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I contenuti con la più alta reputazione dal 03/13/25 in tutte le aree

  1. Buonasera Stasera mi sento di condividere un acquisto di qualche anno fa ormai che ha dato una svolta alla mia collezione. Il Ducatone con la 'Barcaccia' di Francesco I é forse la moneta più iconica di questa zecca. Al dritto il Busto corazzato del duca volto a sinistra con il particolare di un volto sulla spalla. Al rovescio l'impresa della nave tra i flutti simbolo di un animo che affronta le avversità e che ha fiducia nei propri mezzi....il Crespellani pensa che il vascello sia un omaggio ai galeoni spagnoli ed alla Spagna di cui Francesco era fedele alleato. Il motto in legenda NON ALIO SIDERE significa "non sotto un'altra stella" sempre a rimarcare la fedeltà alla Spagna. Moneta importante in argento di 44 mm di diametro e 31,35 grammi di peso. Un saluto
    14 punti
  2. Ciao a tutti! Oggi vorrei condividere con voi questo denario d'argento con il ritratto di Giulio Cesare. Sebbene questa versione dell'effigie possa non essere la più elaborata dal punto di vista stilistico, credo che sia una delle più vivide e realistiche tra quelle coniate in suo onore. A differenza di altre emissioni che tendono a enfatizzare tratti idealizzati o stilizzati, questo ritratto sembra quasi una “fotografia” dal vivo di Cesare, catturandone la presenza con una straordinaria immediatezza. Dato che le sculture con il volto di Cesare realizzate in vita sono estremamente rare, questa moneta potrebbe rappresentare una delle migliori testimonianze numismatiche della sua vera fisionomia. Dati numismatici: Emissione: Denario d'argento di Giulio Cesare, coniato a Roma tra gennaio e febbraio del 44 a.C. Magistrato monetale: P. Sepullius Macer Diritto: Testa laureata di Cesare a destra, con una stella a otto raggi dietro; legenda CAESAR•IMP lungo il bordo. Rovescio: Venere Vincitrice in piedi a sinistra, con Vittoria nella mano destra e scettro verticale poggiato su una stella nella sinistra; legenda P•SEPVLLIVS a destra e MACER a sinistra. Riferimenti catalografici: Crawford 480/5b; CRI 106a; Sydenham 1071.
    12 punti
  3. Buonasera a tutti, complimenti @Rocco68 per il tuo esemplare nuovo di zecca! E' una meraviglia! Condivido la scansione del mio umile 10 Tornesi della Zecca di Roma, 31,84 grammi, moneta da studio. BOMBINO MONETARIO FALSO E PER GIUNTA CHIMICO Bombino che non può emettere consolidati per la ragione semplicissima che non troverebbe chi gli comprasse; che non può mettere imposizioni perchè i suoi sudditi dopo avergli chiuso il cuore, gli han chiuso la loro borsa, ed il suo reame, Bombino ha immaginato un altro modo di far quattrini. Come il famoso duca d'Angoueleme, figlio di Carlo IX, e di Maria Touchet, che faceva moneta falsa al palazzo di Bellegarde, Bombino si è consacrato ai metalli di bassa lega, ed in questo momento per esempio, si coniano alla zecca di Roma, nel più gran segreto; (voi vedete come il segreto è serbato a Roma, lo sa perfino il Lampione!) ottocento mila ducati, cioè tre milioni e quattrocentomila franchi di moneta di rame di dieci tornesi l'una, con una data anteriore, beninteso, all'espulsione di Bombino dal regno di Napoli. Perché questa moneta perda l'apparenza di nuova si fa restare, per un poco di tempo, in barili con della morchia d'olio mista al tartaro di vino. L'esilio rende industre Bombino! Ecco Bombino diventato, non solamente monetario falso, ma chimico! In questo modo s'effettua l'ossidazione, e le monete rimangono coperte di un leggero strato di grasso che le fa prendere per monete antiche; si pongono poi nelle casse, e si spediscono a Napoli per la via di terra per mezzo dei carrettieri, o per quella di mare sui bastimenti. Giunte al loro destino, delle persone di fiducia le mettono in circolazione. Questa operazione ha un doppio scopo: imbarazzare le finanze dello stato gettando sul mercato una quantità eccessiva di rame, d'un valore più nominale che reale; ritirare dalla circolazione somme eguali in oro e in argento, e servirsene a profitto di Bombino. Nei primi del corrente mese novanta carri pieni di tornesi falsi sono usciti dalla zecca pontificia. Conclusione. TANTO E' LADRO CHI RUBA, CHE CHI TIENE IL SACCO! Tratto da "IL LAMPIONE" 23 Aprile 1861
    12 punti
  4. Grazie per i commenti e i complimenti. In realtà sono io che dovrei ringraziare quelli che hanno condiviso con me l'entusiasmo della scoperta dei documenti e la fatica della loro analisi. Tra gli altri @PriamoB, @jaconico, @Sntgnr e tutti gli amici del club del giovedì sera, oltre a Claudio Bugani, Franco Stefano Perosio, Donatella Chiapponi e tutto lo staff dell'Ilsrec di Genova. Grazie anche all'editore Alberto D'Andrea che è stato pazientissimo nel sopportare le mie manie perfezionistiche. E grazie a tutti quelli che, avendo letto il mio libro, vogliano condividere qui le loro impressioni, anche quelle negative. Un commento positivo fa piacere ma uno negativo aiuta a migliorare.
    11 punti
  5. Salve. Condivido un Ducato 1693 di Carlo II. Peso gr. 21,79. Magliocca pg.24, n.7 (C) del volume "Manuale delle monete di Napoli 1674/1860". Saluti.
    10 punti
  6. Buongiorno a tutti. Rinnovato in conservazione dopo tanti anni il mio Tornesi Dieci di Francesco II per la Zecca di Roma. Conservazione inusuale e tracce di rame rosso... ma non erano state "patinate artificialmente" queste monete per farle sembrare più "vissute" ?
    10 punti
  7. Questa moneta in asta in questi giorni, mostra un rarissimo caso di rinoplastica documentata dalla numismatica vediamo in questa immagine Costantino I, appena uscito dalla sala operatoria dopo che qualcuno, come documentato da quest'altra moneta, gli aveva rotto il naso con un bel pugno. ah, che piacere quando la numismatica scrive la storia Qualche anno più tardi, abbiamo documentazione numismatica di quando un'ape punse sul naso il buon Giustiniano.... l'occhio di Giustiniano ne conferma il dolore
    10 punti
  8. Ciao e buon pomeriggio a tutti. Mi permetto di condividere la mia unica moneta del Regno di Napoli che appartiene proprio a Carlo ll. Si tratta di un Carlino o 10 grana in argento con leone del 1686 che ha evidentemente circolato ma le sue condizioni generali sembrano abbastanza buone. Regalo di una zia paterna insieme ad alcune monete del Regno d'Italia diversi anni fa. I miei interessi numismatici riguardano la monetazione romana imperiale ma quando posso seguo questa sezione ammirando le bellissime monete postate a corredo delle sempre interessanti discussioni. Complimenti a tutti e scusate per l'intromissione e la breve divagazione, grazie 🙂. ANTONIO
    9 punti
  9. I recently saw a Claudius dupondius come for sale on the market and recognised it immediately as a fake. Here is the coin in question, which was described by the seller as a Brilliant Uncirculated "trial strike" with a low weight. The coin was being sold for Eur 3850. I recognised the dies from which this coin had been made. Some investigation showed that the coin above had previously (April 2024) been sold through a German auction house in an uncleaned state. The opening coin was the result of cleaning this example. I have sseen many other example of these dies including a freshly struck example. This is a published fake (published by Dr. Ilya Prokopov and was found to trace back to the Bulgarian engraver "Lipanoff". During the investigations they even found the dies from which the modern fakes were created. I thought it worthwhile illustrating the efforts that fakers make in trying to decieve. Regards, Martin
    9 punti
  10. Indubbiamente sì per quanto riguarda le monete d'oro. Non c'è alcun colpo di scena dell'ultimo minuto le monete quattro erano e di quattro abbiamo parlato, compresa quella che nessuno ha più visto. Poi, però, ci sono le... Silver Eagles Eh sì, esistono anche le 1804 Plain-4 Eagles in argento. Esemplari di prova (patterns) autentici (e non riconiati per i collezionisti, come era spesso d'uso alla Zecca), realizzati nel 1834 prima delle emissioni in oro, utilizzando gli stessi conii. Queste monete furono coniate nel periodo in cui il personale della Zecca stava lucidando e rielaborando i vecchi conii, che avevano subito un notevole deterioramento nei circa 30 anni di conservazione. I modelli in argento mostrano una progressione costante di pulizia del conio da un esemplare all'altro, insieme a un certo assottigliamento di lettere e simboli e alla scomparsa della linea di conio nei capelli, dovuta alla lappatura. Alcuni segni di lavorazione sono evidenti nel cappuccio e nei capelli sul conio del dritto, poiché queste caratteristiche sono state rielaborate durante il processo. Vennero realizzati 4 esemplari in argento con bordo rigato, e uno con bordo liscio. Quest'ultimo è menzionato in una vecchia, prestigiosa collezione, ma attualmente non si sa che fine abbia fatto. Si ritiene potesse essere il primo esemplare coniato. Gli altri quattro, invece, sono ben conosciuti (sebbene di uno, oggi, si ignori dove sia finito, ma è comunque tracciabile fino a qualche decennio fa), anche se ci volle un po' a scoprirli: il primo riferimento certo risale infatti al 1913. Qui ne mostreremo due. Il primo, ha fatto parte della famosissima collezione di Re Farouk d'Egitto, di cui abbiamo parlato a proposito della double eagle del 1933, e dopo aver soggiornato in altre prestigiose collezioni, è comparso l'ultima volta (finora) nell'asta Heritage dell'11 gennaio 2024, dove ha fatturato 504.000 dollari, comprensivi di diritti. PCGS lo ha stimato in conservazione PR64. Il secondo esemplare presentato è il più bello di tutti: conservazione PR66 secondo PCGS. Nonostante ciò, nell'asta Heritage del 5 gennaio 2023 (appena un anno prima dell'altro) ha realizzato "solo" 408.000 dollari, sempre diritti inclusi. Sono quotazioni più "umane" rispetto alle monete d'oro, chissà che la prossima volta che un esemplare arriva in asta non si riesca a fare un'offerta (tutte le foto da Heritage Auctions) E stavolta è davvero tutto per queste monete, ma prima di passare definitivamente a un altro argomento, concedetemi un paio di post per un esame più approfondito (seppur sommario) del periodo che le ha prodotte, passato alla storia come "l'età Jacksoniana". petronius
    8 punti
  11. VALENTINIANO III. AE4, 425-455 AD. VOT. SCARSO!!!! Valentiniano III non doveva essere tanto bravo a scuola. SESTERCIO DE COMODO Un sesterzio per tutte le necessità ROMANZO. DIOCLEZIANO. ANTONINIANO COLPITO DA CARAUSIO A LONDRA, 289-293 D.C. RARO- Sicuramente un romanzo giallo molto avvincente, ambientato a Londra. E di non facile reperibilità. POSTUME D’ANTONINIEN Ciò che resta di un antoniniano FRAMMENTO DI CANCELLO DA CAMPEGGIO: SPES ROMANORVM Vacanze romane. Si spera. COSTANTINO I - FOLLIS - TEMPIO – SUDO D’ARGENTO PIENO - 6,31 g Il caldo al chiuso dà alla testa e fa sudare pesantemente COSTANTINO II 317-340 d.C. - 2 x Æ-FOLLIS - CAESARVM NOSTRORVM - VOTO X- A questa moneta ci diamo un bel “diesci meno” NERO e AGRIPPINA, DENARIO ROMANO IN ARGENTO. NOVITA’ MONETA MINATA! Avrà un prezzo “bomba”. Inoltre, considerati i personaggi, c’e’ da aspettarsi di tutto… GALLIENO Æ ANTONINIANO (267-268 d.C.) - CERVO - DOPPIO SCIOPERO Anche nel III secolo d.C. i movimenti ambientalisti facevano sul serio COLPITO A MANO (MARTELLATO)- ARGENTO FINO 999 Un delitto efferato con un pesante e prezioso corpo contundente E per finire: AUTENTICA MONETA DI IMPERO ROMANO ANTICO-COSTANTINO II – GLORIA EXTRAVERGINE No comment Ciao. Stilicho
    8 punti
  12. Buongiorno a tutti! Dopo averci rimuginato parecchio su, sentivo il desiderio di condividere con voi qualche appunto raccolto dalle mie ultime letture... letture che a molti sembreranno ormai “classiche” e scontate, ma che per me sono state “rivelatrici”, dal momento che mi hanno finalmente chiarito alcuni concetti spesso richiamati o implicitamente dati come assioma in molte discussioni che trattavano di economia monetaria medioevale... cercherò quindi di riassumere qui ciò che mi è parso di comprendere... laddove sembri confuso o impreciso, pregherei chi ne sa di più di correggermi, per favore! Partirò dal già più volte citato (in altre discussioni precedenti) “Moneta e civiltà mediterranea” pubblicato da Carlo Cipolla nel 1957... in particolare, tra i brevi saggi in esso contenuti, volevo focalizzarmi sul terzo, intitolato “Il grosso problema della moneta piccola”, che deve aver avuto un certo impatto sulla riflessione successiva dato che il titolo è stato ripreso o citato in saggi successivi ad opera di altri studiosi di storia economica. Cipolla si concentra in questo saggio sulla “moneta piccola” (quella utilizzata per i piccoli scambi quotidiani, gli “spiccioli” insomma) partendo dall’analisi delle regole per mantenere un “sano sistema di moneta divisionale”... regole tutt’altro che scontate, dato che sono state riconosciute diffusamente come valide solo dal XVII secolo ed applicate per la prima volta in Gran Bretagna solo nel 1816: tra le cause che avevano impedito, nei secoli precedenti, la piena ed efficace attuazione di tali regole Cipolla cita la limitata sovranità monetaria, fenomeno tipico dell’età Medioevale e tanto più sviluppato nella realtà italiana, fatta di entità politiche territorialmente poco estese, con dinamiche di potere in costante confronto e concorrenza con quelle delle entità vicine. La moneta “divisionaria“ è pero davvero tale solo quando le diverse specie monetarie sono “in rapporto razionale e costante” tra loro, cioè quando la moneta “piccola” rappresenta un’effettiva frazione del valore dell’”unità monetaria”. Passando ad analizzare il periodo prettamente medioevale, Cipolla precisa che in quegli anni la “moneta piccola” non era davvero “divisionaria”, ma si poneva con la moneta “grossa” in un rapporto più complesso. “Moneta piccola” e “moneta grossa” NON costituivano cioè (come potevo inizialmente pensare, abituato all’euro ed ai suoi centesimi) elementi differenti, ma raccordati, di un unico sistema organico, bensì proprio due sistemi monetari paralleli, con situazioni di “contatto” ma a loro modo indipendenti, e con diversi contesti di circolazione sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale... e quindi con diverse evoluzioni nel tempo e diverse funzioni.
    8 punti
  13. Caro @Ulpianensis ha toccato un argomento molto interessante ma non semplice da svolgere in un thread sul forum (nel corso che tengo adesso ad UniMi ci dedico diverse ore). Tuttavia, con le letture di Cipolla, Saccocci (ma anche de La Ronciere, Goldthwaite, Mandich etc.. se le interessa il caso fiorentino) e più modestamente qualcosa anche della sottoscritta, dovrebbe avere molte informazioni utili per capire meglio le varie questioni che solleva. Un paio di consigli (ma forse si tratta di cose che già sa...in qual caso perdoni il mio reminder): - attenzione ad utilizzare dati e date di studi non recenti (vedi Desimoni per Genova, ad esempio) che potrebbero farle confrontare - come si suol dire - pere e mele... - attenzione a capire da quali fonti è tratto il fino delle monete al quale si vuole fare riferimento per la discussione, soprattutto per quanto riguarda i denari e le monete in bassa lega d'argento o mistura (per i quali non si possono usare in modo affidabile dati da certe analisi non distruttive, ad esempio; idem documenti non chiari o di datazione incerta). Infine, e forse rilevante al fine delle sue osservazioni: per quello che posso aver visto io studiando i casi di Pisa, Lucca, Genova e in tempi recenti anche Milano, ciò che dice Cipolla in linea generale è ancora valido, anche perché mi pare che le riflessioni di apertura del thread siano state generate dalla lettura di testi riguardanti la situazione monetaria di Firenze nel Trecento. Invece, negli ultimi post mi pare che si stia parlando delle prime serie di grossi ad inizio Duecento e della loro relazione con i denari del relativo sistema di conto. Ma ciò non è paragonabile (o almeno non del tutto) con la situazione monetaria che si verificò dalla seconda metà del XIII secolo in poi (e soprattutto dal 1280/90) quando l'argento cominciò a scarseggiare, ad apprezzarsi rispetto all'oro e si ripeterono sempre più frequenti i problemi di approvvigionamento dell'argento che nel XIV secolo sfocieranno nella cosiddetta "bullion famine". Ciò innescherà l'operazione di sopravvalutazione nominale dei nuovi grossi cui seguirà inesorabile il deprezzamento (a Firenze: i grossi guelfi dal 1345), la creazione di soldini, sesini e quattrini (Venezia, Milano e Firenze: anni '30-50 del Trecento), e le guerre dei quattrini a forza di ribassi del fino a parità nominale (Pisa e Firenze tra 1366 e 1371-72) etc....cui allude anche Cipolla nel suo saggio. Spero di essermi spiegata, anche se non garantisco la massima lucidità vista l'ora in cui riesco a scrivere. Buona prosecuzione di discussione, MB
    8 punti
  14. Salve, segnalo: Una scommessa per la Libertà – Storia del Prestito della Liberazione del Comitato di Liberazione Nazionale ligure Davide Oldrati Con l’occupazione nazista dell’Italia, nel 1943 cominciava una guerra di liberazione che impegnò trasversalmente l’intera società italiana. Fu una lotta che parve inizialmente disperata per via della preponderanza delle forze nazifasciste ma che presto avrebbe riservato un esito favorevole alla nascita della nostra Repubblica. Nel corso di quella lotta, il reperimento di adeguati finanziamenti si impose da subito come una priorità per poter tenere testa agli eserciti della Germania nazista e della Repubblica di Salò. A questo scopo, il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria ideò un innovativo progetto di Prestito per la Liberazione, che fu implementato utilizzando le banconote in corso all’epoca applicandovi una foratura a stella e dei timbri con il valore facciale dei biglietti moltiplicato per cento. Quell’inedito esperimento fu a stretto giro imitato anche in altre regioni dalle rispettive autorità resistenziali e, grazie al ritrovamento dei documenti completi della contabilità presso l’archivio dell’Istituto Ligure di Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Raimondo Ricci” di Genova (ILSREC), risulta oggi il progetto di autofinanziamento meglio documentato della storia della Resistenza. Il libro ne segue l’intera vicenda, dalle premesse fino al tardivo rimborso ad opera del neonato governo repubblicano, con ampi cenni storici e numerose testimonianze dei protagonisti dell’epoca. Prefazione dell’autore. 144 pagine a colori, formato foglio A4 € 40,00
    8 punti
  15. A seguire, allego le scansioni di altre due monete che raffigurano due cugini: Francesco I di Borbone su una Piastra napoletana 1825 e Ferdinando VII (figlio di Carlo IV) re di Spagna nel 1808 e dal 1813 fino al 1833, su un Pezzo da 8 messicano datato 1817. Infine, condivido un'altra coppia di monete, entrambe coniate nel 1854: Ferdinando II di Borbone raffigurato su una Piastra napoletana e la cugina Infanta Isabella, che successe al padre nella titolarità del regno con il nome di Isabella II di Spagna, regnando dalla morte di quest'ultimo fino al 1868, raffigurata su una moneta spagnola da 20 Reales della Zecca di Madrid.
    8 punti
  16. Questo è uno dei miei esemplari...
    8 punti
  17. Il dilemma su quale sia il dritto ed il rovescio di una moneta è ancora lontano da essere risolto. Per la gran maggioranza delle monete ovviamente il problema non si pone ma per altre, come in questo caso il dubbio è più che legittimo. La mia domanda invece è un’altra… ma all’epoca si ponevano il problema tra D e R? Io credo proprio di no. I pochissimi documenti superstiti non fanno mai riferimento al D o al R ma parlano di “banda”, “faccia”, “lato”, etc…, quindi termini generici finalizzati solo ad indicare le facce di una moneta. Quale era quindi la motivazione della scelta di imprimere su un conio una faccia o un’altra? Sicuramente uno dei motivi principali era di carattere economico. In zecca si lavorava per guadagnare e uno dei metodi per alzare le entrate era quello di risparmiare sui costi. Quindi se produrre un conio di un verso della moneta mi costa più (o richiede più tempo) di quello dell’altro verso, quello più caro, o più difficile da realizzare, veniva posto sulla pila (conio di incudine) mentre quello meno costoso o più semplice da realizzare veniva posto sul torsello (conio di martello). Tale scelta era dovuta ad un semplice problema tecnico. Il torsello, ricevendo il colpo diretto del martello, aveva una durata minore della pila. Agli inizi del 1300 il rapporto era di 3 torselli per pila: “Memoria quod in qualibet ducena pilarum necessarii sunt torselli XXXVI et omnes simul redacti sunt ducena una ad rat[ionem] de tursellis tribus pro qualibet pila”. Fatta quindi questa doverosa premessa torniamo sul coronato in oggetto. Quale è il D? Convenzionalmente il D di una moneta è quello che riporta l’autorità emittente ma in questo caso (ed anche in altri) l’autorità emittente si trova in un verso mentre il busto del re (anche lui autorità emittente) sull’altro verso. Per me queste particolari monete, in contrasto fra iconografia e legenda, confermano proprio che all’epoca non vi fosse, in zecca, interesse ad evidenziare il D ed il R di una moneta. Quindi mai più soluzione salomonica migliore di questa. Ognuno segue il proprio pensiero. Io sono tra quelli che ritiene il D quello in cui è riportata l’autorità emittente ma, allo stesso tempo, non ritengo errata la scelta contraria. Se si hanno ancora dubbi si può sempre fare testa o croce…😇 PS Complimenti per il coronato. Sono monete veramente affascinanti e legatissime al periodo storico in cui hanno circolato. PPS se ne era parlato anche qui con utenti sicuramente più prestigiosi del sottoscritto.
    8 punti
  18. Buongiorno @talpa, sul mio account academia.edu ho reso disponibili le slides che hanno accompagnato la conferenza. Di seguito il link Presentazione conferenza "Committenza e finalità del riconio della medaglia pontificia nel XVII secolo", Circolo Numismatico Ticinese, Lugano 21/03/2025 @numa numa nessun problema alla pubblicazione della registrazione In tanti siamo impazienti di vedere il nuovo sito del CNT!!! Mi permetto di anticipare che avremo modo di discutere ancora questa tematica, grazie alla disponibilità degli amici del Centro Culturale Numismatico Milanese che stanno già organizzando un calendario ricco di eventi per la seconda metà del 2025. Grazie ancora a tutti per l'interesse e l'incoraggiamento a proseguire le ricerche!
    8 punti
  19. Ultimo arrivo nella mia raccolta: Zecca: Napoli. Nessun segno di zecchiere né dietro busto né sotto croce Peso: 3,97 grammi. Per me ritratto molto molto bello!
    8 punti
  20. Siamo felici di annunciare un evento unico nel suo genere, qualcosa che in Calabria non si è mai visto prima: il primo e unico Convegno Numismatico-Filatelico e di Collezionismo della regione! Per tutti gli appassionati di monete, francobolli e oggetti da collezione, sarà un’occasione straordinaria per incontrarsi, condividere la propria passione e scoprire pezzi rari e curiosità del settore. Che tu sia un collezionista esperto o semplicemente incuriosito dal mondo della numismatica e della filatelia, questo evento sarà il posto giusto per te. L’appuntamento è per sabato 13 e domenica 14 settembre 2025 presso l’Hotel San Francesco, una splendida struttura a 4 stelle nel cuore della città, facilmente raggiungibile da ogni angolo della regione. Qui avrai l’opportunità di immergerti in un’atmosfera ricca di storia e cultura, tra mostre esclusive, dibattiti appassionanti e incontri con esperti del settore. Ma non finisce qui! Il convegno fa parte della "Settimana del Collezionismo Calabrese", un’iniziativa pensata per valorizzare e diffondere la cultura del collezionismo attraverso eventi, esposizioni e momenti di approfondimento. Sarà un’occasione perfetta per conoscere nuove persone, scoprire dettagli affascinanti su questo mondo e magari trovare quel pezzo che manca alla tua collezione! Ti aspettiamo per vivere insieme un’esperienza indimenticabile. Per informazioni e prenotazioni, contattaci ai numeri indicati nella locandina. Non perdere l’opportunità di far parte di questo evento storico! #calabriacolleziona #calabriacolleziona #rende #collezionarerende #calabria #collezionismo #collezionismocalabria #calabriacollezionismo #monete #medaglie #banconote #francobolli #storiapostale #cartoline #libri #numismatica #santini
    8 punti
  21. @Tudor se puoi sistemare il titolo della discussione, li si che ci sono tanti errori
    8 punti
  22. King of Siam set Nell'agosto del 1962, David Spink, della casa d'aste Spink di Londra, si presentò alla convention dell'American Numismatic Society, dichiarando di essere venuto in possesso di un cofanetto in pelle contenente una serie di monete, tra cui un dollaro 1804 fino a quel momento sconosciuto, e un'altrettanto sconosciuta1804 eagle Plain-4. Gli esperti cui venne mostrato concordarono che si trattava del cofanetto fatto preparare da Roberts per il Re del Siam, anche in considerazione del fatto che Spink sosteneva di averlo acquistato da due anziane signore che riteneva essere discendenti di Anna Leonowens... ma di questo abbiamo già parlato L'esterno del cofanetto era in marocchino giallo, con su impressa un'aquila americana (lo abbiamo visto in precedenza). Il suo interno era rivestito in velluto blu, con alloggiamenti previsti per undici monete, ma ne conteneva solo nove. Le monete, tutte proof, erano half cent, cent, dime, quarter e half dollar, quarter eagle e half eagle no motto (di questa tipologia non abbiamo ancora parlato ), tutte datate 1834. Ad esse si aggiungevano un dollaro d'argento e un 10 dollari d'oro, entrambi datati 1804. Era abbastanza ovvio che l'half dime (5 centesimi) del 1834 mancava dalla fila inferiore, essendo la più piccola delle monete: molto probabilmente era scivolata fuori negli ultimi 128 anni. L'altro foro era più misterioso e c'erano due possibilità logiche basate sulle dimensioni del foro vuoto. Avrebbe potuto essere per il quarter eagle with motto, ma questi erano stati interrotti dopo il 28 giugno 1834 e non erano più "correnti" a novembre, quando era stato preparato il cofanetto. Inoltre, se era incluso quello, perché non includere anche la half eagle with motto del 1834, che era stata anch'essa interrotta pochi mesi prima? Non sembrava logico. Fu sollevata un'altra possibilità, la piccola medaglia inaugurale d'oro di Andrew Jackson del 1833. Sarebbe stato importante, e appropriato all'epoca per il protocollo internazionale, avere l'immagine del Presidente mentre si presentava questo set al Re del Siam, inoltre la medaglia era esattamente della stessa dimensione del foro esistente nella scatola. E la fila superiore è composta tutta da monete d'oro, sembrerebbe la possibilità più probabile avere tutto oro in cima, poi argento e rame mischiati per dimensione nelle due file successive Anche se siamo nel campo delle ipotesi, e quasi sicuramente non sapremo mai la verità, successivi proprietari ritennero opportuno completare l'insieme, oltre che con un altro esemplare di half dime del 1834, proprio con la medaglia presidenziale, e oggi il cofanetto appare così (foto da Tyrant Collection) petronius
    7 punti
  23. Philadelphia, abbiamo un problema... Come facciamo a distinguere le eagles coniate veramente nel 1804 da quelle con la stessa data, coniate però 30 anni dopo? Con i dollari è facile, quelli datati 1804 prima non esistevano, ma le eagles? Per fortuna, è altrettanto facile Basta confrontare la forma del numero 4 della data. Nelle monete coniate nel 1804 il numero 4 ha una linea perpendicolare alla fine della traversa in basso. Questa configurazione è chiamata Crosslet-4 ed è diversa da quella usata per i conii delle monete del 1834, chiamata Plain-4 perché non ha la linea perpendicolare. Beh, non so se sono stato chiaro, ma credo che non ci sia niente di meglio di una foto per fugare ogni dubbio A sinistra un originale del 1804, a destra il riconio del 1834. (foto da usacoinbook) E naturalmente le due monete si distinguono perché quelle del 1804 sono business strike, ovvero coniate per la circolazione, senza particolari accorgimenti riguardo la qualità, mentre quelle del 1834 sono, come abbiamo visto, proof strike, coniate con tondelli e tecniche speciali. Tecniche che la zecca di Philadelphia possedeva anche prima del 1817, anno ufficiale delle prime coniazioni proof, ma che si era scelto di non utilizzare a causa, pare, della relativa grande quantità di tempo necessaria per la produzione di monete di questo tipo. petronius
    7 punti
  24. Ciao! Finalmente è entrata nella mia collezione una moneta di Vittorio Emanuele II. In particolare, una 5 lire del 1872 della zecca di Milano. La conservazione sul sito è riportata come BB. Che emozione averla tra le mani, è stupenda e gigantesca.
    7 punti
  25. Buonasera In questi giorni ho aggiunto l'ultimo tassello per completare il periodo comunale della zecca modenese....quindi fine XIII secolo inizio XIV. Si tratta di un denaro comunale con la A. Moneta in mistura di 15mm di diametro e 0, 31g di peso. Moneta che, per quanto ne dicano i cataloghi di riferimento, è estremamente rara a reperirsi. Questa oltretutto è ben leggibile. Un saluto
    7 punti
  26. Buonasera a tutti, condivido una mia Piastra 1834 variante 10 torrette nello stemma del Portogallo (credo che si tratti del quarto esemplare ad oggi conosciuto), fondi speculari, Ø 37 mm / peso 27,57 g Da notare anche una curiosità nella legenda al dritto - un dettaglio quasi impercettibile - dove la parola GRATIA è interessata dalla ribattitura della prima lettera A su lettera T, un errore in legenda - di solito più evidente - già conosciuto come "GRTTIA" su altre Piastre del millesimo 1834. Per completezza, allego anche le immagini degli altri tre esemplari conosciuti (tutti dello stesso identico conio), di cui due già condivisi alcuni anni fa nella discussione "Varianti delle piastre di Ferdinando II": Collezione @Lenin al post #105 del 22 Ottobre 2017 Collezione @ferdinandoII al post #338 del 21 Giugno 2019 Wannenes 28 Novembre 2018 Asta 265 - Lotto 1192
    7 punti
  27. Salve. Condivido un mezzo ducato di Carlo V con sigla "IBR". Mi sembra di poter collegare questa moneta a quella riportata dal Magliocca al n. 32, pagine 45/46, del suo volume " La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503/1680 ". Senonché, fra le altre cose, questa moneta presenta, in modo chiaro ed indubitabile, la interessantissima particolarità dei tre punti disposti a triangolo sopra la sigla. Unico esemplare conosciuto fino ad oggi con tale caratteristica. Alle due foto della moneta aggiungo, per maggiore chiarezza, quella della descrizione che veniva riportata a corredo della stessa. Saluti.
    7 punti
  28. Salve, dico la mia.. io leggo CΤΕΦΑΝΟΥ (STEFANO) e ΑCΚΑΛΟΝ ΙΤΟΥ (ASKALON in Israele) . POTREBBE essere un sigillo bizantino del vescovo Stefano di Maiuma di Ascalona che partecipò al concilio di Gerusalemme nel 518. Ho un esempio di un suo sigillo similare su un verso. https://www.acsearch.info/search.html?id=335862
    7 punti
  29. Buonasera a tutti, le ultime discussioni in sezione mi hanno invogliato a prendere in mano qualche mia Vicereale. Posto un mio Carlino di Filippo II Fidei Defensor che già postai tempo fa in altra discussione. Oggi ho pensato di dare uno spazio tutto suo a questa tipologia. Sicuramente molto meno rara delle Sorelle con sigle IAF /G ma comunque degna di essere collezionata. Allora dicevo: Sigle IAF/cI - Giovanni Antonio Fasulo/Gaspare Giuno Giovanni Antonio Fasulo Maestro di zecca dal 1594 al 1611 durante i regni di Filippo III e Filippo II. La sua sigla è un IAF in monogramma. Gaspare Giuno Maestro di prova. Inutile dire che la conservazione e la schiacciatura sotto al busto non lascia molto spazio per la giusta catalogazione. Sarebbe stato importante scorgere il marchio sotto al busto per inquadrarla. Diciamo che sicuramente è catalogabile a pagina 128 tra il 78 e con buona fantasia al più raro 78/3. Del Libro sulle Vicereali di Pietro Magliocca. Nella mia eventuale ripresa con le Vicereali sicuramente terrei in primissima considerazione la totale leggibilita' del tondello. In una vecchia discussione sui Carlini di Filippo II si faceva cenno al fatto che Filippo avesse fatto suo il motto di Difensore della Fede in occasione della battaglia di Lepanto contro i Turchi. Un chiaro messaggio sul Carlino come una sorta di biglietto da visita del tempo. La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571nel corso della guerra di Cipro tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane (federate sotto le insegne pontificie) della Lega Santa che riuniva le forze navali, di cui metà era della Repubblica di Venezia da sola e l'altra metà composta congiuntamente dalle galee dell'Impero spagnolo(con i regni di Napoli, Sicilia e Sardegna),dello Stato Pontificio,della Repubblica di Genova,dei Cavalieri di Malta,del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana,del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca (che parteciparono all'armamento delle galee genovesi), del Ducato di Ferrara, del Ducato di Parma e Piacenza e del Ducato di Mantova. Saluti Alberto
    6 punti
  30. Cari savoiardi nell'asta Nomisma 72 di ieri, oltre a confermarsi l'interesse ormai inesistente per le prove e per le coniazioni per numismatici di Vittorio Emanuele III, praticamente tutti invenduti, mi piace rilevare invece il grande realizzo per una moneta straordinaria, della più grande rarità e di eccezionale qualità per la tipologia, con una meravigliosa patina di medagliere. Si tratta di un testone per Torino di Filiberto II, che vanta un R9 sul Cudazzo, nuova edizione, che al numero 342 in SPL la quota 40.000 cucuzze. Il catalogo prende la base dall'ultima vendita in asta pubblica di un altro esemplare, che risale all'asta Nac 81 del 2014, lotto 276, dove, in conservazione SPL, ha realizzato infatti 38.000 euro + diritti. Ero presente all'epoca in sala e la ricordo bene, conservazione tutto sommato paragonabile a questa, e non aveva il brutto taglio sul viso. Certamente i prezzi rispetto ad allora di queste punte di diamante della monetazione sabauda sono sensibilmente scesi (almeno 20-30% in media) ed è un fatto. Ma rimane, a 26.500 più diritti, un bel colpo per chi se l'è aggiudicata. Col tempo avrà grandi soddisfazioni a mio avviso. In giro non ce ne sono ed è una coniazione con incredibile valore anche storico data l'epoca e il contesto. Il ritratto rinascimentale del duca è una meraviglia, peccato il taglio. Da ammirare!
    6 punti
  31. Di prossima uscita il primo fascicolo del 2025. L'indice è visionabile al link: https://www.acinumis.it/rivista-monete-antiche/
    6 punti
  32. Martedì 8 aprile dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "Rivisitazione cronologica della monetazione milanese di Filippo IV" tenuta da Tiziano Caronni. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati nei primi giorni di aprile.
    6 punti
  33. King of Eagles: Sultan of Muscat specimen Questo esemplare può a buon diritto essere incoronato come "il Re delle Aquile", poiché è il più bello dei tre conosciuti e, anche, il più caro... che non guasta I disegni della moneta mostrano una definizione nitidissima, a parte un'insolita morbidezza sulla stella 3 del dritto. Le altre stelle mostrano centri pieni, il che suggerisce che qualcosa potrebbe aver parzialmente ostruito il conio alla stella 3 durante la coniazione. In particolare, l'esemplare del Re del Siam mostra lo stesso centro piatto sulla stella 3, mentre quello della collezione Harry Bass (vedi post #54) è nettamente dettagliato in quest'area. Una sottile crepa nel conio si nota dai capelli di Liberty alla base del dritto della R in LIBERTY. Questa caratteristica si vede anche sull'esemplare del Re del Siam, ma non è presente sulla moneta di Bass. Queste diverse caratteristiche di coniazione suggeriscono che la moneta in oggetto e l'esemplare del Re del Siam siano state coniate nello stesso momento, nelle stesse circostanze, mentre la moneta di Bass è stata coniata più tardi, quando l'ostruzione nella stella 3 era stata rimossa e una leggera lucidatura aveva rimosso la crepa nel conio. Poiché i set di prova King of Siam e Sultan of Muscat sono stati entrambi coniati nel novembre del 1834, se ne conclude che tale moneta sia l'esemplare del set per il Sultano di Muscat. Come e quando la moneta sia tornata dal Medioriente agli Stati Uniti è ignoto. Viene segnalata per la prima volta nella leggendaria collezione del Colonnello Green, personaggio del quale abbiamo parlato in altra discussione. Acquistata da Stack's nel 1943, poi probabilmente privatamente da Clifford T. Weihman, che l'avrebbe venduta nel 1947 per 7.500 dollari, dopo vari altri cambi di mano, viene acquistata da John Albanese, all'incirca nel 2002, per 600.000 dollari. Successivi passaggi, sempre privati, vedono il valore della moneta lievitare a 900.000 dollari, venduta a un collezionista canadese, che la rimanda negli USA per 2 milioni (stimati), passandola a un collezionista del Maryland. Da questi sarebbe stata venduta, nel 2007, per una cifra stimata di 5 milioni. Infine, nell'asta Heritage del 20 gennaio 2021, ha raggiunto il suo record (per ora), realizzando 5.280.000 dollari, diritti inclusi. Ed eccola qua, Sua Magnificenza certificata da PCGS in conservazione PR65+ Deep Cameo. (foto da Heritage Auctions, sempre cliccarla per vederla meglio) E questo dovrebbe concludere il discorso sulle1804 Eagles Plain-4... forse A chi invece fosse interessato a conoscere meglio le altre monete contenute nel cofanetto del Re del Siam, ricordo che sono state illustrate nella discussione sul dollaro 1804 petronius
    6 punti
  34. Al di là delle considerazioni sull'amalgama, mi sembra di vedere una superficie bucherellata da entrambi i lati e soprattutto sulla veste dell'Italia e - se non è un effetto ottico - questo non depone a favore della moneta. Ricordo anche che si tratta di un primo conio con le firme disassate e un incisione dei rilievi più bassa che va ad accentuare il senso di usura. Per confronto allego l'immagine di un secondo conio in buona conservazione dove l'inicisione dei rilievi è molto più marcata. Una briciola che apparirà sul Gazzettino di Quelli del Cordusio #12 (al momento supera le 160 pagine con 15 articoli) suppone che il primo conio sia meno comune (o più raro se vogliamo, in un rapporto di 1:2) del secondo conio che presenta le firme allineate (che io, però, preferisco per la nitidezza dei dettagli)..
    6 punti
  35. Anche Enrico Dandolo ringrazia:
    6 punti
  36. Salve. Condivido un mezzo ducato di Filippo II. La sigla è "IBR/VP"( dietro la testa ). Magliocca pag.101 n. 24 del suo volume sulla moneta napoletana 1503/1680 (R). Il peso è di grammi14,9. Un caro saluto a tutti.
    6 punti
  37. Buongiorno, visto che evidentemente non si comprende la delicatezza della materia e le possibili conseguenze legali di certe affermazioni fatte in un forum pubblico, ribadiamo quanto segue. Ci viene contestato di aver "azzerato il dibattito pubblico" e "eliminato arbitrariamente messaggi". Peccato che ciò che qualcuno definisce "barbara censura" sia in realtà una tutela per tutti, inclusi coloro che scrivono senza valutare le ripercussioni delle proprie parole. In più di venti anni di forum ho visto gente piangere ed elemosinare pietà per molto meno. Non rientra nelle nostre prerogative fare da tribunale, né tantomeno ospitare accuse di cui non possiamo verificare la fondatezza e che prestano il fianco ad azioni legali. Chi è convinto delle proprie verità siamo certi che non avrà problemi a sostenerle in sedi più opportune o anche su questo forum firmandosi con nome e cognome e assumendosene ogni responsabilità.
    6 punti
  38. Ciao, innanzitutto mi congratulo per l' impegno che sicuramente avete dovuto investire per realizzare questo evento che effettivamente è la prima volta che si svolgerà in Calabria,tra l'altro dovrebbe essere la terza regione del Sud, dopo Campania e Sicilia,ad ospitare un' evento del genere e questo potrebbe essere uno spunto per altre regioni del meridione a spingere collezionisti e circoli numismatici ad organizzare un convegno anche nella loro regione , quindi ben vengano eventi del genere nel nostro Sud... Detto ciò mi ha colpito l' orario del giorno Sabato 13 settembre, dalle 9 alle 20,chiedere se sarà effettivamente rispettato dai commercianti è sicuramente una domanda che non può avere risposta per ovvi motivi ma nel caso fosse veramente così sarebbe il primo convegno in Italia ad avere espositori per 11 ore di fila,nei convegni del Nord Italia, almeno a quelli a cui ho partecipato era buona grazia se trovavi qualcuno fino alle 15/16...
    6 punti
  39. Potrebbero valere un saluto . A Te una buona serata
    6 punti
  40. Salve a tutti amici del forum, non so se questa discussione va contro le regole o ne esiste già una uguale, in questo caso chiedo pure ai moderatori di cancellare, ma credo che sia interessante fare una discussione nella quale vengono postate monete d’oro di ogni epoca e tipologia con magari una breve descrizione, se ritenete la cosa interessante potete pure postare e far crescere quella che credo possa essere una interessante discussione. Inizio io visto che ho creato il post con la mia prima moneta d’oro una “semplice” sterlina della regina Vittoria che ha regnato in Gran Bretagna dal 1837 al 1901.
    5 punti
  41. Buonasera a tutti, condivido le foto di due mie Piastre 1841 del 5° tipo (testa grande), frutto di due diverse coppie di conii.
    5 punti
  42. Ciao @PostOffice, mi hai citato sperando per l'amico dareio.it che l'1 centesimi fosse il blù di Prussia, ma purtroppo non è , è il nero su azzurrognolo n.83 Unificato conosco bene il blù di Prussia e se posso dilungarmi 2 minuti vi dico anche il perchè. Essendo come Associazione gemellati con l'Associazione Filatelica di Aix en Provence( Francia) da 27 anni, ebbi la fortuna 25 anni fà di trovare un Blù di Prussia in una collezione che acquistai, tale collezione aveva la specializzazione delle varie tonalità dei singoli valori, essendo un francobollo tirato in alto numero, e tra questi, (descritto eccellentemente) vi era il Prussia, che tra tanti 1 cent. spiccava come un fiore bianco in un campo di papaveri, è veramente tutto un altro colore. lo portai dall'amico Silvavo Sorani e appena lo vide disse" è lui, anche se non lo guardo con la lente" sappiamo bene chi fosse Sorani, mi fece un dettagliato certificato e l'anno dopo recandomi come ogni anno per il gemellaggio ad Aix,in occasione della giornata del francobollo, lo portai con me, il Presidente di Aix dal vivo non lo aveva mai visto e così tanti dei soci, organizzò per il giono dopo una conferenza con le varie scolaresche (che devo dire in Francia seguono molto la Filatelia) e presentò questo francobollo e intervenni pure io spiegando come lo avevo trovato, ad un certo punto si alza un signore e mi dice in Francese, ma ve lo dico in Italiano, grazie Sig. Presidente, ora che ho visto il Prussia, posso morire felice. Rimasi di stucco perchè non mi sarei mai immaginato che effetto potesse fare quel francobollo ( economicamente è paragonabile quasi al nostro Nero N.1) ma questo è veramente tanto difficile da trovare, per finire la storia, vi dico che l'ho donato alla Associazione di Aix , con i ringraziamenti di non so quante persone. scusate se vi ho trattenuto per questa mia avventura, ma questo vi può fare capire che cosa sia la filatelia per chi veramente la ama
    5 punti
  43. Per continuare ne metto una.. Piastra di Ferdinando II 1633 Firenze, valuta 7 lire. Ritratto con il collare alla Spagnola simbolo del potere del momento, basetta fluente, baffino alto e mosca, sempre bel nasuto. Un saluto Fofo
    5 punti
  44. Non sono così convinto che la moneta sia in MS66: bisognerebbe vederla direttamente. Molti dei ghirigori ben visibili sui campi sono probabilmente spazzolature di conio (e quindi in rilievo, caratteristica degli alti valori di questa tipologia) ma altri sembrano apprezzarsi sui rilievi continuandosi dai fondi, oppure sono segnettini veri e propri. Per quanto riguarda i graffietti arcuati sulla tempia, quella è probabilmente opera del tornietto utilizzato per portare a peso il tondello, dunque intrinseca alla coniazione. Posto il mio esemplare del 1912, in conservazione decisamente alta. Purtroppo l'oro non è facile da fotografare: si apprezzano anche in tal caso i graffietti da tornio sulla tempia (non so se sia questo il "classico difetto di conio al dritto sulla testa del re" di cui parla Fabrizio) pur con pochissimi segnetti da contatto su entrambe le facce.
    5 punti
  45. Buonasera, contribuisco anche io a questa discussione di 2 anni esatti fa, con il mio esemplare. Come vi sembra?
    5 punti
  46. mi avete talmente impaurito con queste discussioni che ieri sera mi sono sentito in dovere di mettere in chiaro un paio di cose circa le mie monetine con la mia signora.. 😱
    5 punti
  47. Ma che c'entra con i francobolli? Centra, centra... Ma credo proprio che molti di voi leggeranno questo termine per la prima volta "le Spartakiadi" Le Spartakiadi furono manifestazioni sportive internazionali ideate e promosse dall’Unione Sovietica, che presero il nome dal celebre schiavo Spartaco. L’evento mirava a offrire un’alternativa ai Giochi Olimpici, sottolineando l’internazionalismo proletario in contrasto con il carattere aristocratico dei giochi antichi, modello per le Olimpiadi moderne “capitaliste”. Tra il 1928 e il 1936 si tennero quattro edizioni internazionali ufficiali. In seguito, nel blocco orientale le Spartakiadi divennero appuntamenti sportivi nazionali oppure competizioni internazionali tra eserciti “amici”. Già nel 1923, a Pietrogrado, si celebrarono le prime Spartakiadi nell’ambito dell’Armata Rossa e del movimento sportivo Spartak. Nel 1928, la Spartakiade di Mosca, detta anche “dell’intera Unione”, fu organizzata dall’Internazionale Rossa dello Sport (RSI) e vide la partecipazione di circa 4.000 atleti, tra cui 600 provenienti da 12 Paesi. Sempre nel 1928 la RSI realizzò una Spartakiade invernale a Oslo, che vide il confronto di delegazioni da Norvegia, Unione Sovietica, Svezia, Cecoslovacchia, Finlandia e Germania, con una netta predominanza degli atleti sovietici. Nel 1931 era prevista una seconda edizione internazionale a Berlino, subito prima delle Olimpiadi del lavoro di Vienna, ma fu ostacolata dalle autorità e si svolse in segreto con il nome di “Festival estivo internazionale del cartello culturale sportivo dei lavoratori” („Internationales Sommerfest des Arbeitersport-Kulturkartells“) - [azz! ndr] . Successivamente, una delegazione internazionale di “atleti rossi” si recò a Mosca per partecipare a vari eventi sportivi. Nel 1932, a Chicago e a Lione, si tennero delle Spartakiadi in concomitanza con le Olimpiadi di Los Angeles, pur non essendo edizioni ufficiali RSI. Una grande Spartakiade mondiale era pianificata a Mosca per il 1933, ma problemi organizzativi ne portarono il rinvio, fino all’annullamento definitivo. Nel 1936, alla seconda edizione invernale internazionale a Oslo, presero parte delegazioni di Norvegia, Unione Sovietica, Finlandia e Svezia. Nel 1952, l'Unione Sovietica decise di aderire al movimento olimpico e le Spartakiadi internazionali furono interrotte. Tuttavia, il termine continuò a esistere per gli eventi sportivi interni all'Unione Sovietica a vari livelli, da quello locale alla Spartakiade dei Popoli dell'URSS come Spartakiade invernale e Spartakiade estiva. La prima Spartakiad sovietica si tenne nel 1956. Fino al 1975, tutte le finali estive si tennero a Mosca, poi anche in altre città dell'Unione Sovietica. Parallelamente, in paesi come la Repubblica Democratica Tedesca (il mio bel francobollo di sopra) e in altri Stati del blocco orientale si organizzavano regolarmente Spartakiadi dedicate a ragazzi e giovani. Spartakiani di tutto il mondo, unitevi! Njk =========== Conseguenza logica è dedicare questa discussione ad @ART che nella guerra fredda si tuffa a capo chino! 😁
    5 punti
  48. Qui ci sono gli espositori che saranno presenti a oggi, penso possa essere utile
    5 punti
  49. L'anno senza cents La guerra del 1812 ebbe conseguenze anche sulla produzione monetaria degli Stati Uniti. Non per le monete d'oro, le uniche rimaste erano le half eagles, che furono regolarmente coniate fino al 1814, e poche anche nel 1815. Qualche problema in più lo ebbero quelle d'argento: la coniazione dei dimes fu sospesa nel 1812 e 1813, per riprendere nel 1814, prima di un nuovo, lungo stop fino al 1820. I quarti di dollaro non si coniavano più dal 1807, e la produzione riprese proprio nel 1815, a guerra finita, mentre i mezzi dollari continuarono ad essere coniati in quantità per tutti gli anni del conflitto. Le difficoltà maggiori le ebbero gli spiccioli in rame, cents e half cents, che erano anche le monete più diffuse. Il rame, al pari dell'oro e dell'argento, scarseggiava nell'America di inizio Ottocento, e quello che c'era doveva ovviamente servire anche per altri scopi: così, la gran parte dei tondelli per le monete veniva importata dall'Europa. Importazione che cessò bruscamente nel gennaio 1811, a causa del blocco navale inglese. Altrettanto bruscamente cessò la produzione dei mezzi centesimi, sospesa quello stesso anno dopo che erano stati coniati poco più di 60.000 esemplari, quantità irrisoria rispetto agli standard precedenti. Riprenderà, addirittura, solo nel 1825. I centesimi, invece, si riuscì a coniarli fino al 1814, dando fondo alle scorte di tondelli. Ma anche quelle finirono, e così nel 1815, prima che potessero riprendere le importazioni (avverrà nel settembre di quell'anno), anche la produzione dei centesimi venne sospesa. Quello fu "l'anno senza cents", l'unico, nella storia monetaria degli Stati Uniti, in cui questi spiccioli non furono coniati. (foto da PCGS) E ora, prima di abbandonare i discorsi sulla guerra del 1812, che altrimenti rischierebbero di essere più lunghi della guerra stessa ci sono ancora un paio di storie da raccontare, su due "effetti collaterali", di politica e costume, che sicuramente tutti conoscete, poiché entrati a far parte dell'immaginario collettivo, non solo americano... ne parliamo nel prossimo post petronius
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