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Inviato

Volevo sottoporre alla vostra attenzione questa moneta che presenta un certo numero di contromarche: chiamiamola "asse" come in genere viene fatto, anche se non e' detto che poi lo sia in effetti... l'unica cosa che si riesce ad intuire e' una testa a destra.

Le contromarche sono le "classiche" AVG e TI.CAE, assieme ad altre 2 che non ho identificato: la prima al dritto, quella nello scudetto, potrebbe essere la contromarca classificata come elmo, ma non ho riscontri per dirlo con certezza; la seconda, al rovescio, si direbbe un monogramma che non ho identificato.

Sapreste dire cosa rappresentano e, magari, anche l'eventuale provenienza della moneta?

Peso 9.1g.

Grazie in anticipo :)

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Inviato

La terza contromarca del dritto, quella in cartiglio ogivale, è sicuramente un elmo. Secondo il prof. Rodolfo Martini questa non si trova mai isolata in area mesica, ma quasi sempre in combinazione con la AVG e la TICAE (solo in percentuale minore con altre tipologie).

La quarta contromarca è abbastanza confusa e non la riconosco con certezza, mi spiace; posso solo dirti che il lavoro di Martini riporta molti esempi di assi con le tre identiche contromarche al dritto abbinate con una al rovescio del tipo delfino a destra con oggetti (patera e corona) in posizione centrale (come sul tuo esemplare). La forma del cartiglio è tuttavia generalmente rettangolare.

Per quello che possono servire alcuni esempi tratti dal testo "Monete romane imperiali contromarcate di bronzo dell'area delle province della Moesia e della Tracia di I secolo d.C." di R. Martini

Luigi


Inviato

Grazie mille Luigi. :)

L'aver ristretto l'area di ricerca potrebbe essere utile per identificare l'ultima contromarca che, effettivamente, non e' chiara neanche ad un esame diretto.

Solo una domanda: il Martini considera queste contromarche come territoriali (quindi Moesia) o le associa a specifiche emissioni militari?


Inviato

Non è facile riassumere la trattazione di diverse pagine in poche righe senza correre il rischio di stravolgerne il senso (l’argomento comprende anche lo studio della circolazione di queste monete ausiliarie).

Provo a riassumere quello che a mio avviso è il nocciolo della questione. A partire dal periodo di Claudio e probabilmente fino all’epoca di Nerone, l’espansione verso i limes danubiani e lo stanziamento di diverse legioni nell’area mesica ha provocato un insufficente quantita di moneta circolante in bronzo. Accanto alla produzione di imitazioni locali, si esasperò la circolazione di vecchie emissioni usurate ai limiti della riconoscibilità (anche di provenienza estranea all’area, come gli assi tresvirali o gli assi efesini). La contromarcatura divenne ad un certo punto necessaria per far accettare tali monete (interessante che anche le monete contromarcate furono a loro volta imitate localmente).

Riguardo alla appartenenza territoriale, la contromarca TICAE è una "contromarca originale" dell'area mesica ossia presente solo in quest'area. Il Martini la considera una vera e propria "traccia guida".

Luigi


Inviato

Grazie mille, interessante soprattutto:

Riguardo alla appartenenza territoriale, la contromarca TICAE è una "contromarca originale" dell'area mesica ossia presente solo in quest'area. Il Martini la considera una vera e propria "traccia guida".

270003[/snapback]

Molto utile, grazie ;)


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