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Risposte migliori

Inviato

Ciao

Effettivamente queste monete sono stilisticamente scarse...

Quel che noto però è la buona mistura e pertanto vorrei sapere dagli esperti la perentuale di argento contenuta nella lega.

Quattro baiocchi di Benedetto XIV (1748)

Due baiocchi di Pio VI (1777)

Tutte le altre notizie in merito sono gradite.

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Inviato

Ciao, sul Muntoni non ho trovato informazioni relative alla lega, però nel volume degli "Annali della zecca di Roma" di Martinori relativo al periodo 1740-1799, è riportato un documento risalente al pontificato di Benedetto XIV in cui la lega delle "baiocchelle", ossia delle muraiole in mistura, è indicata come composta da 1 parte di argento e 3 di rame, e si specifica che l'intrinseco contenuto nella moneta da 4 baiocchi è di soli 3.04 quattrini... :rolleyes:

Per Pio VI è riportato invece nelle pagine terminali un quadro riassuntivo di pesi e composizione delle varie tipologie, tratti dagli esemplari del Medagliere Vaticano. Per il 2 baiocchi 1777 è riportato come titolo "once 5" che dovrebbe stare per 5 once di argento per libbra, ossia 5/12, ossia circa il 41% di argento.

Attendiamo eventuali conferme o smentite ;)

Ciao, RCAMIL.


Inviato

Grazie rcamil

Avevo notato che il due baiocchi ha un tenore di argento superiore al Quattro baiocchi e da questo è nata la mia domanda.

Questa rivalutazione della "moneta", per cui il due baiocchi, dopo circa trenta anni, va ad assumere in termini reali quasi lo stesso peso di argento del quattro baiocchi precedente, va visto come un adeguamento della moneta ad una maggiore ricchezza dello Stato o al momento contingente che precede e anticipa le richieste popolari del '79 ?

La domanda è uscita fumosa... ma Voi siete tutti intelligenti e preparati...


Inviato
Avevo notato che il due baiocchi ha un tenore di argento superiore al Quattro baiocchi e da questo è nata la mia domanda.

Questa rivalutazione della "moneta", per cui il due baiocchi, dopo circa trenta anni, va ad assumere in termini reali quasi lo stesso peso di argento del quattro baiocchi precedente, va visto come un adeguamento della moneta ad una maggiore ricchezza dello Stato o al momento contingente che precede e anticipa le richieste popolari del '79 ?

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Ciao, da quel che ho potuto leggere sul volume "Moneta Pontificia" di S. Balbi De Caro e L. Londei, la composizione di queste monete di mistura era molto soggetta a variazioni dovute al prezzo delle materie prime e sono spesso citati documenti d'epoca in cui si andava a ridurre o aumentare il titolo, a ridurre o aumentare il taglio.

Molto poi era dovuto alla "riuscita estetica" delle monete ed all'apparenza che queste venivano ad avere con l'usura. Più di un documento tra quelli citati fa il punto sul fatto che la moneta che da argentea diveniva "di rame" per l'usura, che ne metteva in evidenza l'anima in mistura una volta sparita l'argentatura superficiale.

Proprio per questo in alcuni casi si optò per l'aumento del contenuto di argento nella mistura (per citare testualmente "per dare una maggior politezza"). Ciò non toglie che potesse seguirne una diminuzione di peso, in modo tale da mantenere inalterato l'intrinseco.

Soprattutto nel periodo terminale del pontificato di Pio VI i tagli in mistura erano tanti da andarsi a sovrapporre per valore ed intrinseco ad altri tagli (si pensi al carlino da 7,5 baiocchi ed alla contemporanea muraiola da 8 baiocchi, al doppio carlino da 15 ed al 12 baiocchi, al 25 baiocchi ed al testone d'argento da 30, al 60 baiocchi ed al mezzo scudo d'argento da 50), e le situazioni contingenti degli anni 1795-1797 ne mutavano taglio e composizione a distanza di pochi mesi, una manna per i collezionisti di oggi, ma immagino un uncredibile marasma per chi era chiamato a districarsi nell'utilizzo di queste monete nel quotidiano :P

Ciao, RCAMIL.


Inviato

Grazie rcamil per voler dividere con noi le tue infinite conoscenze.

Saluti

agrippa


Inviato

Monaldo Leopardi (1776-1847), il pedante padre del grande Giacomo, al cap. XLII della sua Autobiografia, ci propone una Digressione sulla moneta, e conferma la scarsità dei 4 bajocchi: Quest'ultima moneta si coniò scarsamente, e solo al tempo di Pio VI.

Riceve conferma dal testo anche la degradazione di cui qui si parla: ...ma di poco peso, e a poco a poco tanto degradanti che in ultimo uno scudo in rame pesava sette overo otto oncie.

Ad ogni buon conto allego in formato testo (*.txt) tutto il capitolo, la cui lettura può essere interessante per i cultori di pontificie.

autobiografia_monaldo_leopardi.txt


Inviato
Monaldo Leopardi (1776-1847), il pedante padre del grande Giacomo, al cap. XLII della sua Autobiografia, ci propone una Digressione sulla moneta, e conferma la scarsità dei 4 bajocchi: Quest'ultima moneta si coniò scarsamente, e solo al tempo di Pio VI.

Riceve conferma dal testo  anche la degradazione di cui qui si parla: ...ma di poco peso, e a poco a poco tanto degradanti che in ultimo uno scudo in rame pesava sette overo otto oncie.

Ad ogni buon conto allego in formato testo (*.txt) tutto il capitolo, la cui lettura può essere interessante per i cultori di pontificie.

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documento molto interessante!

l'ho letto con grande piacere B)

certo che tutte quelle tipologie di monete.... dovevano procurare molti un mal di testa :wacko:

e pensare che una volta pensavo che il 20c di euro fosse un taglio superfluo! :P


Inviato

Veramente un'ottima segnalazione (anche se mi pare che il Sor Monaldo faccia un discreto casino coi nominali ;) ). Tra l'altro mi ha permesso di mettere il punto a una vecchia diatriba:

moneta erosa = moneta di mistura !

Ciao, P. :)


  • 1 anno dopo...
Inviato
Veramente un'ottima segnalazione (anche se mi pare che il Sor Monaldo faccia un discreto casino coi nominali ;) ). Tra l'altro mi ha permesso di mettere il punto a una vecchia diatriba:

moneta erosa = moneta di mistura !

Ciao, P. :)

A conferma definitiva posto questo decreto della Repubblica Romana tratto da:

BOLLETTINO DELLE LEGGI, PROCLAMI, CIRCOLARI, REGOLAMENTI ED ALTRE DISPOSIZIONI DELLA REPUBBLICA ROMANA

Edizione Officiale - VOLUME UNICO

Roma - Dalla tipografia nazionale - 1849

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  • 9 anni dopo...
Inviato

Riesumo questa discussione a distanza di 10 anni perché sto studiando il periodo della prima Repubblica Romana e nei documenti dell'epoca trovo riferimento alla moneta di rame, a quella "erosa" e a quella "fina". Siccome non sono un esperto di monete (colleziono banconote) mi chiedevo se "fina" significhi "spicciola", "di piccolo taglio", oppure d'oro o argento.

Grazie per l'aiuto che potrete eventualmente darmi.

Davide


Inviato

Erosa era la moneta in mistura, quindi di conseguenza fina era quella in "metallo nobile".

Ciao, RCAMIL.

  • Grazie 1

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