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  1. Senza entrare nei dettagli - che sono difficili da estrapolare, visto le dimensioni dell'oggetto , direi che njk
    11 punti
  2. Ho il piacere di annunciare l’uscita del libro “Davide Calandra - I segreti della Quadriga”. È la prima pubblicazione che porta la firma del nostro @Andrea imperatore, a cui vanno i miei più sentiti complimenti e ringraziamenti per avermi concesso l’onore di riceverne una copia fresca di stampa direttamente dalle sue mani. Come da titolo, il libro si concentra sulla genesi di quella che da molti è ritenuta essere (a ragione, a mio parere!) la moneta più bella mai coniata sotto il Regno d’Italia: la tipologia “dell’Italia su quadriga”. Dopo un’introduzione sullo scultore e le altre figure di spicco che hanno avuto un ruolo chiave nella realizzazione di questa opera d’arte monetale, il libro illustra fotografie mai pubblicate prima (e davvero impressionanti, anche grazie al formato del libro) dei bozzetti in gesso realizzati direttamente dalle mani del Calandra. Vengono poi illustrate e descritte minuziosamente le matrici in bronzo (fotografie che per la prima volta evidenziano sia l’imponenza che la bellezza di queste realizzazioni) nonché tutte quelle molteplici prove che culmineranno con quel capolavoro che tutti conosciamo: il conio della serie Quadriga Briosa. Molto istruttiva è la parte intitolata “l’arte del bronzo”, che attraverso la spiegazione di nozioni nell’ambito della realizzazione di modelli per la fusione di monete e medaglie, ci permette di farci un’idea delle problematiche tecniche con cui dovettero confrontarsi i modellisti e gli incisori di quel tempo. La conclusione invece cerca di fare il punto della situazione sulla coniazione dello Scudo Quadriga e sull’effettivo ruolo di moneta; dati alla mano infatti, emergono informazioni discordanti che lasciano ancora molti interrogativi. Formato: 30x30cm, 90 pagine a colori
    11 punti
  3. Io credo che non dovremmo essere egoisti. E lasciare le nostre monete ai collezionisti del futuro. Si può fare un catalogo della collezione in modo che ne resti traccia. Nella speranza che un futuro collezionista possa dire con orgoglio: ''questo esemplare proviene dalla raccolta di X...'', così come io sono stato fiero di aver avuto monete di Zoppola, De Lazara, Voirol, Bement, Cahn e altri... Arka # slow numismatics
    10 punti
  4. Milano Numismatica e’ stato tanto, veramente tanto quest’anno…e’ stato enorme partecipazione con ben 105 persone, tanti tanti giovani, grandi relatori, due premi Giovani con incredibili presenze degli stessi, e’ stato il Gazzettino con ben 11 autori che hanno parlato, e’ stato collaborazioni importanti vedi con la Nip, e’ stato un pranzo conviviale con 80 persone che non ricordo in numismatica, e’ stato presenze autorevoli, Alberto Varesi, Paolo Crippa, Cavicchi per CNI, D’Andrea per l’Accademia Italiana di Studi Numismatici, Umberto Moruzzi con la sua conduzione per la Nip con gli straordinari e straffollati tavoli del workshop, ma in fondo e’ stata una grande kermesse per la numismatica, per i giovani, per la divulgazione, per i valori dove emozioni e passioni sono state le vere protagoniste di questa giornata da ricordare nel tempo !
    9 punti
  5. Buonasera a tutti Non condivido una monetina da parecchio tempo 😅 Questo giorgino si va ad aggiungere in collezione a fianco del 26 che già avevo....son monete di piccolo taglio in mistura e complicate da trovare con bei rilievi, figuriamoci con l'argentatura. Questa appena vista mi ha fulminato. Una freschezza così l'ho trovata poche volte. Sono molto soddisfatto. Cosa ne pensate? Un saluto a tutti.
    9 punti
  6. Cari tutti proseguendo nei miei maldestri tentativi di migliorare le immagini a corredo della mia modesta raccolta, provo a sottoporvi quelle del primo Scudo coniato dal re Galantuomo nella serie del Regno d'Italia. Questo bisbetico millesimo, che mi pare di avervi già mostrato, non è tanto facile da reperire in questa qualità, mentre si trova con relativa frequenza in BB, pur rimanendo un R2. Nel caso di specie questo esemplare proviene dall'asta Nomisma n. 69 della scorsa primavera, al lotto 1926 ed è stata giudicata dagli stesori del catalogo come MS61. La cercavo in buona conservazione e ritengo di aver fatto abbastanza bene a inserirla in collezione perché - come detto - trovarla in MS64 è assai arduo. Ma più che la moneta in sé sono interessato alle Vostre qualificate opinioni sulle foto, eseguite sempre seguendo le semplici ma a mio parere efficaci regolette suggeritemi da Fabrizio @ilnumismatico, al quale ovviamente chiedo un parere, oltre che ringraziarlo come sempre per le "dritte" che non manca mai di elargire a me e a tutti. In particolare vorrei avere opinioni sul lustro di conio e sulla patina, presenti entrambi in misura moderata ma visibile in mano. Buona giornata
    9 punti
  7. Avete presente quando pensi a una moneta che ti piacerebbe ma che sembra irraggiungibile (almeno per me) e invece entra di prepotenza in collezione? E' successo ieri con questo Francescone del 1807. Visto nel vassoio del venditore e proposta a un prezzo che subito mi aveva fatto desistere dall'acquisto. E invece a fianco avevo quella santa donna che ho sposato e candidamente mi dice: la vuoi? Te la regalo io Vi lascio immaginare lo stato d'animo. Allego le foto e sarei felice di sentire un vostro parere Devo ancora pesarla, preparare la scheda e il cartellino, ma mi ha colpito la patina e anche se capitasse, non la cambierei
    9 punti
  8. Ho da qualche anno avviato la professione di "erede numismatico" con serietà ed autorevolezza, pertanto chi volesse togliersi dalle ambasce su a chi lasciare la propria collezione di monete e - perché no? - di banconote, suggerisco di contattarmi in M.P. per il ritiro a domicilio. Garantisco mantenimento ai massimi livelli degli esemplari e custodia perenne.
    9 punti
  9. Buonasera. Molte persone non hanno un erede interessato a continuare la propria collezione. Direi che è quasi la normalità. La strada del museo a mio avviso è quasi sempre non perseguibile se non sconsigliabile. I musei sono già pieni di oggetti che non espongono e le monete non sono proprio il reperto più notato dal visitatore medio. Il rischio è che la collezione, nella migliore delle ipotesi finisca in magazzino, oppure, peggio, a casa del magazziniere. Credo che la soluzione migliore sia entrare nell'ottica che la nostra collezione può far felici molti collezionisti. Come? Semplice: ciò accadrà quando finirà all'asta (o sui banchi del mercatino). Molte monete che abbiamo, le abbiamo proprio grazie agli eredi che le hanno vendute. Noi siamo solo custodi temporanei delle nostre monete. E un domani è giusto che vadano a qualcuno che le saprà apprezzare e valorizzare. E la strada naturale sono proprio le aste, i negozi o i banchi del mercatino. Rimane da decidere se vogliamo, un giorno, cederle noi o lasciar fare ai nostri eredi. Possiamo vederla come una cosa triste, oppure come una cosa bella. Se custodiremo bene le nostre monete, avremo dato il nostro piccolo contributo nella lunga storia della numismatica
    9 punti
  10. Ciao a tutti, visto che, contrariamente a quanto dichiarato qualche tempo fa, sono ancora impantanato nella meravigliosa palude della monetazione del periodo repubblicano, ho il piacere di condividere con voi un paio di regali anticipati che mi sono fatto come di consueto per compleanno + Natale. Si tratta di due denari che ho decido di inserire in un unico post visto i soggetti che rappresentano, li presenterò in ordine cronologico. Il primo è un denario della Gens Tituria raffigurante Tito Tazio, il re dei Sabini poi divenuto Re "dimenticato" di Roma visto che non viene mai considerato nella lista dei "7" (con lui 8 ) Re e convenzionalmente a quanto ho capito (anche se il calcio non è una mia passione…) l'ottavo Re di Roma è considerato Totti…🤨 Come molti personaggi di quel periodo è avvolto nella leggenda, sarebbe vissuto durante alcuni episodi molto famosi della storia della Fondazione di Roma, il ratto delle sabine e la vicenda della povera (o no?) Tarpeia e, a seguito delle stesse, avrebbe governato per 5 anni dal 750 al 745 a.C. insieme a Romolo. I due episodi di cui sopra sono raffigurati entrambi nei denari della Gens Tituria i cui membri si ritenevano discendenti dei Sabini (da qui anche il ritratto di Tito Tazio al dritto chiaramente), in questo post vedrete quello di Tarpeia perché non possiedo ancora quello del ratto delle Sabine (lo trovate ovunque in rete se siete curiosi). Come dicevo al rovescio è raffigurata Tarpeia nei momenti finali della sua vita mentre i soldati Sabini la seppelliscono con i loro scudi, del mito in questione vi sono almeno due interpretazioni. La prima è a favore della buona fede della fanciulla che tentò di ingannare i Sabini chiedendo loro, in cambio dell'apertura delle porte di Roma, "quello che avevano al braccio sinistro", così i soldati le avrebbero dato i loro scudi (che portavano appunto al braccio sinistro) e sarebbero stati indifesi di fronte ai romani. La seconda è a favore dell'avidità della fanciulla perché sembra che essa in realtà volesse i bracciali d'oro dei Sabini e non gli scudi. L'epilogo finale in ogni caso non è mai favorevole alla fanciulla (😞)perché in entrambe le versioni i soldati le danno comunque i loro scudi e lei finisce sepolta dagli stessi, considerando che la Gens Tituria la celebra in una moneta sarei più propenso a credere alla prima versione, nel forum comunque ci sono delle discussioni molto interessanti sulla questione se volete approfondire. Di seguito il denario in questione, inutile dire che lo adoro: L. Titurius Sabinus, Denario, Roma, 89 a.C., Crawford 344/2b 4.00g X 18mm, Argento D/ SABIN; testa di Tito Tazio; davanti, un ramo di palma. R/ L TITVRI; Tarpeia con due soldati; in alto, un crescente con una stella. Il secondo denario è della Gens Memmia, raffigura al dritto il Dio Quirino e al rovescio Cerere, il dritto della moneta è il motivo per cui ho deciso di mettere insieme i due personaggi in un unico post, la divinità in questione, nella leggenda della Fondazione di Roma sarà identificata con Romolo. Il Dio Quirino sembra fosse in origine una divinità Sabina infatti pare che lo stesso Tito Tazio avesse edificato un piccolo tempio in onore del Dio sul Campidoglio. Mi piaceva l'idea di mettere i primi due Re di Roma uno accanto all'altro, è anche il motivo per cui ho aggiunto insieme le due monete alla collezione 😊 Non scrivo altro visto che comunque sul forum ci sono discussioni più autorevoli delle mie su questi argomenti, vi presento quindi anche il secondo denario, adoro anche questo ovviamente, il ritratto in particolare mi fa veramente impazzire: C. Memmius C.f., Denario, Roma, 56 a.C., Crawford 427/2 4.00g X 20mm, Argento D/ QVIRINVS/C MEMMMI C F; testa di Quirino. R/ MEMMIVS AED CERIALIA PREIMUS FECIT; Cerere con torcia e spighe di grano; davanti, un serpente. Grazie a tutti per l'attenzione, Matteo
    8 punti
  11. Mentre ancora si parla del numero di ottobre, già è preannunciato quello di novembre. Questo il sommario: Roberto Diegi, Grotte e caverne abitate dall’uomo – p. 3 Vladimiro Pirani, Paolo IV. Giuli con San Paolo per la zecca di Ancona – p. 7 Mario Veronesi, Piacenza: il sesino con data 1792. Storia di una moneta mai emessa – p. 11 Giovanni B. Vigna, Michele Chimienti, Guglielmo Cassanelli, Renzo Bruni, Bologna Sabauda. Dal Governo delle Romagne al Regno d’Italia. Chiusura della Zecca (1859-1862) – p. 15 Jakub Jan Groborz, Banconote false: guida pratica per scoprire le contraffazioni – p. 51 Pietro Luigi Garavelli e Alessandro Vanni, Le spille del Lions Clubs International (Lci) – p. 55 Alberto Castellotti, Tre gemme della Collezione Papadopoli Aldobrandini – p. 57 Recensioni – p. 60 Notizie dal mondo numismatico – p. 61 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 63 Per parte mia segnalo l'articolo conclusivo degli Annali della Zecca di Bologna sul periodo tardo-Risorgimentale e del Regno d'Italia, con la chiusura della zecca stessa, ufficialmente il 31 dicembre 1861, nella realtà dei fatti oltre un anno dopo (periodo in cui si continuò la coniazione della "palanca" e cioè della moneta da 5 centesimi). E' un contesto travagliato e straordinariamente interessante, che documenti e nuove notizie sulla monetazione contribuiscono a chiarire.
    8 punti
  12. Siamo al tramonto dell’impero romano d’Occidente, un periodo storico convulso, drammatico nel vero senso della parola in quanto i personaggi che lo animano si muovono come sulla scena di un dramma ricco di colpi scena. “Dramatis personae” (come lessi su un libro che ora non ricordo, in riferimento a quei fatti) rende davvero bene l’idea. La monetazione del V secolo d.C. e’ estremamente interessante, ma anche estremamente complessa. Devo dire che mi affascina molto, anche se mi rendo conto che tutte le volte che mi avvicino ad una di queste monetine lo faccio con un timore quasi reverenziale, nella consapevolezza di quanto poco ne so. Ma poi mi dico: Ho cercato quindi di leggere un po’ e di studiare (parola grossa per me) o per lo meno di mettere in movimento le rotelle del cervello arrugginite e consumate dall’età e dal logorio della vita moderna (ahhh, bastasse un Cynar…): Quindi, mi scuserete se in questa discussione dirò qualche (o più di qualche) inesattezza che vi pregherei di correggere. Per me, questo periodo, e’ come un campo minato. Qualche tempo fa e’ stata venduta all’asta sulla baia questa moneta: L’inserzione originale del venditore recitava: Avitus AD 455-456. ** THE USURPER ** AE Nummus ,RRR 10mm 1.2gr L’ asta ha avuto 12 offerte e la moneta e’ stata aggiudicata per 29,00 $ (26,94 euro) + spese di spedizione di 8,54 $ (7,93 euro). Tranquilli, non l’ho vinta io. Però, questo “Avito” qualcuno lo ha avuto, scusate il gioco di parole. E tutto sommato ad un prezzo accettabile, direi. Tutti vorrebbero un bronzo di Avito…..Tutti vorrebbero la “rarità” in collezione… Poi, quanti di noi vorrebbero cercare di completare la serie “imperatori romani” riempiendo la casella vuota con un bronzo di Avito? Ma esistono veramente bronzi di Avito? Torniamo alla moneta oggetto della discussione e consideriamo sempre che parliamo di una fotografia, con tutti i limiti che ciò comporta, in particolare in riferimento alla sua autenticità. In effetti, il primo scoglio e’ cercare di capire se e’ autentica. Già giudicare dalle fotografie e’ molto difficile, a maggior ragione nel caso di queste monetuzze. A me, così di primo acchito, parrebbe autentica, ma sono consapevole dei miei limiti di esperienza e di conoscenza. Comunque, proviamo ad analizzare la moneta come esercizio e partiamo dal rovescio. Il rovescio mi fa pensare ad una VICTORIA AVGG: si vede bene una figura femminile alata andante a sinistra con un ramo di palma nella mano sinistra ed una corona nella mano destra. Forse una stella/croce (staurogramma?) nel campo sinistro del rovescio? O e' tutta pareidolia come amo dire io? Passiamo al dritto. Guardandola mi domandavo cosa potesse indirizzare verso Avito: Ho pensato che questa lettera cerchiata sia stata interpretata come una V coricata, la V di AVITVS. Ma e’ davvero così? Che cosa e’, in realtà? Quindi, andiamo con le ipotesi: 1. Si tratta di un vero Avito 2. Si tratta di una altra moneta scambiata volutamente o meno per Avito o creata ad arte per Avito Ipotesi 1: Il problema e’ che “ tra i nummi apparsi sino ad oggi nei musei, nelle collezioni private e nel mercato, nessuno offre una lettura certa della leggenda” . A. Trivero-Rivera e A. Gennari: Ex nummis historia: agonia e morte di un impero” Oppure siamo così fortunati che si tratti del primo bronzo di Avito apparso? Ipotesi 2: Ho pensato che possa trattarsi di una moneta di Valentiniano III. Quella lettera nel cerchietto, anziché una V (qui comunque preceduta da più lettere, mi sembra) potrebbe essere la L aperta di VALENTINIANVS, Valentiniano III. In effetti, se guardo la legenda alla destra del capo del sovrano, mi pare di leggere qualcosa tipo …NVS e non VS come mi aspetterei con un ipotetico AVITVS (AVIT-VS). Poi, magari, e’ tutta pareidolia eh (aridaje!) C’e’ da considerare però che la maggior parte dei bronzi attribuiti ad Avito sono in realtà monete di Onorio (o imitative di Onorio) si cui si legge solo ..VS perché magari il tondello e’ molto decentrato verso sinistra e la legenda quindi non si vede nella sua interezza. Ma qui mi sembra di vedere almeno una altra lettera prima di VS. Da non dimenticare poi che esistono anche “Avito” che in realtà sono imitative di Valentiniano III con una nota inversione D N AVL….anzichè D N VAL….E la L combinata con la E successiva può portare alla T di AVIT… Senza poi contare tutti quelli creati ad arte con ritocchi vari per generare la rarità e , ovviamente, i falsi di cui siamo stati inondati di recente. Ora qualche esempio: Ecco un esemplare dalla collezione del British Museum dove vi e’ quella inversione di cui parlavo (il Curatore dice di questa moneta “probably tooled from Valentian II” mostrando di non crederci troppo lui stesso (e gli perdoniamo se scrive Valentian II anziché Valentinian III) https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_B-2627 Così come manipolata e’ questa che , ahimè, e’ presente anche su Wildwinds e che fa parte di uno dei tre nummi pubblicati sul RIC X e dimostrati inattendibili (già lo stesso Kent aveva sollevato dubbi sulla loro autenticità). Richiamo Trivero Rivera e Gennari: “Ciò non di meno, è ragionevole pensare che esistano realmente dei nummi coniati in nome di Avito e forse qualcuno di quelli già conosciuti, ma di lettura incerta, potrebbe essere correttamente attribuito a questo imperatore”. Forse ho parlato troppo, proprio come Ciuchino: Siamo arrivati? No, siamo solo partiti! A voi la parola. Fonti: Trivero Rivera-Gennari: Ex nummis historia: agonia e morte di un impero. Pag. 51. Editrice Diana. Una lettura, secondo me, imprescindibile per chi vuole avvicinarsi a queste monete. E poi scritto da due nostri forumisti, ovvero @antvwaIa e @Poemenius. Per chi volesse avere notizie biografiche su Avito: Un articolo di Rasiel Suarez del 2014 che giunge alle stesse conclusioni: https://dirtyoldcoins.com/Roman-Coins-Blog/1239 Una bellissima discussione da non perdere assolutamente sui bronzi del RIC X: Infine, per chi volesse rilassarsi , con un richiamo al titolo: Ciao a tutti. Stilicho
    7 punti
  13. Non voglio far andare in depressione nessuno, però ho i miei anni e magari avrò ancora tanti anni davanti, però...non ho figli e non ne avrò. Non conosco nessuno al quale un domani potrò mai lasciare la mia collezione. Una collezione nella media, certo non parliamo di tesori antichi, ma nemmeno una collezione insignificante. Insomma, l'ho eredita in parte dai miei nonni e custodita con cura negli anni aggiungendo quando possibile altri pezzi, più o meno pregiati, sia banconote che monete. Provo tanto fastidio nel vedere su ebay o mercatini collezioni smembrate e rivendute da gente che magari era vicino a questi collezionisti e poteva almeno conservarle, invece no. Ma questo è soggettivo. La mia vera domanda è; esiste un modo per far continuare a vivere una collezione anche dopo la scomparsa del suo proprietario? Io pensavo a qualche museo, secondo voi potrebbero accettare oppure anche loro la smembrerebbero prendendo solo i pezzi più pregiati? Certo non pretendo che venga esposta in toto o in larga parte, mi darebbe tanta serenità sapere che sarà un domani custodita in mani sicure senza scopo di lucro
    7 punti
  14. Buonasera a tutto il Forum . Ammiro il lavoro di un falsario, lo ammiro per la capacità di migliorarsi nel copiare la moneta autentica. Prendiamo questo ad esempio, alle prese con una Piastra del 1856...falso piuttosto Comune a reperirsi, di solito lo si trova nella versione in ottone senza argentatura... evidentemente non ha indovinato i dosaggi corretti. Un po' meno Comune è il falso in metalli bianchi e molto insidioso il falso con argentatura integra e ben diffusa su tutta la superficie...solo l'usura lungo il rialzo del bordo ne tradisce la sua anima in lega di ottone. Il motto nel taglio è uguale in tutti e tre gli esemplari: stessi caratteri e uguale spaziatura, non sembra essere stato assemblato e battuto lettera per lettera, ma impresso con una virola creata appositamente ...un genio! Di seguito i tre pezzi a confronto, appena mi sarà possibile inserirò il peso. Il diametro è uguale per tutti.
    7 punti
  15. Farò una riflessione forse un po' prosaica e un po' filosofica al contempo, io credo che all'approssimarsi di una certa età sia necessario distaccarsi un po' dalle risultanze materiali della vita, certo, una vita da collezionista implica anche tutta una serie di compulsioni possessive e acquisitive che non è poi facile superare mai del tutto, ma aiuta tenere sempre presente, nonostante la compresenza di quegli impulsi, che tutte le risultanze materiali, beni e collezioni comprese, sono temporanee, come è stato già detto noi in realtà non possediamo nulla se non in modo temporaneo, da custodi per un tempo limitato, siamo di passaggio qui e dopo alcune decadi ce ne andiamo e ciò che di materiale abbiamo accumulato resta qui (malgrado le tentazioni di emulazioni faraoniche ed egiziache con tanto di piramidi, mummificazioni e sacrifici di numismatici 😁)... Ciò detto è ovviamente lecito ed anche naturale pensare a cosa ne sarà di ciò che, spesso con tanta passione, energie, tempo e denaro è stato messo assieme, soprattutto quando le vicende personali non hanno portato nella propria vita eredi diretti o dotati dello stesso interesse e passione... io credo che tenuto nella giusta priorità il benessere dei propri familiari ed eredi, l'idea della dispersione della propria collezione non debba rattristare troppo, del resto se tutte le collezioni rimanessero intatte il collezionismo stesso morirebbe in quanto non più alimentato da nuovo materiale, è un processo del tutto naturale che la maggior parte delle nostre collezioni, che tanto hanno allietato i nostri momenti e stimolato i nostri neuroni (nei casi migliori), possa trovare nuova linfa mediante la messa in circolo dei singoli pezzi che andranno a formare altre e nuove collezioni, anche perchè sono poche le collezioni davvero importanti storicamente, quelle che finiscono per andare oltre l'interesse personale del collezionista per assumerne un altro di rilevanza pubblica, di bene culturale... Quelle poche che arrivano ad assumere una tale importanza giustamente sono conservate nei musei o in istituti similari e vanno valorizzate mediante catalogazione sistematica e possibilità di fruizione pubblica, dal vivo o almeno in modalità virtuale... Forse alcune collezioni però, anche se prive di tale rilevanza storica e scientifica, possono acquisirne una diversa, ma comunque molto utile potenzialmente, cioè un valore didattico, che permetta ad un pubblico di insegnanti, studenti e giovani di accedere all'oggetto monetale con più facilità e poterne approfondire tutti i potenziali di studio e illustrazione dei fatti storici di cui si spesso si tratta senza mai tenere in conto di questa particolare fonte, in quest'ottica lasciti a scuole, università, istituti di insegnamento di vario tipo, anche associazioni con finalità eminentemente didattiche, potrebbero rappresentare a mio avviso una valida alternativa agli istituti museali per valorizzare in continuità collezioni prive di particolare valore economico o scientifico e favorire la diffusione e divulgazione numismatica e/o storica mediante la numismatica... Si tratta di un'idea che sto accarezzando anche dal punto di vista personale, quando sarà il momento, visto il potenziale didattico insito sia nelle mie collezioni che nella mia biblioteca...
    7 punti
  16. Ti ringrazio di cuore per la tua ottima recensione, così come ringrazio tutti per i complimenti. Spero che il mio lavoro e quello di Alessio Sena con il quale ho collaborato in questo lavoro durato 2 anni possa ripagare l' interesse dei lettori. Per me è già un premio aver realizzato un libro che racchiude tutto il mio amore e la mia passione per la numismatica. Chi fosse interessato può tranquillamente contattare Alessio al 3284886316 su Messenger o whatsapp. Vi dico soltanto che in quest' opera troverete tra l' altro foto di modelli inediti conservati nella Gipsoteca Calandra di Savigliano (CN) e nel museo GAM di Torino sconosciuti ai più. Naturalmente sarà gradito un vostro parere per chi avrà il piacere di prenderlo. Grazie di cuore a tutti.
    7 punti
  17. cambiasndo genere, posto questa doppia cartolina del nostro Regio Esercito Coloniale, cartolina della Federazione Italiana Nazionale Fascista per la lotta contro la Tubercolosi, rappresenta le divise dei vari componenti Italiani e Africani che facevano parte del nostro esercito, erano veramente dei figurini
    6 punti
  18. Gli anni in cui furono emesse le monete d'argento di Barber, dal 1892 al 1916 (1915 per il mezzo dollaro), si possono considerare un periodo molto stabile per la monetazione, in termini di numero di pezzi coniati e della loro circolazione senza alcuna restrizione. Infatti, a parte le solite polemiche sui dollari d'argento (allora come oggi la maggior parte degli americani preferiva il biglietto di pari valore), non ci furono problemi di sorta con le monete, e tutti poterono godere di una disponibilità adeguata e affidabile. Tradotta in una produzione di oltre 500 milioni di dimes, 264 milioni di quarters, e quasi 136 milioni di half dollars. Va da sé che la gran parte di questa enorme massa monetaria debba considerarsi ancora oggi comune dal punto di vista del collezionismo, specie se circolata. Non mancano tuttavia le rarità, come i quarti di dollaro 1901S, o i mezzi dollari del 1904, sempre coniati a San Francisco. Ma è con un'altra moneta che la zecca della California raggiunge la vetta: l'unica, tra quelle disegnate da Barber, che possa rivaleggiare con il V-nickel del 1913. 1894S Dime Non si può dire che il 1894 sia stato un anno di grande produzione per il dime, appena 1.330.000 a Philadelphia e soli 720.000 a New Orleans. Nessuno a San Francisco. O almeno, queste erano le disposizioni del Dipartimento del Tesoro. Eppure, nella zecca californiana furono coniate 24 monete, presumibilmente nel mese di giugno. Perchè? Ah, saperlo Una prima spiegazione apparve già nel 1895, in un articolo del San Francisco Bulletin. L'articolo citava un rapporto di un dipendente della Zecca, nel quale si sosteneva che un numero molto piccolo di dimes era stato coniato per pareggiare un disavanzo nei libri contabili. La teoria fu portata all'attenzione dei numismatici nel 1928 all'interno di un articolo di Farran Zerbe apparso su The Numismatist. Se fosse vero, si tratterebbe di una situazione unica, in quanto non è mai successo nulla di simile in nessuna delle altre filiali della Zecca. Resterebbero però due cose da spiegare: perché, a fronte di uno sbilanciamento dichiarato di 40 centesimi, siano stati coniati 24 dimes, ovvero 2 dollari e 40, e perché questi dimes sono stati coniati in una finitura definita da sempre prooflike, se non addirittura proof. Insomma, si sarebbe prestata la massima cura possibile per produrre una manciata di monetine che dovevano servire solo a coprire un modestissimo sbilanciamento. Un'altra teoria, forse più vicina al vero tira in ballo John Daggett, l'allora Sovrintendente della Zecca di San Francisco. Daggett avrebbe fatto coniare i 24 dimes su esplicita richiesta di alcuni suoi amici, probabilmente banchieri, e ne avrebbe distribuiti tre ciascuno a sette di loro, tenendo per se gli altri tre. Questa teoria non tiene però conto del fatto che sicuramente due dei 24 esemplari sono stati inviati alla Assay Commission, che li ha rifusi per effettuare i suoi test. I conti non tornano, ma di più sulla loro origine non si sa, l'unico altro dato certo è che dei 24 esemplari di 1894S dime, solo 9 sono quelli oggi conosciuti (si discute sulla possibile esistenza di un decimo). Di questi, due portano i segni di una lunga circolazione, gli altri sette, al contrario, sono in altissima conservazione, certificati tra Proof-60 e Proof-66. Quest'ultimo è l'esemplare in foto, valore stimato circa 2 milioni di dollari petronius
    6 punti
  19. Il 6 ottobre del 1786, dalla Regia Zecca delle monete, il maestro di zecca Cesare Coppola scrive a re Ferdinando informandolo della dipartita del mastro de’ conj Bernardo Perger, avvenuta il giorno precedente. Inoltre, rileva la necessità di nominare urgentemente un altro incisore “per l’incessante bisogno delle correnti monetazioni” proponendo il figlio maggiore del defunto, Domenico, per l’esperienza acquisita durante l’affiancamento al padre. Per inciso, da altri documenti risulta che Bernardo aveva due figli, Domenico e Giuseppe, entrambi lavoranti alla zecca e competenti nell’utilizzo e nella costruzione delle macchine. Le parole “hà bene spesso supplito le veci del di lui Padre, quando per la sua infermità è stato impedito, nel formare i Conj per le monetazioni” mi suggeriscono di ipotizzare che il conio della piastra del 1786 con sigla P. (Magliocca 244a) possa essere stato realizzato non da Bernardo Perger, bensì da Domenico, quando il padre era nell’impossibilità di lavorare per questioni di salute. Nominato Domenico Perger maestro dei coni, nel 1786 inizia a siglare le monete con D.P. (per distinguerle da quelle con la P.?) per poi passare alla sola P. Due stralci del documento conservato presso l'Archivio di Stato di Napoli, Ministero delle finanze, busta 2136.
    6 punti
  20. Posso confermare che: 1 non è Avito 2 che a oggi non esiste alcun bronzo di avuto 3 che l'esistenza non è impossibile... Anzi plausibile... Ma tuttavia non ne esiste a oggi nemmeno uno Ho recentemente pubblicato in Francia un articolo con tutti i presunti Avito in bronzo noti... Spiegando uno per uno perché sono altro 😂 Ho inoltre citato più volte una nota serie di Valentiniano III che riporta una inversione di lettere DN VAL al posto di DN VAL. Ne ho censite diverse... Non è un caso isolato
    6 punti
  21. Sul Portale Numismatico dello Stato, ora nuovamente utilizzabile, è stato pubblicato un ulteriore volume (il n. 75 - collana MATERIALI) del progetto editoriale sulla Collezione Reale (Monetiere di Palazzo Massimo). Riguarda Bologna ed il pontificato di Pio VI: è il XII Bollettino relativo a questa Zecca ; a questa 1^ parte (anni 1775-1785) ne seguirà a breve una seconda, giungendo a ridosso dell'era moderna (1785-1796). Autori Michele Chimienti e Giovanni B. Vigna. https://www.bollettinodinumismatica.it/static/bollettini/flip/BdN_Materiali_75_2019/index.html
    6 punti
  22. V-nickel o V-dollar? Il nome ufficiale di questa moneta è Liberty Head nickel, ma a causa di quel grande numero romano al rovescio è conosciuta soprattutto come V-nickel. Ci sta, di teste di Liberty ce n'erano già tante, e più o meno si somigliavano tutte Ma qualcuno pensò bene di sfruttare questa somiglianza. Perché che quella V stesse a indicare il numero 5 lo sapevano tutti, ma 5 cosa? Se guardate bene, da nessuna parte è scritto che sono centesimi. Ma è ovvio, si dirà. Sì, ma solo fino a quando non vi fanno credere un'altra cosa Approfittando della dimensione simile a quella dei 5 dollari d'oro (half eagle), vari truffatori hanno rapidamente placcato in oro i nuovi pezzi e li hanno fatti passare per quelli da 5 dollari. E per rendere il tutto ancora più convincente, hanno anche modificato il bordo liscio dei nichelini in rigato, come quello delle mezze aquile, prima della placcatura. E c'era, come detto, una certa somiglianza tra le due teste di Liberty al dritto. Ecco quella dei 5 dollari, l'altra è nel post precedente: Somiglianza che non poteva certo essere fatta valere per il rovescio, sulla moneta d'oro, come da nome, c'era un'aquila. E' probabile che i truffatori la spacciassero per un nuovo modello, e poiché erano pochi quelli che avevano la possibilità di controllare la veridicità di questa affermazione, la truffa funzionava, con grande imbarazzo della Zecca. Queste monete furono poi chiamate racketeer nickels, "nichelini da racket" e si possono trovare ancora oggi, anche se poi ne sono stati prodotti in quantità per i collezionisti: non garantisco che l'esemplare in foto sia stato fatto davvero nel 1883 Se un giorno qualcuno volesse provare a scrivere una storia numismatica della Gilded Age questa moneta-nonmoneta, meriterebbe l'onore della copertina, rappresentando, meglio forse di tante parole, l'essenza di quegli anni. Anch'essa, infatti, al pari dell'epoca narrata da Twain e Warner, ha solo una sottile patina dorata, che può far credere che tutta la moneta lo sia, ma grattandola appare la cruda realtà sottostante. Che tanti, però, non riescono a vedere... o forse preferiscono non farlo petronius
    6 punti
  23. Una monetina trovata per caso e pagata poco ma che mi dà parecchie soddisfazioni. Vittoria nel suo splendore giovanile su una moneta popolare, di uso quotidiano, tenuta in mano da chi il suo Regno lo ha ha vissuro col lavoro, il dolore e il sangue. La conservazione è sopra il BB, oserei BB+. Chissà quanti racconti di Dickens avrà veduto!
    6 punti
  24. Io penso di lasciarla ai miei figli e ne faranno quel che vorranno. Se uno dei due da grande mostrasse maggiore interesse, la lascerei tutta a uno solo per intero. Altrimenti mi divertirò a dividere i pezzi secondo un mio criterio. compro poche cose e mi piace pensare che il gruzzolo di monete che lascerò sarà un pezzo di me che rimane sulla terra. Tutto quel che vorranno fare i miei figli di quelle monete, sarà la scelta giusta.
    6 punti
  25. Mi riesce difficile poter esprimere, a parole e per iscritto, l'entusiasmo e la felicità di aver partecipato a questo evento, che ha espresso i più alti e meritevoli lati positivi che la numismatica può offrire. Molti sono i momenti positivi, per primo il riconoscimento della moneta e del premio NIP per i giovani, poi gli interventi degli autori del Gazzettino, con la possibilità di poter sfogliare il cartaceo, e gli autorevoli interventi dei professionisti NIP, con l'applauditissimo e condivisissimo intervento di Paolo Crippa sul poco piacevole fenomeno attuale di utilizzo degli slabs, e la relazione interessantissima di Alberto D'Andrea su come vine pubblicato un libro, oltre all'intervento di Fabio Luraschi che ha acceso una lampadina rossa sulle patine artificiali create con il laser, e per chiudere il pranzo conviviale che fa crescere il confronto e fa condividere le esperienze personali tra i vari partecipanti, ed ancora i tavoli del Workshop che fanno arricchire il proprio bagaglio personale sotto la supervisione dei vari professionisti, divisi per settore, monete antiche, medievali, moderne e quest'anno anche la cartamoneta. Pensavo che lo scorso anno si fosse raggiunto un ottimo traguardo, ma questa volta Mario si è superato nell'organizzazione, e credo che questo evento sia solo un punto di partenza per il futuro. Infatti il Gazzettino 12 è già avviato e per il 2025 ci si aspetta un'altra fenomenale Milano Numismatica. Posso ritenermi fortunato per aver avuto il piacere di aver vissuto tante di queste giornate, ma ognuna mi ha lasciato qualcosa di speciale, per questo ringrazio tutti i partecipanti di sabato scorso, le vecchie e le nuove conoscenze, ma soprattutto Marco per il suo prezioso lavoro di editing del Gazzettino, e Mario per la sua enorme passione che si riflette ogni volta nell'organizzazione di questi eventi. Grazie a tutti. 👏👏👏👏
    5 punti
  26. Martedì 26 novembre dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "Un particolare grosso coniato sotto il dogado di Antonio Venier" tenuta da Andrea Costantini. Andrea Costantini è appassionato e studioso della monetazione veneziana ed ha collaborato con la SNI. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati a metà del mese di novembre.
    5 punti
  27. Un grande grazie a tutti per questa fantastica edizione di Milano Numismatica e grazie specialmente a @dabbene e @El Chupacabra che hanno dato vita a questa iniziativa senza eguali nel segno della Numismatica e della sua divulgazione. Vi ringrazio anche a nome di Chiara per l'opportunità di presentare il nostro articolo e per il bel premio della Moneta ai Giovani oltre che per il pranzo conviviale, sempre occasione di poter discutere della passione che ci accomuna e conoscere nuovi amici, tanti dei quali conosciuti sul Forum (dei quali saluto in particolare gli amici @jaconico, @albatroz e @sdy82) Interessantissimi i ricchi interventi che si sono succeduti nella giornata che mi hanno permesso, insieme all' opportunità del workshop ai tavoli, di imparare anche molto. Grazie anche a Simone per il tempestivo collegamento in diretta YouTube che ha permesso a questo Milano Numismatica di restare davvero immortale!
    5 punti
  28. Ma poi abbiamo avuto il secondo Premio per i giovani per la divulgazione della numismatica da parte della Nip. Moruzzi Umberto, Presidente Nip, ha premiato 4 giovani che hanno fatto gesti e azioni a favore della divulgazione della numismatica.
    5 punti
  29. Possiamo dire già da ora numeri da record per questa terza edizione di Milano Numismatica che supera le due precedenti edizioni con 105 presenze in sala e 80 al pranzo, domani cercheremo di raccontarla meglio con qualche immagine.
    5 punti
  30. Che regalò a sua figlia Hallie, allora soltanto una bambina, raccomandandole di preservarli con grande cura fin quando non fosse stata grande, perché a quel punto il loro valore sarebbe stato altissimo (quindi era ben consapevole di cosa aveva fatto ). Uno di questi tre dimes ha una storia particolare, ed è oggi conosciuto come Ice cream dime Il nome è dovuto al fatto che la piccola Hallie, incurante delle raccomandazioni del padre, avrebbe subito speso uno dei dimes per comprarsi un gelato Questa moneta, o presunta tale, sarebbe stata ritrovata nel 1957 in una scatola di cianfrusaglie del Gimbel's Department Store di New York, e acquistata per 2 dollari e 40. Che nel 1989, in asta Bowers & Merena, diventarono 33.000 Questo fotomontaggio, che ritrae Hallie Daggett all'incirca nel 1900, è assai suggestivo, ma il dime non è quello del gelato, bensì lo stesso mostrato nel post precedente, uno degli altri due in suo possesso, per i quali la donna seguì il consiglio del padre, vendendoli poi nel 1954 a un importante commerciante numismatico, per una cifra sicuramente importante per l'epoca. Questo, invece, è l'Ice cream dime, stimato in conservazione G-4... meno di un MB. Hallie Daggett raggiunse poi una certa fama anche per un altro motivo, che non ha nulla a che fare con la numismatica. E' stata infatti la prima donna a ricoprire la mansione di vedetta antincendi per il Servizio Forestale Nazionale. Qui in una foto emblematica del 1913 Per chi volesse saperne di più https://www.adventure-journal.com/2023/05/hallie-daggett-first-woman-fire-lookout-for-usfs-blew-minds-i-hope-your-heart-is-strong-enough-to-stand-the-shock/ E se qualcuno fosse davvero interessato ad approfondire la sua storia... beh, le hanno perfino dedicato un libro https://www.amazon.it/Headstrong-Hallie-Story-Daggett-Female petronius
    5 punti
  31. Ciao a tutti! Come dice già il titolo, oggi non presento una moneta esteriormente piacevole ma una con una bella storia da raccontare. Questa serie del 1923 è composta da tre pezzi da 50/100/500 milioni, compatibili con i valori esagerati di quell'epoca di drammatica inflazione. Un lato riporta l'evento collegato all'emissione: l'occupazione francese e belga della regione della Ruhr dopo la prima guerra mondiale (cosa che hai tedeschi non è proprio andata giù...) In effetti, più che un Notgeld classico, queste monete venivano cedute (vendute) a chi faceva un offerta che serviva a sostenere la lotta in quella regione, vengono anche descritte come medaglie. "Sacrificio del popolo tedesco Ruhr e Reno 1923" e con un po' di fantasia si intravedono le fiamme a) di una torcia b) che avvolgono un giovane (al centro con le mani alzate) bisognerebbe chiedere all'autore Georg Kolbe GK, a DX dell'immagine , le descrizioni non sono concordanti. in ogni caso il fuoco si riallaccia alla figura dell'altro lato, quella di Prometeo incatenato la cui raffigurazione simboleggia l'occupazione della Ruhr da parte della Francia, alla quale la popolazione tedesca reagì con una resistenza passiva. a mangiargli il fegato non è la classica aquila (troppo elegante per impersonificare un occupante) ma un ben più becero avvoltoio (chiedo venia a Jo Condor) Il bordo riporta le lettere N O T G E L D ✩ Peso 12,8 g / Diametro 33 mm / Spessore 2,1 mm La mia la ho presa per pochi euro in quanto venduta come "ossidata" e mi sono stupito che di veramente belle ce ne sono poche in giro, la qualità di produzione sembra lasci molto a desiderare, decisamente inferiore rispetto anche alle medaglie di quell' epoca di stenti. Auf wiedersehen! Njk ========= Per saperne di più https://en.numista.com/catalogue/pieces267889.html https://it.wikipedia.org/wiki/Occupazione_della_Ruhr https://it.wikipedia.org/wiki/Prometeo#La_punizione_di_Prometeo_e_degli_uomini
    5 punti
  32. Dicevo, ma non solo. Tripoli mi ricorda mio nonno durante la campagna d'Africa, di stanza in Tripolitania. Quella di seguito, è una e unica foto che lo ritrae su un autocarro della FIAT che aveva appena sostituito con una carretta trainata da cavalli. Mio nonno aveva il compito di raccogliere morti e feriti nel campo di battaglia. Da notare le gomme piene prive di camera d'aria e la capote che si abbassava in caso di pioggia. Scusatemi per il fuori topic.
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  33. Ce ne sarà ancora almeno una di queste collezioni "all'antica" che prima o poi verrà messa in vendita: la mia.
    5 punti
  34. Buona festa di Ogni Santi a tutto il Forum. due minuti e poi ci dedichiamo alla famiglia. Posto questa cartolina che in realtà è una pubblicitaria della grande ditta di pneumatici Pirelli che lo sottolinea anche come migliore anche nella corsa del "Giro d'Ialia" creata a ricodro del Giro d'Italia maggio 1909 di 2485 km. Spedita da Perugia per città , inviata alla Marchesa Antinori, famosa famiglia nobile di Perugia. ho piacere di postarla perchè la trovo graficamente molto bella, nel periodo non scherzavono come disegnatori, e poi per ricordare quanto a didderenza di oggi, i ciclisti faticassero molto di più sena l'attuale tecnologia. un cordiale saluto. F.P.
    5 punti
  35. Finalmente sono riuscito a beccare una giornata di sole e a scattare delle foto più dignitose per questa stupenda medaglia napoleonica. Confrontandole, mi rendo conto che le immagini che avevo mostrato inizialmente erano veramente pietose...
    5 punti
  36. Cavallo UNICUM di Brindisi, allego articolo 41-42 Santone Unicum Brindisi_corretto.pdf
    5 punti
  37. Buongiorno a tutti , oggi volevo mostravi questo piccolo "tesoretto" che ho comprato ieri a un mercatino. Subito dopo averle viste ammassate in quella scatolina non ho potuto fare a meno che acquistarle. Il prezzo era buono e le monete trasformate a spille mi piacciono molto. Anche se il tallero del 1796 l'avrei preferito al "naturale". Appartenevano a una signora anziana che a sua volta mi ha detto appartenessero a suo padre che era austriaco. Le monete sono : 1 tallero di Maria Teresa, 1 tallero Francesco II , 1 corona 1893 , 1 corona 1893 , 2 corone 1913 , 5 reichsmark 1935 , 1 riyal , 5 franchi 1824.
    5 punti
  38. Buonasera a tutti! Le monete da 1 Yen in argento sono alcune delle mie preferite, l'iconografia del drago presente sul fronte di queste monete è indubbiamente molto riconoscibile. Il Giappone iniziò a coniarle per la prima volta nel 1870 a seguito della Rivoluzione Meiji (l'incipit della radicale e velocissima epoca di modernizzazione a fine 1800) con l'intenzione di utilizzarle come moneta commerciale all'estero. L'anno è indicato come 3° anno dell'epoca Meiji. Questa versione fu l'unica ad essere coniata con testo esclusivamente Giapponese e fu subito sostituita. Nello specifico sul fronte abbiamo la scritta "1 Yen" in basso, assieme all'anno e all'iscrizione Dai Nippon (Grande Giappone) mentre sul retro, senza testo, lo stemma imperiale assieme ad un prominente sole che sorge (link a F/R d'esempio). Queste negli anni subirono diversi cambi di disegno e modulo. L'ultima volta che lo Yen d'argento fu coniato fu nel 1914, che era il 3° anno dell'epoca Taisho (la successiva a quella Meiji). Fu coniato una sola volta nell'epoca Taisho ed è curioso come questo avvenne nel terzo anno, così come per il primo anno di conio. Il modulo è minore rispetto alle prime versioni ed abbiamo la dicitura in inglese sul fronte del valore della moneta, mentre sul retro in Giapponese la scritta "1 Yen" assieme allo stemma imperiale (link a F/R d'esempio). Eccole fianco a fianco, spero vi piacciano! A presto!
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  39. Tra la numerosissima schiera di Magistrati romani repubblicani che batterono monete a loro nome presso la zecca di Roma , compare questo Pretore appartenente alla semi sconosciuta Gens romana dei Clovii o Cluvii . Provero’ a capire chi fosse questo Magistrato di cui ci sono giunte discrete quantita’ di monete bronzee , alcune comuni altre rare . Per maggiore affidabilita’ storica e numismatica chiameremo il Pretore come appartenente alla Gens Clovia , anche se in rete si trovano notizie di questa ristretta Gens con il solo gentilizio Cluvia . Questa Gens si pensa fosse di origine campana , probabilmente a causa di un primo membro di questa famiglia che appare nella storia , una certa Faucula Cluvia , una cortigiana che viveva a Capua durante il periodo della seconda guerra punica , quando Annibale risalendo dal Sud verso Roma , conquisto’ Capua fermandosi a lungo in questa Citta’ , invischiandosi nei famosi “ozi di Capua” che probabilmente salvarono Roma dandogli tempo per la riscossa . Il Cognomen del nostro Pretore , Saxula , Cognomen che negli anni successivi scompare dalla Famiglia che preferi' assumere il Cognomen Rufus , oppure nessun Cognomen , sembrerebbe derivare da un diminutivo della parola Saxa (sasso) , quindi significare “piccolo sasso” , forse ricordando il luogo di origine della Gens in Campania , in prossimita’ di un luogo montuoso a forma di montagna spoglia di alberi , liscia , che ricordava un sasso , oppure , altra ipotesi , avere la testa completamente calva ricordando un liscio sasso . Qualunque fosse il significato di Saxula , le monete bronzee emesse dal Pretore si dividono in due tipologie , una riporta il solo SAX senza il prenome , in anagramma con la A che si incrocia con la X , Crawford serie 180 , la seconda riporta invece C. SAX nella stesa sequenza della prima , Crawford serie 173 . Il motivo che spieghi queste due differenze di emissioni non e’ facile capire , si potrebbe ipotizzare che la serie con SAX faccia forse riferimento al primo Pretore della Gens , il personaggio che ricopri’ la Magistratura negli anni 175 a.C. e nel 173 a.C. , mentre il secondo Pretore di questa Gens , C. Clovio che si firmo’ C. SAX , fosse quello dell’ anno 89 a.C. , oppure viceversa , questo secondo gli anni riportati dal Babelon che segue le citazioni e gli anni di Tito Livio ; anni di Pretura un po’ diversi da quelli riportati del Crawford che attribuisce ad un unico (o due ?) Pretore 169 a.C. e 158 a.C. entrambe le diverse emissioni con SAX e C. SAX . Esisterebbe anche una terza variante con SIX , forse un errore di conio ? Interessante questo link che riporta il nome Saxula come il nome di una antica Citta’ degli Equi , popolo abitante nel medio basso Lazio ; risiedesse in questa antichissima Citta’ il significato del Cognomen Saxula ? Link : https://www.aequa.org/v1/index.php/saxula-unantica-citta-equa-tra-mito-e-poesia/ In foto un mio esemplare di Asse con il solo SAX
    5 punti
  40. Discussione apocalittica, ..ho toccato legno tutto il tempo .. mi sono risollevato il morale con ... ... ricambio per la numismatica altrettanto bella e interessante. Mi auguro che sopravviva il collezionismo in generale, segno di vitalità culturale alla pari della letteratura e del teatro. Poi quale destino avranno le mie pipe non mi interessa, mi auguro che vadano a qualcuno che le sappia fumare.
    5 punti
  41. Buon pomeriggio, ho figli piccoli,.che al momento non manifestano alcun interesse numismatico. Nei miei limiti proseguo la collezione che ho cominciato seriamente qualche anno fa, dopo anni di semplice accumulo. A volte mi chiedo se non sbaglio a spendere per questa passione, sottraendo denaro ad altre cose a loro, quindi intanto vorrei fare qualcosa perché possano gestirla bene se dovesse succedermi qualcosa: venderla tramite una casa d'aste e non come argento al peso (sarebbe già qualcosa!). Se vorranno tenerla andrà comunque divisa, difficilmente la terrà soltanto uno, corrispondendo un valore in denaro agli altri. Però se fosse pubblicata, il collezionista che possiederà, potrà risalire alla collezioni originaria, che sarà "per sempre" per intero in quel catalogo. Al collezionista che ha aperto questa discussione, suggerisco di renderla eterna così, condividendola attraverso un'asta, con i collezionisti che mi auguro ci saranno sempre. Con il ricavato potrebbe godersi qualche coccola (es. un viaggio, un buon sigaro, un periodo di tranquillità nelle spese, etc...) e fare un po' di bene. Buone cose👋
    5 punti
  42. Riprendo questa discussione, con un ricordo che mi è tornato in mente, ripensando ai racconti che mio padre (classe 1930) mi faceva (quand'era ancora tra noi) della sua gioventù. Riguardo l'inflazione galoppante, all'epoca dell'occupazione alleata di Roma, lui era ragazzino e mi diceva che "in tempo di guerra" (nel periodo 1944-1945) la moneta che più usava (e circolante) erano le sigarette! Ossia le sigarette "made in USA", che gli Americani avevano in abbondanza e che regalavano / davano, erano usate dalla popolazione affamata, come moneta per comprare i pochi beni alimentari. Raccattava le cicche , per rimediare il tabacco e usarlo come "moneta" alla "borsa nera". Tabacco che era preferito alle famigerate Lire di occupazione (AM-Lire) E quando gli parlavo dei centesimi di lira (5 e 10 centesimi, "spiga" e "ape" per capirci) che avevo appena comprato per la mia raccolta, esclamava " ecco, il soldo e i due soldi" ! (il soldo il 5 centesimi , i due soldi il 10 centesimi). Ancora negli anni '40, tra il popolo, vigeva la vecchia denominazione di lira divisa in soldi . un saluto a tutti
    5 punti
  43. Anch'io non ho figli e probabilmente non ne avrò neppure in futuro. Non ho però alcuna intenzione di mantenere integra la mia collezione: il bello di collezionare è proprio il "cum-legere", l'atto del "mettere insieme" personalmente, pian piano e poco per volta: con la dispersione della mia farò la felicità di molti futuri amici numismatici. Trasmetterla già completa sarebbe come proporre un album con tutte le figurine già incollate. Al momento il mio progetto è quello di fare un'asta con tutti i miei pezzi una volta andato in pensione - o per meglio dire, visto quello che prospetta il futuro, quando mi sarò ritirato dal lavoro. Già mi immagino il catalogo, che sarà in pratica un bel volume con tutte le foto dei pezzi della mia collezione, con in copertina "Asta XXX - Collezione Gallienus di argenti preunitari", che auspico possa essere segnalato anche qui su lamoneta 8.0 come testo di riferimento utile per la presenza di pezzi rari *pur nella piena consapevolezza che si tratta di una collezione "ottocentesca", fondata unicamente sulla rarità degli esemplari e senza tenere in alcuna considerazione lo stato di conservazione degli stessi*. E passerò - spero - gli ultimi anni della mia vita sfogliandolo, ripercorrendo i ricordi di una vita intera, con le storie dietro a ogni pezzo - e sono davvero tante, avendo incominciato a collezionare a dodici anni - mentre con il ricavato mi godrò il meritato relax in qualche paese tranquillo in giro per il mondo.
    5 punti
  44. Per quanto vedo, non si tratta di un vero incuso, nel senso che ritengo che la moneta provenga da un gruppo di monete che erano saldamente unite e immerse in una pesantissima incrostazione di cuprite ( rossa ) e malachite o simile ( verde ). Quindi la impronta in negativo del rovescio è solo la impronta di una altra moneta inglobata nella cuprite a contatto tra le due monete, quella attuale e quella scalzata... A riprova di ciò si può notare a H 5/6 del "rovescio" delle lettere ( una C e una V ?) nel piano sottostante appartenenti alla moneta attuale e in rilievo ( cfr. dettaglio foto) e questo spiega bene anche le forti lacune ....in realtà non è mancanza di parte della moneta, ma solo incrostazione mancante... In pratica il rovescio incuso è costituito integralmente da una crosta di cuprite e sotto c'è il normale rovescio in normale rilievo . Da notare che anche il diritto è immerso in residui di incrostazioni varie, di cui una parte ad "anello" esterno e una parte interna più violacea in cui si vede il busto, quest'ultimo effetto di una altra moneta "strappata" da lì. Volendo la moneta è pulibile e mi aspetto che sia ancora abbastanza integra, ma una pulizia toglierebbe il fascino di questo pseudo incuso. Cordialmente, Enrico
    5 punti
  45. No, l'uso della Y non è un refuso, ma un riferimento alle storie di Martin Mystere, perché solo il "detective dell'impossibile" potrebbe, forse, scoprire quale mistero si cela dietro la lettera S che compare, a caso e all'improvviso, su alcune monete greche da 2 euro https://www.ristorantebussola.it/dai-unocchiata-alla-tua-moneta-da-2e-i-collezionisti-sono-pronti-a-pagare-18000e-se-mostra-questo-dettaglio/ Inizia così: "Una moneta da 2 euro greca con il misterioso simbolo “S” potrebbe raggiungere fino a 18.000 euro tra i collezionisti." E fin qui niente di nuovo, abbiamo già letto molti articoli sul mirabolante valore di questa moneta, coniata in milioni di esemplari e che, naturalmente, non vale più del facciale. Continua sulla stessa falsariga di cose già lette: "Immaginate di scoprire che la piccola moneta da 2 euro che gira nel vostro portafoglio potrebbe, in realtà, essere una miniera d’oro per i collezionisti esperti. Questo è esattamente ciò che potrebbe accadere con una certa moneta da 2 euro greca, che sotto un certo angolo, rivela un dettaglio molto intrigante: un misterioso simbolo “S”. Un dettaglio, certo minuto, ma che potrebbe far salire il valore di questa moneta fino all’incredibile cifra di 18.000 euro. Nel mondo numismatico, storie come queste affascinano gli appassionati e suscitano un interesse a livello internazionale, spingendo gli amatori a scrutare le loro piccole monete con la speranza di vincere il jackpot." Ma adesso viene il bello "Il mondo della numismatica è in fermento di fronte a una scoperta che potrebbe trasformarsi in un colpo di fortuna: una moneta da 2 euro greca con un misterioso “S”. Chi sarà stato il primo a scoprirlo? "Questo piccolo dettaglio apre la porta a molte domande. Cosa significa questo simbolo? " E qui bisogna proprio chiamare in causa il BVZM (Buon Vecchio Zio Marty, per i non-lettori di Martin Mystere), solo lui potrebbe trovare una risposta certa, tutti gli altri sono ancora fermi alle ipotesi: "Alcune teorie sono emerse, alcune ipotizzano un marchio segreto della zecca straniera in cui è stata coniata la moneta." Si parla di "alcune teorie", ma se ne cita una sola, sarebbe interessante sapere quali sarebbero le altre Tuttavia, nessuna spiegazione è stata ancora universalmente accettata, il che aumenta solo il fascino e, naturalmente, il valore percepito della moneta. Strano che non abbiano pensato a qualche simbolo massonico, dei Rosacroce, o di qualche setta satanista, ma probabilmente è solo perché non hanno mai sentito parlare di queste cose. Una prece petronius
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