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Genova - Tomaso Fregoso


fra crasellame

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GENOVA, Tomaso di Campofregoso (1415-1421), Ag soldino, 1,93 grammi;

D/ : + T[..] D[..] C: DVX: IANVENS: XVIIII Castello tra T e C dentro un polylobe ornato di punti negli angoli. Al di sotto, Y (vedi nota).

R/ : + CONRADV'. REX: ROMANOR: I Croce patente in un polylobe ornato di punti negli angoli.

Ref.: Lunardi, 66; Biaggi, 894; CNI III, 102, 66.

Da un documento del 1445 ("Constitutiones et ordines cechae"), la zecca era controllata in tutte le operazioni da due "soprastanti" nominati annualmente dai membri di tre uffici: quello dei Protettori delle Compere di San Giorgio, dei Protettori del Capitolo e degli Ufficiali delle Monete.

I "soprastanti" del 1445 fruivano di un salario annuo individuale di 125 Lire.

Nel personale tecnico figuravano: un pesatore che aveva anche il compito, oltre a quello di garantire il rispetto del peso dei singoli pezzi, di incidere i coni. Per essere ammesso a ricoprire questa carica che gli fruttava un salario annuo di 80 Lire, era tenuto a versare una cauzione di 400 fiorini.

Un fonditore, cui era attribuitala delicata funzione di stabilire con esattezza il quantitativo proporzionale dei vari metalli impiegati per ottenere le leghe occorrenti. Il compenso era stabilito in funzione del numero e del tipo dei pezzi coniati. Anche il fonditore era tenuto a versare una cauzione... ben 3000 fiorini.

Alcuni saggiatori che dovevano controllare la bontà dei vari metalli impiegati e successivamente li marcavano se erano in possesso dei requisiti richesti. Non si conosce l'ammontare della loro retribuzione, ma dovevano versare una cauzione di 500 fiorini.

Uno scriba che registrava tutte le operazioni: dall'accettazione del metallo alla consegna delle monete coniate e pronte per l'emissione. Fruiva di un salario annuo di 75 lire e doveva versare una cauzione di 200 fiorini.

I Magistri operarii o monetarii o monerii, di numero imprecisato, che erano addetti all'esecuzione materiale delle varie operazioni di battitura e dovevano esercitare senza frode la loro arte. La loro retribuzione era fissata di volta in volta secondo le loro prestazioni, da tariffe stabilite per ogni tipo di moneta.

Nota sulle iniziali.

L'uso corrente di iniziali sta ad indicare con maggiore evidenza i maestri di zecca oppure i "soprastanti" alla coniazione. Entrano nell'uso comune dopo il 1252 e caratterizzano tutta la monetazione del periodo dei dogi biennali fino al primo quarto del XVIII secolo.

I grossi dei primi dogi a vita (ma non solo i grossi, nota mia) recano una lettera sotto al castello e questo particolare è considerato come elemento di classificazione.

(Fonte: "Monete Genovesi" di Giovanni Pesce)

Modificato da fra crasellame
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Così inizia il documento di cui ho parlato nel post precedente. In queste righe sono indicati i membri di tre uffici (si riconoscono nomi di famiglie importanti): quello dei Protettori delle Compere di San Giorgio, dei Protettori del Capitolo e degli Ufficiali delle Monete.

Il documento continua poi colle descrizioni dettagliate delle funzioni del personale e finisce con una specie di tariffario che riporterò prossimamente.

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  • 2 anni dopo...
Inviato (modificato)

Ultimo arrivo assieme all'altra di Filippo Maria Visconti prima di un lungo periodo ahimé di astinenza...

Variante con la I sotto al castello al posto della Y

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Modificato da fra crasellame
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