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Imperatore del mese - Luglio - numero speciale


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Marco Vipsanio Agrippa: Costruttore di vittorie.

Una ipotetica biografia di Marco Agrippa potrebbe avere questo titolo. A lui Augusto doveva gran parte dei successi che gli permisero di essere il primo ad ottenere il principato, e quindi diventare imperatore. Lo stesso Agrippa avrebbe potuto aspirare alla porpora, e ne avrebbe avuto certamente le qualità necessarie: politiche, militari, logistiche, ma questo avrebbe voluto dire estromettere Caio Ottaviano, precipitare Roma in una nuova guerra civile, distruggere tutto ciò che di buono, dopo Cesare, era stato fatto. Nonostante il succedersi delle guerre civili negli anni precedenti, la tradizione romana, il mos maiorum, aveva ancora un peso enorme nella società del tempo. E Marco Agrippa incarnava in sè tutte le qualità di un romano al servizio di Roma, che avrebbe potuto essere il primo a Roma, ma che mise Roma prima delle proprie ambizioni, e che fu legato per tutta la vita da una unica fratellanza d’intenti con Ottaviano Augusto.

Parte I: da Arpino a Roma

Marco Agrippa nasce ad Arpino intorno all’anno 63 a.C. da una famiglia di rango equestre. Un “uomo nuovo”, non di famiglia senatoriale, nato in una cittadina vicino Roma che era già nota per avere dato i natali ad un altro uomo nuovo che è diventato uno dei più grandi personaggi della storia di Roma: Caio Mario.

Figlio di Lucio Vipsanio, (L.F., come recita l’iscrizione sul Pantheon), studia a Roma, dove conosce Caio Ottaviano, il futuro imperatore Augusto, instaurando con lui una amicizia che durerà per tutta la vita. La guerra civile tra Cesare e Pompeo vede Lucio Agrippa, fratello maggiore di Marco, combattere contro Cesare. Alla fine della guerra civile, Lucio Agrippa andrà ad ingrossare le schiere dei “perdonati” da Caio Giulio.

Nell’autunno del 45, Cesare stava preparando una nuova campagna militare, contro i Parti. Il dittatore voleva tornare a riprovare le emozioni della battaglia, ormai sicuro del potere in patria, che sarebbe stato affidato a Marco Antonio. Caio Ottaviano e Marco Agrippa partono per la Macedonia, dove si addestrano con le legioni. Svetonio, amante del “gossip”, narra che ad Apollonia i due giovani incontrano un astrologo, tale Teogene, che predice loro un grande futuro. Il presente, però, era di tutt’altro genere: le idi di marzo segnarono tra l’altro la fine della campagna contro i Parti, e i due giovani tornano a Roma (insieme a Caio Mecenate). Caio Ottaviano, divenuto Caio Giulio Cesare Ottaviano, in seguito all’adozione da parte del defunto dittatore, nel 43 diventa Console, mentre Agrippa viene eletto tribuno.

Nell’estate del 43, il secondo triumvirato (Ottaviano-Marco Antonio-Lepido) viene costituito e leggittimato dalla Lex Titia nel novembre dello stesso anno.

Nel 42, la battaglia di Filippi, in cui Agrippa combattè nelle file dell’esercito triumvirale, contro gli assassini di Cesare, mette fine, almeno momentanemente, alla guerra civile. Nel 41 Lucio Antonio, console e fratello di Marco Antonio, tentò di porsi come “campione della repubblica”, appoggiato dalla classe senatoriale, contro gli straordinari poteri dei triumviri, ed in particolare di Caio Ottaviano. Il futuro Augusto aveva dalla sua parte generali (come Marco Agrippa e Salvidieno Rufo) nettamente migliori di quelli del rivale (tranne forse Ventidio). In particolare Marco Agrippa con l’assedio di Sutri costrinse Lucio Antonio a ritirarsi a Perugia, dove Ottaviano lo intrappolò stringendo d’assedio la città. Da qui la definizione di “bellum perusinum” (Gabba, 1971)

Nell’anno successivo Marco Agrippa riveste la carica di praetor urbanus, occupandosi quasi esclusivamente di questioni militari, più che della amministrazione cittadina. Infatti, blocca un esercito che marciava su Perugia per sostenere Lucio Antonio e rompere l’assedio, consentendo così ad Ottaviano di intavolare le trattative di resa per le quali Antonio sarebbe diventato governatore della Spagna. Inoltre, riesce a negoziare un accordo tra Marco Antonio e Ottaviano, che viene suggellato dal matrimonio tra Antonio e Ottavia Minore, sorella di Ottaviano (pace di Brindisi).

Negli anni 39 e 38, Marco Agrippa viene inviato in Gallia come proconsole. Sua è l’opera di pacificazione del confine Renano, con la sottomissione dei Suebi e la costituzione della capitale degli Ubii sul lato occidentale del fiume, quella Ara Ubiorum che diventerà la moderna Colonia. Oltre alle imprese militari, Agrippa comincia a mostrare le sue notevoli doti ingegneristiche e logistiche, pianificando la costruzione di un sistema di vie romane nella Gallia che avrebbe permesso di collegare la capitale Lugdunum all’Oceano Atlantico, al Reno settentrionale e al canale della Manica.

Ben altri problemi attendevano Marco Agrippa al ritorno in patria.

Facciamo un breve passo indietro: Nel 45, Gneo e Sesto Pompeo, figli di Pompeo Magno, fomentarono una rivolta in Spagna, ma furono sconfitti da Giulio Cesare nella battaglia di Munda. Dei due fratelli, entrambi fuggiti dopo la battaglia, Sesto sopravvisse. Nella confusione che seguì le idi di marzo, Sesto fu nominato ammiraglio dal senato, riuscì a controllare una considerevole flotta, tramite la quale conquistò il controllo della Sicilia, granaio di Roma. Con la costituzione del secondo triumvirato, la Sicilia era compresa nella sfera di influenza di Ottaviano, e Sesto fu proscritto. Nonostante ciò, nel periodo precedente la battaglia di Filippi (ed anche dopo questa, con l’acquisizione della flotta di Staio Murco) la potenza di Sesto Pompeo si accrebbe, tanto che per periodi anche non brevi egli ebbe il controllo, oltre che dell’isola, anche di parte della terraferma del sud italia. Nel 40, Agrippa eliminò la presenza di Sesto dalla penisola (le condizioni furono stabilite nella Pace di Miseno, nel 39), ma Pompeo dalle sue basi in Sicilia aveva comunque il controllo di gran parte del Tirreno, creando gravi danni all’economia marittima di Roma, oltre ad incursioni metodiche sulle città costiere, dalla Campania all’Etruria. Nel 38, Ottaviano decise di prepararsi alla battaglia decisiva contro i “pirati” (così vengono descritti dalla storiografia augustea) di Pompeo, facendo convergere due flotte, una dall’adriatico ed una dal tirreno, verso Rhegium. Qui accadde uno dei maggiori disastri della storia marittima romana, in quanto nel tentativo di congiungersi alla flotta di Calvisio, Ottaviano fu intercettato da una flotta pompeiana di base a Messana, subendo gravi danni. Nello spazio di un giorno ed una notte, sia a causa dell’infuriare della battaglia, che delle avverse condizioni metereologiche, Ottaviano perse praticamente tutta la sua flotta. Sesto Pompeo non uscì neanche da Messana con il grosso della flotta, e sul perchè non abbia approfittato della certa vittoria gli storici si interrogano ancora.

I tempi della rivincita non furono brevi. Innanzitutto, durante i colloqui di Taranto per il rinnovo del triumvirato per altri cinque anni, nel 37, Marco Antonio consegna circa 120 navi a Ottaviano (in cambio della promessa, mai mantenuta, di un esercito di veterani per marciare contro i Parti). Inoltre, grandi lavori vengono intrapresi per varare nuove navi, praticamente in tutti i porti sotto il controllo di Roma. Infine, Marco Agrippa, di ritorno dalla Gallia, viene nominato ammiraglio al posto di Calvisio. Il vincitore della Gallia, grande generale e grandissimo uomo, aveva già stupito tutta Roma rifiutando il meritato trionfo gallico, per non umiliare Ottaviano che ebbe tutt’altra fortuna a Rhegium (Abaecherly-Boyce, 1942; Paget, 1968).

Marco Agrippa cercò di preparare al meglio l’offensiva contro Sesto Pompeo, tanto da rimandarla di un altro anno. Questo tempo viene impiegato nella costruzione di nuove navi, e nell’allestimento di un nuovo porto, Portus Iulii, nelle vicinanze di Cumae e Misenum. In questa nuova struttura, creata usando le acque del lago Averno collegato alla costa da un passaggio d’acqua, Agrippa addestrò i propri marinai (Svetonio narra di 20000 schiavi liberati per divenire combattenti) all’uso delle nuove navi, forse più lente di quelle di Sesto, ma certamente più resistenti ai danni. I rematori erano stati reclutati da Augusto in persona, con una sorta di “coscrizione obbligatoria” tra gli schiavi delle maggiori famiglie romane.

Marco Agrippa vinse per due volte contro Sesto Pompeo, in due epiche battaglie combattute al largo di Milazzo (Mylae) e Naulochus (sulla costa settentrionale della Sicilia, tra le odierne Spadafora e Venetico marina). In queste battaglie le navi portavano una nuova “arma segreta”, evoluzione del “corvus” pare escogitata dallo stesso Agrippa, il cosiddetto “harpax”. A Naulochus Agrippa sbaraglò la flotta di Sesto, che perse quasi tutte le sue trecento navi.

Con la sconfitta e la fuga di Sesto Pompeo (che verrà ucciso l’anno successivo in oriente) la Sicilia torna sotto il dominio di Ottaviano. Questi riserva un “trattamento speciale” alle città che avevano appoggiato Sesto (basti pensare alla deportazione degli abitanti di Lipari, trasferiti in Campania), e i mari tornano sicuri dopo la sconfitta dei “pirati” (Stone, 1983).

In seguito alle sue grandi vittorie sul mare, Marco Agrippa riceve la “Corona Navalis” o corona rostrata, (o corona classica, da Classis, la flotta romana) che tanto ci è familiare nei suoi profili “numismatici”. Non furono molti i romani insigniti di questa onoreficenza: il primo fu Caio Attilio Regolo dopo la prima guerra punica; il secondo fu Marco Terenzio Varrone per il contributo nella guerra contro i pirati (67 a.C.), sotto il comando di Pompeo Magno; il terzo fu Marco Agrippa, il quarto (e ultimo) fu l’Imperatore Claudio, che se la auto-conferì per avere “dominato l’oceano” (era in realtà il canale della Manica) portando le truppe romane in Britannia.

Nel 37, a soli 26 anni, Marco Agrippa riveste per la prima volta la carica di Console, pur non provenendo da una famiglia di rango senatoriale, e pur non avendo completato, se non in piccola parte, il classico “cursus honorum” repubblicano. L’amicizia e la stretta collaborazione con Caio Giulio Cesare Ottaviano avevano ovviamente favorito la sua scalata. Nello steso anno sposa Cecilia Attica: da questo matrimonio nascerà Vipsania Agrippina, futura moglie di Tiberio.

A questo punto comincia la digressione numismatica nei fatti storici. Infatti, la prima moneta che ci attesta dell’importanza raggiunta da Marco Agrippa nella gerarchia romana ce lo descrive COS DESIG, e si tratta di un denario, che è qui di seguito illustrato.

Crawford 534/3, Seaby 545, Sydenham 1331.

CNG6424-9-03lot878Crawford534-3.jpg

(ex CNG 64, del 24/09/03 lotto 878)

E di seguito l’aureo, Crawford 534/1, Sydenham 1329, Cohen 33.

NAC245-12-2002lot11AureoCr534-1Syd1.jpg

(ex NAC 24, del 05/12/2002, lotto 11)

...continua...

Modificato da giampy

Inviato (modificato)

Parte II: dalla Pannonia ad Actium

Nel 35 e nel 34 Agrippa fu impegnato in una serie di campagne militari in Pannonia ed Illiria. Ottaviano cominciò infatti una serie di operazioni militari per pacificare le regioni che sarebbero state di importanza fondamentale nello scontro da venire con Antonio.

Nel 33, Agrippa fu Edile, mentre Ottaviano fu Console per la seconda volta. Agrippa fu impegnato in un enorme programma di “lavori pubblici”. A lui si deve la ristrutturazione di due acquedotti repubblicani, la Aqua Tepula e la Aqua Marcia (la cui manutenzione durante la Guerra civile era stata prevedibilmente scarsa), e inoltre iniziò la costruzione di due nuovi acquedotti, la Aqua Julia e la Aqua Virgo (quest’ultima linea funziona ancora oggi, per inciso la sua acqua è quella che sgorga dalla Fontana di Trevi) (Evans, 1982). Al di fuori di Roma, anche l’acquedotto Serino-Miseno (che tutt’oggi serve la città di Napoli) fu costruito fra il 33 e il 12 a.C, per fornire acqua alla Praetoria Classis Misenensis, la più potente flotta del mediterraneo (De Feo e Napoli, 2007). L’opera di Agrippa nel campo della ingegneria idraulica divenne così indispensabile che dopo la sua morte Augusto istituì la figura del “curator aquarum” nell’amministrazione civile romana.

Quegli anni furono comunque quelli che prepararono gli eventi della battaglia di Actium. Antonio e Cleopatra colpirono per primi, occupando la Grecia. Questa doveva servire da base di partenza per riportare la guerra civile sul suolo della penisola. Il blocco navale imposto da Ottaviano consentì di congelare la situazione e permettere allo stesso di sbarcare le truppe nella pacificata Illiria e di raggiungere l’Epiro.

In due distinte occasioni, presso Leucas e Patrae, Agrippa distrusse un certo numero di navi di Antonio, tagliando le sue linee di rifornimento (Tarn, 1931). La battaglia di Azio, combattuta nel settembre del 31 a.C., segnò la definitiva sconfitta di Antonio dal punto di vista della potenza navale, anche se la sua fuga dalle navi di Agrippa gli consentì di giungere in Egitto, dove comunque commise suicidio insieme a Cleopatra.

La conquista dell’Egitto venne completata nel 30, e nel 29 Ottaviano celebrò il suo trionfo a Roma. Una famosa moneta, qui di seguito illustrata, ci ricorda l’evento.

Marco Agrippa venne onorato da Ottaviano, che gli conferì uno stendardo azzurro come vincitore di Azio, oltre a vaste proprietà in Egitto. Inoltre, Ottaviano combinò il matrimonio di Agrippa con Claudia Marcella (matrimonio da cui nacque Vipsania Marcella).

Di seguito il famoso denario “aegypto capta” che celebra il trionfo di Augusto:

RIC 275a, Cohen 2

HDRauch23-4-08Ric275a.jpg

(ex HD Rauch 82, lotto 217, 23/4/2008)

Una moneta (AE17) di Nicopolis, città fondata da Ottaviano per ricordare la Battaglia di Actium, ci mostra Marco Agrippa al diritto, ed un delfino attorno ad un tridente al rovescio (RPC 1367, Sear 217).

CNG7814-5-08lot1220RPC1367Nicopolis.jpg

(ex CNG 78, 14/05/08 lotto 1220)

...continua...

Modificato da giampy

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Parte III: Roma e l’Impero: da est a ovest

Nel 28 a. C. Agrippa fu console per la seconda volta, insieme a Ottaviano. I due furono anche Censori, e riorganizzarono le liste senatoriali. Agrippa fu console per la terza (e ultima) volta nel 27 a.C.

Gli anni romani furono densi di attività. La costruzione di un nuovo quartiere abitativo nel Campo Marzio (27-25 a.C.), del Pantheon (completato nel 25), il completamento dei nuovi acquedotti (la Aqua Julia era stata completata nel 33, la Aqua Virgo verrà completata nel 19), la creazione dei Bagni di Agrippa (25 a.C.) (Evans, 1982). Questi anni coincisero con l’inizio delle Guerre Cantabriche in Spagna da parte di Augusto, dal 27 al 24, periodo in cui ad Agrippa fu demandata tutta l’amministrazione civile di Roma (e dell’impero).

Nel 24, Augusto, di ritorno dalla penisola iberica, riceve dal senato il rinnovo dei suoi poteri straordinari, e anche Agrippa ricevette la conferma dei suoi poteri proconsolari. Quando tra il 24 e il 23 la salute di Augusto si fece instabile, Agrippa lo sostituì completamente nel pubblico e nel privato, organizzando ad esempio il matrimonio tra Julia, figlia di Ottaviano, e Marcello. Agrippa sarebbe succeduto ad Augusto se questi fosse deceduto.

Gli storici narrano (e il solito Svetonio, amante del pettegolezzo, è tra questi) che Marcello non vedeva di buon occhio la successione di Agrippa, aspirando al potere imperiale in quanto genero dell’imperatore. Quanto ci sia di vero nella cosa non si sa, e gli eventi immediatamente successivi, se non correttamente interpretati, potrebbero fare pensare che le cose siano davvero andate così.

Dopo la guarigione di Augusto, Agrippa si recò in oriente, per assumere il governo proconsolare della provincia di Siria. In realtà, non dimorò ad Antiochia, residenza abituale del governatore, ma bensì nell’isola di Mitilene.

Il solito Svetonio vide in ciò una sorta di auto-esilio di Agrippa in seguito alla presunta discordia con Marcello. In realtà, come mostrato da diversi studiosi (Magie, 1908), la sua fu una missione di importanza fondamentale per l’evoluzione dei rapporti tra Roma e i Parti, in cui vennero intavolate trattative segrete che portarono alla nota riacquisizione degli stendardi (catturati a Crasso e Marco Antonio) nel 20 a.C. (gli stendardi furono scambiati con la vita del figlio del Gran Re dei Parti). In questo soggiorno orientale (come narra Giuseppe Flavio), Agrippa incontrò diverse volte re Erode il Grande, antico alleato di Marco Antonio che seppe abilmente riciclarsi come fidato alleato di Ottaviano (e amico di Agrippa) dopo Actium. Diversi studiosi intuiscono l’influenza di Agrippa, esperto nella realizzazione di porti, nella costruzione del porto di Cesarea Marittima, che avrebbe definitivamente soppiantato quello di Pieira e affiancato Alessandria come base principale di rifornimento per l’oriente.

Marcello morì durante questi anni, e al suo ritorno a Roma (21 a.C.) Agrippa divorziò da Marcella per sposare Giulia, figlia di Augusto.

Il matrimonio tra Agrippa e Giulia fu ricco di eredi: Caio Cesare, Lucio Cesare, Giulia Vipsania, Agrippina Maior (che sposerà Germanico) e Agrippa Postumo.

Dal 20 al 18, Agrippa fu mandato nuovamente in missione, stavolta nella parte occidentale dell’impero: prima in Gallia, dove domò rapidamente una ribellione, e poi nella penisola iberica, dove la pacificazione della regione Cantabrica era ancora da completare.

Tra le emissioni “galliche” abbiamo:

RPC 525 RIC 160, zecca di Nemasus (Nimes).

CNG7814-5-08lot1149RPC525RIC160Nema.jpg

(ex CNG 78, lotto 1149, del 14/05/08)

RPC533, zecca di Arausio (Orange).

CNG7814-5-08lot1137RPC533Arausio-Or.jpg

(ex CNG 78, lotto 1137, del 14/05/08).

La difficile campagna iberica degli anni 19-18 a.C. impegnò Agrippa alla guida di diverse legioni, ma alla fine anche questa impresa venne portata a termine. Sembra che Augusto alla fine della campagna conferì la corona muralis ad Agrippa, la stessa che vediamo in combinazione con la corona navalis su questa moneta del 12 a.C:

(BMCRE 121, RIC 414) (questa moneta fu poi riemessa come restituzione di Traiano)

NACauct45lot692-4-08coronecombinate.jpg

(ex NAC 45, lotto 69, del 02/04/08)

Agrippa, grande architetto, diede il suo contributo in Spagna con la costruzione dello splendido teatro di Emerita (attuale Merida), e probabilmente partecipò alla pianificazione (se non alla realizzazione) di diverse altre opere nella città, quali acquedotti e ponti. Sembra che la fondazione di Caesaraugusta (attuale Saragozza) sia da attribuire ad Agrippa, insieme ad una serie di lavori portuali nell’antica città punica di Gades (odierna Cadice).

Al ritorno dalla penisola iberica nel 18, Agrippa ricevette per la prima volta la tribunicia potestas, mentre Augusto ebbe rinnovata la propria. Ciò confermò l’importanza del potenziale erede di Augusto che ora ne condivideva, anche da un punto di vista formale, i poteri.

Nel 17 a.C. Augusto e Agrippa sovraintesero ai Ludi saeculares, nella loro veste di membri del collegio dei quindecimviri (sacris faciundis) (Hoffman, 1952).

Nello stesso anno, Augusto adotta i due figli di Agrippa, Caio e Lucio, facendone i propri eredi.

Nel 16, Tiberio sposa Agrippina (figlia della prima moglie di Agrippa, Cecilia Attica), mentre Publio Quintilio Varo (si, proprio quello del “redde mihi legiones” di Augusto) sposò la figlia di Agrippa e Claudia Marcella.

Dal 17 al 13 a.C. Agrippa riparte per l’oriente, dove si sposta tra Atene (in cui costruisce un Odeion) e Antiochia. Ad Agrippa è attribuita la fondazione di diverse colonie in oriente: nella troade (Alexandria Troas), in Libano (Berytos), ed altrove.

Nel 13 a.C., durante il consolato dei suoi generi Tiberio e Varo, Agrippa ebbe rinnovata la tribunicia potestas.

Tra il 13 e il 12 a.C. Agrippa combattè in una campagna militare in Pannonia.

Di ritorno dalla campagna sul Danubio, si ammalò e morì nella sua villa in Campania (la famosa villa imperiale di Boscotrecase) nel mese di marzo (Anderson, 1987). La scomparsa del grande generale fu pianta amaramente da Augusto, come testimoniato anche da molte monete del periodo tra il 13 e il 12 a.C., in parte postume. Agrippa fu sepolto nel mauseoleo di Augusto. Giulia era incinta al momento della morte di Agrippa. Il figlio che nacque fu chiamato da Augusto “Agrippa Postumo”, in onore del defunto padre. Morirà anch’egli (si dice per mano di Tiberio) senza divenire imperatore, come i suoi fratelli maggiori Caio e Lucio. Ma questa è un’altra storia.

BMCRE101.jpg

Esemplare del British Museum

La quadriga vuota ricorda il rifiuto del trionfo da parte di Agrippa (BMCRE 101).

BMC124.jpg

Esemplare del British Museum

Augusto incorona Agrippa con una stella a sei punte, ricorda la cometa che apparve nel 12 a. C. in associazione alla morte di Agrippa (BMCRE 124).

La monetazione postuma di maggiore frequenza è sicuramente l’asse coniato nel periodo che va dal regno di Tiberio a quello di Claudio, di cui si conoscono numerose imitazioni “barbariche”, e che ebbe una grande circolazione nell’impero (BMCRE 161): Agrippa è rappresentato con la corona navalis, al rovescio Nettuno tiene in mano un tridente e un delfino.

Kuenker11525-9-2006lot415agrippaass.jpg

(ex Kuenker 115, del 25/09/2006, lot 415).

agrippabarbarous.jpg

Asse “barbarico” di imitazione del BMCRE 161, British Museum.

Questa emissione verrà ripresa sotto forma di “restituzione" da Tito e Domiziano.

Bibliografia

Abaecherli Boyce A (1942) The Origin of ornamenta triumphalia. Classical Philology, Vol. 37, pp. 130-141.

Anderson ML (1987) The Portrait Medallions of the Imperial Villa at Boscotrecase. American Journal of Archaeology, Vol. 91, pp. 127-135.

Evans HB (1982) Agrippa’s water plan. American Journal of Archaeology, Vol. 86, pp. 401-411

Gabba E (1971) The Perusine war and Triumviral Italy. Harvard Studies in Classical Philology, Vol. 75, pp. 139-160.

Hoffman MW (1952) The college of Quindecimviri (Sacris Faciundis) in 17 B. C. The American Journal of Philology, Vol. 73, pp. 289-294.

Magie D Jr (1908) The mission of Agrippa to the orient in 23 B. C. Classical Philology, Vol. 3, pp. 145-152.

Mattingly H (1926) Coins of the Roman Empire in the British Museum, vol I, Spink and Son LTD, London.

Paget RF (1968) The Ancient Ports of Cumae. The Journal of Roman Studies, Vol. 58, pp. 152-169.

Sear DR (2006) Greek imperial coins and their values. Spink and Son LTD, London

Stone SC (1983) Sextus Pompey, Octavian and Sicily. American Journal of Archaeology, Vol. 87, pp. 11-22.

Sutherland CHV, Carson RAG (1984) The Roman Imperial Coinage vol I. Spink and Son LTD, London.

Tarn WW (1931) The battle of Actium. The Journal of Roman Studies, Vol. 21, pp. 173-199.

Un caro saluto a tutti

Giampiero

Modificato da giampy

Inviato

Penso che per un lavoro del genere serviranno pagine di di ringraziamenti...sperando che gli utenti si accorgano che il Forum non e' solo chiedere prezzi ma una piattaforma su cui parlare di numismatica...

E tu ne hai dato la prova....

Lo salvo per leggerlo con calma....

Grazie a tutti quelli che contribuiscono all'imperatore del mese...magari un giorno uscirà "la storia di Roma vista dai Lamonetiani"....


Inviato

Splendido lavoro !

Grazie giampy ;)


Supporter
Inviato

Caro Giampy,

veramente un lavoro che è stato un piacere leggere. Ho imparato molto, in particolare dai numerosi riferimenti numismatici alla vita di Agrippa che non conoscevo. Un sincero grazie! :)

Fabio


Inviato

Un complimenti anche da parte mia un lavoro pazzesco hai fatto bravo davvero ;)

X Crivoz

Secondo me le informazioni che ci sono su questo sito non ci sono in nessun libro. Pensate che ancora ci sono aste numismatiche nazionali che mi catalogano i dupondi di nerone senza testa radiata come assi :ph34r: :ph34r:

Cioè aggiornatevi dico io, che mi catalogate il provvident di augusto come dupondio se sanno tutti che si tratta di un asse?

Secondo me bisogna avvisarli :)


Inviato

Hai ragione Arcano....e' che purtroppo non tutti hanno il "coraggio" di aggiornarsi e rivedere i propri "punti fermi" scolastici acquisiti...ovvero che tutto cio' che ha la corona radiata sia un dupondio e quello che ne e' privo sia un asse....


Inviato (modificato)

Cari amici, intanto un grazie di cuore a tutti per gli splendidi commenti. Le vostre parole mi incoraggiano ad andare avanti, a continuare a ritagliare tempo per la passione comune che ci unisce.

Come promesso a incuso, finito il lavoro su Agrippa, ri-comincia quello sul catalogo lamonetiano della monetazione romana.

Concordo infatti in pieno con quanto riportato da Arcano:

"Secondo me le informazioni che ci sono su questo sito non ci sono in nessun libro".

L'impegno per fare crescere il forum per fortuna non manca.

A presto e ancora grazie

giampy

Modificato da giampy

Inviato

Complimenti per il lavoro davvero interessante e grazie per la piacevolissima lettura che ci hai regalato. B)


Inviato

Caro Giampy veramente un lavoro egregio, un vero e proprio saggio


Inviato

Che dire hai fatto una splendida, precisa e circostanziata ricostruzione di questo personaggio storico che ha partecipato alla storia Roma.


  • 3 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Amici, in questi giorni che precedono le vacanze, e in attesa dell’imperatore del mese di Agosto, aggiungo un paio di tipi monetali alquanto interessanti dell’ultimo periodo di Agrippa.

Partiamo nella trattazione da lontano: Alla morte di Cesare, apparve un denario, qui sotto illustrato, emesso da Ottaviano durante il triumvirato (42 a.C.), in cui al rovescio vediamo una sedia curule, vuota, con l’iscrizione CAESAR DIC PER, sormontata da una corona di alloro. (Syd 1322)

Sydenham1322.jpg

Ex CNG Triton VIII, lotto 965, 11/01/2005

Facciamo un salto in avanti di 30 anni, siamo nel 13 a.C., il monetiere C. Sulpicius Platorinus emette un denario in cui, al rovescio, sono rappresentati Augusto e Agrippa, seduti sui seggi curuli (bisellum) posti su una piattaforma ornata da tre prue. Questa emissione è parte di quelle dell’anno in cui Augusto e Agrippa ebbero rinnovata la Tribunicia Potestas, e due dei tre monetieri elaborarono tipi monetali in cui veniva posto in risalto tale evento. (RIC 406)

RIC406.jpg

Ex CNG 64, lotto 958, 24/09/2003

Nel 12 a.C. Agrippa muore, e L. Caninius Gallus, uno dei monetieri del colleggio di quell’anno, conia un denario in cui Augusto commemora la scomparsa del collega che ha condiviso con lui la tribunicia potestas ( e il governo dell’impero): il rovescio di questa moneta ci mostra un bisellum vuoto, con inciso: TR POT. Ritorna il tipo triumvirale di Ottaviano, emesso per ricordare la scomparsa non del padre adottivo, ma dell’amico di una vita. (RIC 417, BMCRE131)

BMCRE.jpg

Esemplare del British Museum

La condivisione della Tribunicia potestas tra l’imperatore e un “collega/successore” non è stata comune nei primo due secoli dell’impero romano.

Nella famiglia Giulio-Claudia il solo Augusto ha scelto tale condivisione, con ovvi fini dinastici, per cui dal 4 d.C. è stato Tiberio ad affiancarlo nella T.P.

Dopo la morte di Augusto, bisogna aspettare altri 56 anni (e la fine della dinastia Giulio-Claudia) perchè sia Tito (“T CAES IMP AVG F TR P”) a condividere col padre il governo imperiale.

Bisogna attendere altri 58 anni perchè Elio sia Cesare sotto Adriano e a lui associato nella tribunicia potestas.

Anche in questo Agrippa, primo a condividere l’impero con il princeps, primo erede designato di Augusto, fu predecessore a molti altri imperatori a venire.

giampy

Modificato da giampy

  • 4 settimane dopo...
Inviato

Ho visto solo adesso la discussione, il lavoro di Gyampi e' stato veramente eccezionale.

Grazie

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