò che le monete di bronzo di alluminio annerivano rapi- damente coll'uso, e che, quando erano nuove, non si distinguevano dalle falsificazioni in ottone. L'Italia dal canto suo si attenne al partito di estendere l'impiego del nichelio puro nella mo- netazione. Per valutare l'opportunità e la conve- nienza di questo criterio non sarà inutile un rapido sguardo a quanto si era fatto in proposito nell'anteguerra anche in alcuni altri Stati. Il nichelio, identificato come elemento circa due secoli or sono, era da molto tempo adoperato dai Cinesi in una lega contenente rame e zinco, conosciuta col nome di « pei-tung » o « pak- tong » (rame bianco). Nella prima metà del sec. XIX si incominciò a produrre in Europa il nichel in forma di metallo puro; subito dopo, leghe analoghe al «pak-tong» vennero preparate e messe in commercio coi nomi di «argento tede- sco » e di « argentana ». Nel 1850 la Svizzera iniziò una serie di esperienze con lo scopo di introdurre nella monetazione tale lega, modifi- candola con aggiunta di argento, in ossequio alla idea allora prevalente che anche le monete di bronzo dovessero avere un valore intrinseco non molto inferiore al nominale. Le prove condotte durante venticinque anni mostrarono che que- ste leghe complesse sono difficilmente lavorabili, tanto che nel 1879 la Svizzera adottò per le sue monete da io e da 5 centesimi una lega più sem- plice, composta di 75 parti di rame e 25 parti di nichel, la quale aveva nel frattempo dato buoni risultati nel Belgio, negli Stati Uniti ed in Ger- mania. Per la moneta da 20 centesimi la Svizzera non volle impiegare la lega stessa sempre per la ragione che la differenza tra il valore intrinseco ed il nominale sarebbe stata troppo forte ; per diminuire tale differenza, adottò nel 1881 per la detta moneta il nichelio puro, che aveva in quel l'epoca un prezzo assai elevato. Così il nichelio puro fece la sua prima apparizione nella mone tazione, dimostrando all'uopo eccellenti qualità L'Italia nel 1894 introdusse nel proprio siste ma monetario una moneta da cent. 20 in lega rame-nichel 75-25 e nel 1902 una moneta da 25 centesimi in nichelio puro. Nel 1908 il rinnova mento dei tipi monetar! secondo criteri più con soni alle tradizioni dell'arte italiana incominciò con l'emissione di una nuova moneta da 20 cen tesimi di nichelio puro. Le due monete antece denti furono ritirate e la nuova, che reca nel diritto il volto dell' « Italia agricola » di Leonardo Bistolfì, ebbe tale successo che la sua coniazione sospesa alla fine del 1914 fu, subito dopo la guerra, ripresa con tondelli forniti dalla industria nazionale. Le coniazioni furono proseguite inin terrottamente durante gli esercizi dal 1919-30 al 1922-232) fino a raggiungere la quasi totalità del contingente, aumentato a lire 45.000.000. •Frattanto l'Amministrazione del Tesoro, su bito dopo l'armistizio, aveva tentato un'altra espe rienza di monetazione col nichelio puro, coniando la nuova moneta da 50 centesimi del diametro di 24 millimetri. 3) II diritto di questa moneta reca l'effigie Sovrana su modello dello scultore Roma- gnoli. Per l'altro verso la R. Commissione arti stico-monetaria volle che lo stesso artista traesse l'ispirazione dal rovescio di un medaglione ro mano di Antonino Pio, recante Cibele su una quadriga tirata da leoni. In luogo di Cibele si stabilì di porre una figura muliebre rappresen- tante la giustizia con nel fondo della moneta la parola AEQUITAS» a differenza del medaglione di Antonino Pio che era anepigrafo. Il primo contingente autorizzato fu di io milioni di lire» ed i corrispondenti 20 milioni di pezzi furono dalla R. Zecca coniati tutti durante l'esercizio 1919-20. Il suc- cesso delle nuove monete si affermò» senza indugio» pieno ed incontrastato» co- sicché subito se ne aumentò il contingente fino all'im- porto di 25 milioni di lire; la coniazione relativa fu ese- guita dalla R. Zecca durante gli esercizi 1920-21 e 1921-32. Successivamente tale contingente venne raddoppiato. Sul totale dei 50 milioni di lire autorizzati la R. Zecca ne ha finora comato per un valore di L. 37.685.665» im- piegandovi 452 tonnellate di tondelli» che» come quelli per le monete da 20 centesimi» sono stati forniti dall' industria privata già pronti per la stampa. In origine il contorno di tali monete era liscio. Quando» come si dirà in seguito» vennero isti- tuite monete di argento da L. 5» il loro diametro di mm. 23» quasi uguale a quello delle monete da cent. 50» provocò l'osservazione che le due spe- cie di monete» ambedue di color bianco» potes- sero facilmente confondersi. All'inconveniente fu ovviato disponendo il ritiro di tutte le monete da cent. 50 per modificarne il contorno in modo da poterle facilmente distinguere alla vista ed al tatto dalle monete di argento da L. 5. La modificazione è consistita nella godronatura o scanalatura del contorno» la quale viene eseguita dalla R. Zecca mediante passaggio delle monete in speciali macchine orlettatrici munite di due cuscinetti zigrinati. Ognuna di queste macchine a doppio effetto esegue la godronatura di 9000 monete all'ora. Al 30 giugno 1934 la R. Zecca ne aveva godronate n. 61.899.029 per il valore di L. 30.949.514» 50» che furono rimesse in circo- lazione» mentre si deformarono quelle poche che si riscontrarono in cattivo stato. Al 31 dicembre I933-XII ne risultarono deformate n. 112.540 per l'importo di L. 56.285. Il successo dell'impiego del nichelio puro» tanto, da principio» nelle piccole monete da cen- tesimi 20» quanto in quelle più recenti» di diametro maggiore» è ben comprensi- bile quando si pensi che la superfìcie di queste monete si mantiene indefinitamente inalterata; il nichelio puro» infatti» non solo è assoluta- mente inossidabile a temperatura ordinaria ed anche a temperatura molto più elevata» ma nemmeno si scurisce sotto l'influenza delle im- purità atmosferiche delle grandi città. In ciò il nichel puro è superiore e al bronzo» e al rame- nichel» ed anche all'argento» il quale si ricopre facilmente di una patina scura. Appunto per tali qualità» insieme con la capa- cità di prendere una lucentezza gradevole all'oc- chio e di riflettere una elevata percentuale della luce incidente sulla superfìcie lucida» il nichelio da lungo tempo era adottato come rivestimento galvanico. La sua resistenza all'usura è molto superiore a quella del bronzo e dell'argento» come fu dimostrato con apposite esperienze; la durezza pure molto elevata e la buona resistenza all'urto ed alla torsione preservano le monete di nichel puro da quelle deformazioni che non raramente si verifìcano per cause accidentali nelle monete di bronzo e di argento. Aggiungesi ancora che la durezza del nichel rende quasi impossibile ai falsar! la produzione di monete con falso conio» mentre le imitazioni ottenute per fusione di altri metalli si ricono- scono senza alcun dubbio col sussidio di una semplice calamità. Finalmente il nichelio puro conserva integro il suo valore commerciale quando si voglia pro- cedere a demonetazioni» ad esempio» per cam- biare le impronte o modificare i tipi monetar!; ed anche perché esso è immediatamente utiliz- zabile per altri scopi. Per questo fatto» oltre che per la durezza già citata, la monetazione di nichel risulta poco costosa, malgrado il prezzo del me- tallo. Ultima e non meno importante considera- zione è che il nichelio, che entra come elemento essenziale negli acciai per artiglieria, viene anche a costituire, impiegato nella monetazione, una importante riserva per il caso di guerra. A tutti questi vantaggi si contrappone soltanto la maggiore difficoltà di coniazione, difficoltà che aumenta naturalmente col diametro delle monete. Tenute presenti e prudentemente valutate tutte queste circostanze, l'Amministrazione del Tesoro decise di attenersi al nichelio puro per la creazione di una nuova moneta metallica da sosti- tuire al buono di cassa cartaceo da L. i. Per tale nuova moneta furono determinati il diametro in 26,5 millimetri ed il peso in 8 grammi, mentre il pezzo da cent. 50, già esistente come innanzi si è detto, aveva il diametro di 24 millimetri ed il peso di 6 grammi. È da rilevare in proposito che fino al 1920, epoca nella quale la nostra Amministrazione iniziò i suoi studi e le sue espe- rienze per sostituire i Buoni di cassa cartacei da i lira con buoni metallici, nessun Paese aveva coniato monete di nichelio puro con diametro superiore ai 23 millimetri. All'inizio del 1921 la R. Commissione tecnico- artistico monetaria diede al prof. Romagnoli l'incarico dell'esecuzione dei modelli, indican- dogli come soggetto, per il diritto, la figura del- l'Italia recante nella mano destra un ramoscello di ulivo, e, per il rovescio, lo Scudo Sabaudo con leggenda. I modelli furono consegnati nel mese di set- tembre dello stesso anno alla R. Zecca, la quale intraprese subito i lavori di preparazione dei pun- zoni e del materiale necessario per la coniazione. Contemporaneamente si dovette pensare alla , provvista dei tondelli. Tenuto conto della ten- denza ad estendere l'impiego del nichelio puro nella monetazione in modo tale da far prevedere che questo metallo dovesse in avvenire costituire un elemento permanente e di entità rilevante e nella circolazione, apparve evidente l'opportu- mtà, per varie ragioni, di non continuare a rivoi- gersi all'industria straniera, come in precedenza si era fatto per i tondelli da 20 e da 50 centesimi. Si è già accennato alle difficoltà di lavorazione opposte dal nichelio puro. La fusione di esso esige, infatti, forni capaci di raggiungere la tem- peratura di 1600° C°, mentre i metalli anterior- mente adibiti ad uso monetario non richiedevano più di 1300° C". Occorre poi un macchinario pesante per la laminazione prima a caldo e poi a freddo dei lingotti, i quali pesano da 40 a 60 chi- logrammi, mentre le verghe in cui si gettano le leghe di uso monetario pesano da 2 a 4 chilo- grammi. Il macchinario di Zecca era quindi inadatto alla lavorazione del nichelio puro che nel 1931 risultava del tutto nuova anche per l'industria italiana. Fino a quell'epoca, invero, gli stabilimenti metallurgici del nostro Paese avevano avuto soltanto occasione di preparare leghe di rame e nichel, la cui fusione e lamina- zione sono molto più facili che non quelle del nichel puro. L'Amministrazione del Tesoro, che su pro- posta della Direzione della Zecca, aveva in quel- l'epoca già fatto eseguire dall'industria nazionale un primo esperimento di preparazione dei ton- delli da 20 centesimi, decise di affidare ad essa l'intera lavorazione per i tondelli da i lira. Natu- ralmente le ditte italiane, per mettersi in grado di assolvere l'incarico ricevuto, non scevro di gravi difficoltà d'indole tecnica, dovettero sotto- porsi ad un non lieve tirocinio. Il risultato fu sotto ogni riguardo ottimo, non soltanto ai fini della monetazione, ma anche per il progresso dell'industria italiana, la quale si rese così capace di liberarsi dalla soggezione all'estero anche in tale importante settore. Furono allora consegnate a tré ditte metallurgiche, che si erano attrezzate per tale lavorazione e che erano state chiamate m gara, 880 tonnellate di nichelio, commercial- mente puro, residuato dalla guerra, e che, essendo di varia provenienza e conservato in numerosi magazzini dello Stato sparsi lungo la penisola, richiese da parte del laboratorio chimico della Zecca molteplici analisi. Alle suddette 880 ton- nellate le ditte dovettero aggiungere una certa quantità di nichel di nuovo acquisto, nonché di maggiore purezza, ad evitare che le successive rifusioni delle cesaglie, provenienti dalla lavora- zione, contribuissero ad incrudire il metallo e ad abbassarne il titolo per introduzione di impurezze di varie origina rendendone più difficile la lavorazione. Per quanto riguarda la coniazione devesi osser- vare che essa pure presentò difficoltà non indiffe- renti, specialmente a causa della durezza del metallo, in rapporto al forte rilievo delle im- pronte e, nel diritto, per il grande sviluppo della figura d'Italia, che in tré punti tocca la cornice della moneta. Le difficoltà erano accresciute, come si è gia’ accennato dalle dimen- sioni del diametro, nonché dalla godronatura dell’ orlo che fu ritenuta necessaria per bene distinguere moneta da quella da 50 centesimi allora coniata col bordo liscio. Si deve alla grande maestria dell'Incisore capo della R. Zecca prof. Motti, che studiò e trovò la forma dei coni più adatta ai rilievi ed alla distribuzione delle impronte, come pure alla buona volontà ed alla abilità di tutto il personale tecnico della R. Zecca, se ogni difficoltà fu felicemente superata. La coniazione fu iniziata alla fine del dicem- bre 1931, subito dopo, cioè, l'emanazione del provvedimento I) che autorizzava l'emissione di 100 milioni di monete di nichelio puro da L. i contro ritiro di uguale contingente di Buoni di Cassa cartacei dello stesso taglio. La prima emissione fu fatta nel gennaio 1932 con monete recanti il millesimo 1922. Durante il semestre gennaio-giugno 1922 ne furono coniate per 45 milioni di pezzi. Tale produ- zione (7.500.000 al mese) supera di gran lunga quelle di monete di argento eseguite dalla R. Zecca dal 1912 fino alla guerra mondiale, e fu resa possibile dalla messa in marcia delle nuove presse monetarie descritte nella prece- dente relazione, e dal fatto che, come già si è detto, i tondelli erano forniti dall'industria privata. È da notare, tuttavia che l'intensificata attività delle officine di stampa richiese all'Offi- cina meccanica uno sforzo considerevole per la preparazione dei conii che, per la durezza del nichelio in rapporto anche alla dimensione delle nuove monete, erano resi inutilizzabili in pro- porzione molto maggiore che nella monetazione dell'argento. Durante l'esercizio 1922-23 vennero coniati 52.865.776 pezzi da L. i, e nell'esercizio 1923- 24, con la coniazione di altri 2.134.224 pezzi, si esaurì il quantitativo corrispondente al suindi- cato valore nominale di 100 milioni di lire Frattanto un nuovo provvedimento legislativo ave- va autorizzato l'emissione di monete di nichelio puro da L. 2, da L. i, e da cent. 50 per complessivi 100 milioni di lire contro diminuzione, per altrettanta som- ma, del contingente in circolazione dei biglietti di Stato da L. 5 e da L. io. Con successivo prov- vedimento ministeriale2) venne stabilito il reparto dell'importo complessivo di 100 milioni di lire fra i vari tagli di monete, assegnando 25 milioni alle monete da cent. 50, 25 milioni a quelle da L. i e 50 milioni a quelle da L. 2. Dei 25 milioni di monete da cent. 50 si è già parlato nell'apposita sede. I 25 milioni di monete da L. i furono coniati nell'esercizio 1923-24 per 20.822.776, e nel suc- cessivo esercizio 1924-25 per i residui 4.177.224. Si noti che in questo stesso esercizio — in base ad altra disposizione autorizzativa fu- rono coniati altri 6.689.776 pezzi da L. i in conto della sostituzione dei buoni cartacei dello stesso taglio. In pari tempo venivano iniziati gli studi e le prove per la moneta di nichelio puro da L. 2. All'uopo furono stabiliti il diametro di mm. 29 ed il peso di gr. io e si ritenne opportuno impiegare metallo di maggiore purezza, con- tenente, cioè, il 99 di nichelio, allo scopo di diminuire, per quanto possibile, le difficoltà della coniazione e di ottenere la massima bianchezza di superfìcie. Per le impronte furono prescelti i modelli dello scultore Pietro Morbiducci recantiI) nel diritto l'effigie Sovrana e nel rovescio il Fascio Littorio. L'Incisore capo della R. Zecca prof. Attilio Motti, che eseguì il lavoro di incisione dei punzoni e dei conii con la consueta perizia e paziente minuzia, richiese per i particolari del Fascio Littorio il consiglio del senatore Giacomo Boni. La dottrina dell'insigne archeologo, che si compiacque di eseguire di persona il disegno, permise al prof. Motti di ottenere un Fascio perfettamente conforme alla tradizione romana. La coniazione delle monete di nichelio da L. 2 fu iniziata nell'esercizio 1923-34, durante il quale si stamparono tutti i 25 milioni di pezzi stabiliti in sostituzione di biglietti di Stato da 5 e io lire. In conto, poi, della sostituzione integrale dei buoni cartacei da L. 2 se ne coniarono 34.883.000 pezzi nello stesso esercizio 1923-24 per un valore di L. 69.766.000; altri 29.570.921 pezzi nel successivo esercizio 1924-25 per un valore di L. 59.141.842, ed infine 8.585.853 pezzi nell'esercizio 1925-26 per un valore di lire 17.171.706. La coniazione delle monete di nichelio puro fu sospesa nell'esercizio 1926-27 e venne ripresa nel successivo esercizio 1927-28, nel quale si coniarono 3.250.100 pezzi da L. i ed 1.631.500 pezzi da L. 2. Finalmente nell'esercizio 1928-29 si coniarono ancora 16.745.500 pezzi da L. i, mentre dall'esercizio successivo fino a quello 1933-34, non si coniò più che un minimo numero di esemplari, tanto da L. i quanto da L. 2, per i numismatici.1 punto
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I riferimenti sono sempre quelli di un denario (Crawford, Sydenham, Babelon) con l'aggiunta della nota: Suberato. Studi che diano un indice di rarità dei suberati non ci sono: anche perchè alcuni studiosi (come il Crawford) considerano i suberati non dei falsi di Stato ma opera di falsari dell'epoca (quindi estranei al lavoro della Zecca). Gli stessi collezionisti poi tendono a snobbare queste monete, evitando di metterle nella propria collezione: naturalmente quando la suberatura è evidente..... Sul procedimento di suberatura ti rimando ai Manuali del Forum: http://manuali.lamoneta.it/MoneteRepubblicane/MONETE%20SERRATE.htm#suberate1 punto
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