Il 1866 è, per la monetazione decimale di Papa Pio IX l’anno primo di coniazione. In quella data si produce, tra i due anni di pontificato, XX e XXI, buona parte della tipologia delle emissioni capitoline, che si completano nei due anni successivi. La serie Pontificia delle monete a “sistema metrico” venne istituita con l’editto del 18 giugno 1866, passo necessario per rendere la monetazione conforme alla lega monetaria del 23 dicembre 1865 cui partecipava l’Italia con Francia, Belgio e Svizzera. Pertanto dal 18 Giugno del 1866 , allo Scudo fu sostituita la Lira pontificia, da 100 centesimi, moneta argentea del peso di 5 grammi e dal titolo di 835/1000, con un rapporto di conto pari a Lire 5,375 per scudo romano.
Autore dei conii è, come noto, Karl F. Voigt provetto incisore dell’acciaio al quale mancò il coraggio di una arte che facesse rivivere i fasti delle grandi composizioni degli Hamerani, del Lucenti, Saint Urbain, solo per citarne alcuni. La monetazione è statica e schematica, omogenea per oro ed argento, con il busto del Papa al diritto, sempre a sinistra ed il valore, nel campo al rovescio, tra due rami di quercia e di alloro. Monotona tanto quanto le monetazioni degli Stati restaurati dal Congresso di Vienna.
Nel 1866 e XX anno di pontificato avviene il passaggio del vecchio sistema monetale pontificio basato sullo scudo romano alla lira, infatti, abbiamo le ultime coniazioni del 20 baiocchi 1866 XX a Roma, e del 5 baiocchi, anche questo in argento. Al tempo stesso viene introdotta la nuova monetazione con il 20 lire anno XX, il 2 lire e la lira. Queste tre tipologie hanno in comune una emissione a bordo rigato o dentato come citato dal Serafini, e per il 20 lire e lira anche a bordo liscio, ma se il Serafini cita il 20 lire a bordo liscio ignora la lira a bordo liscio, stessa cosa dicesi per il CNI.
Per potere meglio comprendere l’importanza di questa moneta, è utile rileggere le righe d’introduzione che la stimatissima casa numismatica P & P Santamaria dedicarono alla lira 1866 anno XX bordo liscio parlando della collezione del Com. Ing. Scipione Bonfili dove appare per la prima volta: “Diciamo quasi assolutamente, perché non le mancano che pochissimi pezzi, mentre ne fan parte taluni esemplari rarissimi ed alcuni assolutamente unici. Tali, ad esempio, la Lira dell’anno XX e le Due Lire del medesimo anno. Di questi due rarissimi esemplari esistono poi nella presente raccolta parecchie varietà inedite, fra le quali, in prima linea, la Lira del 1866 con taglio liscio che è assolutamente unica.” La moneta è indubbiamente l’esemplare di catalogo d’asta n. 196 e descritta : simile alla precedente ma senza la rosetta ed ornati sotto il busto del Pontefice, e con taglio liscio. Unica ed Inedita – Tav. III AR F.D.C.”
Il proprietario della raccolta venduta a Roma il 6 dicembre 1920 è pronipote di Giuseppe e Nicola Cerbara, e numerose monete che costituirono la vendita furono parte del patrimonio di famiglia.
La moneta ha peculiarità tali che sono propenso a considerarla una prova unica e precedente alla coniazione ufficiale e non come generalmente citato una moneta.
Cinagli nell’aggiunta alla Sua opera sulla monetazione pontificia al n. 196 per la lira 1866 A. XX scrive che di questa moneta furono coniati pochissimi esemplari solo per campioni presentati al Pontefice, ed esistente nelle collezioni Marignoli, Chigi e Patrizi.
Pio IX è eletto Papa il 16 giugno 1846 quindi il XX anno di pontificato termina il 15 giugno 1866, mentre l’editto è di tre giorni successivo. E’ probabile che l’incisore in previsione del nuovo regolamento ne abbia approntati i conii in precedenza ma, giustamente, riportando la data di produzione dei medesimi; 1866 e XX anno. Serafini considera saggi le pezzature decimali per l’anno XX dato che la coniazione ufficiale dell’emissione inizia solo dopo il 18 giugno con l’anno XXI. Nel catalogo, Fabio Gigante fa notare che il decreto di emissione che introduce il nuovo sistema monetario autorizzava la circolazione di monete coniate in precedenza. Va considerato che lo Stato Pontificio fece una lunga trattativa per entrare nella lega monetaria, trattativa abilmente condotta dal Segretario di Stato cardinale Antonelli, il quale, confermando formalmente l’interesse a farne parte non avviò mai le procedure di ritiro e sostituzione della moneta “di piccolo taglio dai mercati interni, indispensabili per il riequilibrio del circolante,consapevole dell’incapacità del paese a sopportare le conseguenze economiche e finanziarie di una tale operazione”. Quindi nel decreto non si poneva la moneta circolante fuori corso.
La lira a bordo liscio, presenta tutti gli elementi tipici di un progetto di monetazione, infatti eccede di oltre un grammo e sette decimi la coniazione ufficiale, mancano alcuni elementi che poi ritroviamo nella monetazione con contorno rigato e definitiva, cioè il piccolo ornatino con la rosetta al centro. La qualità dell’argento e colorazione è la stessa della prova del 20 lire in lamina anno XX firmato C.V. Pagani n. ed infine la peculiarità del bordo liscio, tipica appunto, per i progetti e le prove dell’ottocento.
Stato Pontificio Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti) 1846-1870
Lira 1866 Anno XX Roma Argento gr. 6,71 diametro mm 23,8 Splendida ed Unica.
D/ PIVS IX PONT• - MAX• AN• XX• busto a sinistra del Pontefice
Rv: ✮ STATO ✮ PONTIFICIO ✮ tra due rami di alloro 1 / LIRA / 1866 sotto R
Taglio liscio assi di conio ↓
Pagani 564a (questo esemplare), Muntoni 49 I (questo esemplare), Serafini manca, CNI manca, Cinagli manca.
Ex Asta P & P Santamaria 6.XII.1920 collezione Bonfili n. 196
Ex Asta NAC Zurigo 16, 29.X.1999 n. 849
Ex Asta Nomisma 40 RSM 11.X.2009 collezione Vitalini n. 1241
Concludendo considero questo esemplare il capostipite di tutta la monetazione decimale pontificia, coniata precedentemente al tipo rigato e senza rosetta, elemento che fu poi aggiunto in seguito per i soli piccoli moduli.